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Biancavilla, lunedì prima giornata per la legalità

Ad organizzare l’evento l’Associazione Antiracket e Usura “Rete per la Legalità Sicilia”, la Basilica Santuario di Biancavilla e l’Oratorio “don Pino Puglisi” di Biancavilla, insieme all’Arcidiocesi di Catania. “Abbattiamo il muro dell’omertà e del silenzio” a 30 anni dal martirio del Beato Pino Puglisi

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Lunedì 27 Novembre, per la prima volta ragazzi e giovani provenienti dalle scuole primarie, secondarie e istituti superiori, scenderanno per le vie della Città di Biancavilla (CT) per dire “NO” alla sub cultura mafiosa, affiancati dalle Autorità civili, militari e religiose della Provincia Etnea. L’Associazione Antiracket e Usura “Rete per la Legalità Sicilia”, con la Basilica Santuario di Biancavilla e l’Oratorio “don Pino Puglisi” di Biancavilla, insieme all’Arcidiocesi di Catania, nella persona dell’Arcivescovo Mons. Luigi Renna, hanno pensato di organizzare una mezza giornata per “abbattere il muro dell’omertà e del silenzio”, giornata che vedrà come protagonista la Città di Biancavilla insieme ad Adrano e S. M.  di Licodia.

«l’impegno civile e sociale inizia dai più giovani, contro ogni forma di sopraffazione e cultura che soffoca e uccide la dignità di ogni cittadino biancavillese libero – Eugenio di Francesco, vice presidente di “Rete per la Legalità Sicilia”, continua nella dichiarazione, – è fondamentale che il riscatto sociale di questo territorio venga condiviso con le parti sane, protagoniste di una rinascita contro ogni forma di criminalità organizzata; nell’organizzare questo incontro, fondamentale è stato il coinvolgimento della comunità ecclesiale e la presenza dell’Arcivescovo di questa Chiesa di Catania sarà occasione per rimarcare l’impegno continuo e costante di tutta la chiesa locale nell’educazione e nella formazione delle coscienze a partire dai più giovani».

«Dal 2017 – dice Giuseppe Sant’Elena, giovane Responsabile dell’Oratorio “don Pino Puglisi” di Biancavilla – questa realtà si è sempre contraddistinta in percorsi di crescita educativa sull’eredità di don Pino Puglisi, Martire della mafia. Tante sono state le attività svolte e gli incontri di testimonianza al fine di accompagnare i giovani a scelte lontane dai contesti mafiosi. L’Oratorio è il cuore pulsante come luogo di aggregazione di molti ragazzi e giovani, che trovano in esso un punto di riferimento stabile, sano, educativo e di crescita cristiana e sociale. La giornata in programma è la sintesi di anni di impegno, occasione per iniziare una nuova primavera territoriale».

La giornata sarà caratterizzata da un momento di testimonianze, presso l’Oratorio di via S. Placido 57, con S.E. mons. Luigi Renna ed Eugenio Di Francesco; la collocazione di una “buca lettere anonime”, già istallata a Riesi (CL), Licata (AG), a favore di chi ha paura di denunciare; in seguito la conclusione con una marcia di “libertà e legalità” per le vie della Città. Al termine, in Piazza Roma, verrà collocato un trittico raffigurante le immagine del Beato Rosario Livatino, del Beato Pino Puglisi e del Generale Carlo Alberto della Chiesa, che avrà come slogan “Abbattiamo il muro di omertà e di silenzio”. Si considera una marcia con oltre mille persone, la prima in questo territorio contro le mafie.

giudiziaria

Sicilia, il Presidente Ars Galvagno e l’assessore Amata, inviano atti inchiesta ai probiviri di FdI

In qualità di deputati regionali di Fratelli d’Italia hanno inviato, separatamente, una lettera ai probiviri del partito. I due esponenti sono indagati nell’inchiesta della Procura di Palermo per corruzione e peculato

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Il presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno, e l’assessore al Turismo, Elvira Amata, in qualità di deputati regionali di Fratelli d’Italia hanno inviato, separatamente, una lettera ai probiviri del partito, allegando la documentazione finora in loro possesso relativa all’inchiesta della Procura di Palermo in cui sono indagati per corruzione e peculato.

Nella missiva, inoltrata anche al coordinatore regionale di FdI, il presidente dell’Ars Galvagno ha specificato che gli atti relativi al procedimento penale saranno ulteriormente integrati non appena saranno nella sua disponibilità. La stessa scelta è stata fatta dalla deputata e assessore Elvira Amata. L’esponente della Giunta Schifani ha ricevuto nei giorni scorsi notifica di conclusione indagini dalla Procura palermitana.

“Esprimiamo apprezzamento per il gesto di responsabilità e trasparenza compiuto dall’assessore regionale al Turismo Elvira Amata e dal presidente dell’Ars Gaetano Galvagno che hanno spontaneamente trasmesso ai probiviri di Fratelli d’Italia la documentazione relativa al procedimento penale in cui risultano coinvolti”.

Lo afferma il parlamentare Luca Sbardella, commissario regionale di Fdi in Sicilia. “In attesa che la magistratura faccia piena luce sui fatti – aggiunge – questa iniziativa conferma il rispetto per le istituzioni, per il partito e per l’opinione pubblica, in linea con i valori di correttezza e rigore che Fratelli d’Italia pone alla base del proprio agire politico”.

 

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Cronaca

Catania, operazione antimafia “Naumachia”, 38 indagati

Si tratta di presunti appartenenti al clan “Santapaola-Ercolano” e sono accusati di associazione mafiosa, detenzione droga, porto e cessione di armi comuni e da guerra, ricettazione ed estorsione

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Oltre 200 carabinieri del comando provinciale di Catania, con il supporto dei Reparti specializzati dell’Arma- tra cui lo Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sicilia” e il 12^ Nucleo Elicotteri- hanno dato vita all’operazione “Nauamachia”, dando esecuzione  a un’ordinanza applicativa di custodia cautelare, emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catania su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, nei confronti di 38 soggetti.

Quest’ultimi, ritenuti appartenenti al sodalizio mafioso dei “Santapaola-Ercolano”, storicamente radicato nel territorio catanese, sono accusati  a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, acquisto, detenzione e cessione di sostanze stupefacenti, detenzione, porto e cessione di armi comuni e da guerra, ricettazione ed estorsione, aggravati dal metodo mafioso.

L’operazione ha interessato, contemporaneamente, oltre che il capoluogo etneo, anche le province di Siracusa, Enna, Asti, Agrigento, Caltanissetta, Napoli, Pavia e Palermo.

 

 

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