Cronaca
Calcio Coppa Italia Eccellenza, il Paternò ai quarti di finale superato l’ostacolo Jonica
Con una rete del bomber Belluso su rigore allo scadere della prima frazione di gioco, gli etnei hanno superato il turno ai danni dei messinesi: si attende adesso di conoscere i prossimi avversari di coppa

Il Paternò di mister Filippo Raciti batte, nella gara di ritorno degli ottavi di finale di Coppa Italia Eccellenza, la Jonica con una rete del bomber Belluso e vola ai quarti di finale. All’andata i rossazzurri avevano pareggiato 0 a 0 sul campo del Santa Teresa di Riva. Convincente la prova offerta dalla squadra etnea soprattutto con buone trame di gioco, ma ancora una volta troppe le occasioni sprecate sotto porta dagli avanti del Paternò. C’è ancora da lavorare ma i ragazzi di Raciti sembrano sulla buona strada . La squadra ospite, invece, è apparsa inconsistente in attacco, più per merito della difesa dei padroni di casa che per demeriti del team messinese. Terza vittoria consecutiva, quindi, per il Paternò, tra campionato e coppa. E domenica prossima ritorna il campionato e i ragazzi di mister Raciti giocheranno in casa contro il Misterbianco. La cronaca.
Sin dalle prime battute della partita appare chiaro che il Paternò è deciso a fare sua la gara. Al 13′ strepitosa azione di Fratantonio che serve Belluso, il cui tiro è deviato in angolo dal portiere ospite in disperata uscita. Al 33′ Paternò vicino al goal del vantaggio con Micoli che, approfittando di una uscita a vuoto di Pontet, calcia a botta sicura ma un difensore ospite salva sulla linea di porta. Al 38′ Belluso dentro l’area di rigore, tenta il pallonetto, ma il tiro è deviato in angolo dalla difesa ospite. Al 46′ Paternò in vantaggio: Asero, lanciato da Floro Valenca, entra in area di rigore e viene atterrato dal portiere in uscita. Per il direttore di gara è rigore che viene siglato da Belluso.
Nella ripresa la squadra di casa con un goal di vantaggio prova ad amministrare la partita, mentre gli ospiti avanzano il baricentro del gioco. Tuttavia è il Paternò a farsi pericoloso al 13′ con Asero che sfiora la rete dalla distanza. Al 20′ prima azione della Jonica: cross dalla destra e colpo testa di Angulo destinato all’incrocio dei pali, ma Coriolano è attento e devia sulla traversa. Due minuti Paternò pericoloso con Greco ma la sua conclusione, a pochi passi dalla porta, è deviata e finisce a lato di poco alla sinistra di Pontet. Allo scadere della gara potrebbe arrivare la beffa per il Paternò ma l’arbitro annulla la rete degli ospiti: Coriolano prova a rimettere in gioco la palla, ma quest’ultima è toccata da Ariaudo con la sfera che termina in goal; tuttavia il direttore di gara annulla perchè ha visto un fallo su Coriolano. Una decisione non condivisa dagli ospiti che protestano veemente; a fare le spese il portiere che viene espulso. La gara si conclude senza altre emozioni dopo sette minuti di recupero.
TABELLINO
Paternò 1
Jonica 0
Marcatore: Pt 46’ Belluso (rig.)
Paternò (3-5-2): Coriolano 6; Sangarè 7, Intzidis 7, Godino 7; Toure 6 (19’st Napoli 6,5), Greco 6,5, Floro Valenca 7, Fratantonio 6,5, Asero 7 (22’ st De Clò 6); Micoli 6,5 (28’ st Baldeh 6), Belluso 7,5 (33’st Distefano 5,5). A dispos.: Romano, Lo Monaco, Caruso, Ruben Cavallaro, Angelo Cavallaro. All.: Raciti 7
Jonica (4-4-2): Pontet 5,5; Dominguez 5,5 (15’ st Verdura 6), Savoca 5,5 (24’ st Orecchio), Perez 5,5, Staris 5,5; Bozzanga 6 (44’ Caspanello sv), Zago 6, Tabarez 6 (36’st Baldè sv), Maccarrone 6 (24’st Carastoan 6); Angulo 5,5, Ariaudo 6. A dispos.: Lanza, Belardinelli, Sturiale, Leotta. All.: Furnari 6.
Arbitro: Francesco Ferrata di Palermo 6 (Belfiore- Triolo di Acireale)
Note: Espulso Pontet al 44’ della ripresa; Ammoniti: Tabarez, Savoca, Dominguez e Maccarrone per la Jonica, Tourè, Belluso, Floro Valenca, Baldeh e Godino per il Paternò Sillah,. Angoli: 7-2 per il Paternò. Spettatori circa 250. Recuperi: PT 2′, ST 7′.

Cronaca
Grammichele, scoperta una discarica di liquami inquinanti, un denunciato
E’ accusato di esercizio dell’attività abusiva di autoriparatore e mancato disfacimento di rifiuto prodotti da questa attività

Un’officina abusiva e una discarica di liquami potenzialmente inquinanti sono state scoperte a Grammichele dai poliziotti della Questura di Catania.
L’intervento della Polizia si inserisce nell’ambito delle costanti attività di controllo per fronteggiare il fenomeno dell’abusivismo commerciale e per prevenire fenomeni di illegalità diffusa.
Gli agenti della polizia giudiziaria del Compartimento Sicilia Orientale di Catania hanno concentrato il loro intervento in una rivendita di veicoli industriali dove è stata accertata la presenza di un’officina meccanica totalmente abusiva, realizzata in un capannone di circa 200 metri quadrati.
In una prima fase, i controlli dei poliziotti si sono concentrati sulle caratteristiche dei mezzi presenti nell’area e sulle autorizzazioni dell’attività di rivendita di veicoli industriali, identificando i due parenti intestatari della ditta e, successivamente, l’attenzione della Polizia Stradale si è spostata al grande capannone dove veniva svolta, in modo abusivo, l’attività di vendita e riparazione dei veicoli.
Non solo, dietro al capannone, secondo quanto ricostruito dalla Polizia, è stata trovata un’area con oli minerali, batterie esauste, rottami ferrosi e metalli non ferrosi. Insomma, una sorta di discarica abusiva a cielo aperto dove, parcheggiato, si trovava pure un escavatore che perdeva copiosamente oli che finivano direttamente in una sorgente d’acqua.
Lo scarico incontrollato e protetto nel tempo ha potuto causare danni all’ambiente e, per fugare ogni sospetti, i poliziotti della Stradale hanno sequestrato l’intera area in modo poi da procedere con gli intervenenti di bonifica. Il titolare della ditta è stato denunciato per l’esercizio dell’attività abusiva di autoriparatore e per il mancato disfacimento di rifiuto prodotti da questa attività.
Cronaca
Misilmeri, l’ultimo saluto a Sara Campanella, vittima di femminicidio
“L’amore non uccide. La violenza ha distrutto la vita di Sarà. Siamo qui sconvolti. Senza parole. Dinnanzi al corpo di Sara. Perché? Ancora una volta, risuona un grido: perché?” ha detto l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice durante l’omelia

Questa mattina Misilmeri, comune in provincia di Palermo, ha dato l’ultimo saluto a Sara Campanella, la giovane studentessa universitaria vittima di femminicidio. A ucciderla il collega Stefano Argentino. Centinaia le persone che hanno assistito al rito funebre. Troppo piccola la Chiesa di San Giovanni Battista per contenere il fiume di persone che hanno voluto partecipare ai funerali della 22enne. A celebrarli l’arcivescovo di Palermo Corrado Lorefice. Tanti giovani hanno indossato una maglietta bianca con la scritta nera «No Violenza». I familiari hanno portato una foto con l’immagine di Sara e un palloncino rosa a forma di cuore con la scritta «Mi amo troppo per stare con chiunque» la frase preferita da Sara .
‘L’amore non uccide. La violenza ha distrutto la vita di Sarà. Siamo qui sconvolti. Senza parole. Dinnanzi al corpo di Sara. Corpo martoriato. Sacrificato. Vita che ci è stata rubata. Perché? Ancora una volta, risuona un grido: perché? Perché questo strazio indicibile inflitto ai cari genitori Cetty e Alessandro, al fratello Claudio, ai familiari, al fidanzato, agli amici, alla città intera?- ha detto l’arcivescovo durante l’omelia- Una vita distrutta e rubata troppo presto, in modo oltremodo crudele. L’uomo – dice la Bibbia – ha due strade: quella della relazione e quella della violenza. Ma vediamo come la violenza abbia ancora distrutto la bellezza di Sara, la bellezza delle sue relazioni, la bellezza che lei aveva il compito di far crescere nel mondo attraverso i suoi studi universitari, la realizzazione della sua vocazione professionale e la relazione con l’uomo che lei liberamente aveva scelto di amare”.
“Non ci sono parole per consolare il vostro strazio, cari genitori. Siamo in silenzio con voi. E vi doniamo le nostre lacrime – ha detto Corrado Lorefice- L’intera famiglia umana oggi piange Sara. E noi qui, stamattina, anzitutto la consegniamo ad un Corpo che è stato anch’esso martoriato e ucciso: il Corpo crocifisso di Gesù di Nazareth. Ucciso con violenza da uomini che non sapevano quello che facevano. Perché chiunque è violento non sa che la violenza ha la forza distruttiva di una bomba all’idrogeno: provoca una deflagrazione a cascata. Nel costato di Cristo, aperto e trafitto con violenza, entrano tutti i cuori lacerati dalla violenza. I cuori lacerati dei familiari di Sara. I cuori di noi tutti. Non abbiamo parole da darvi, sorelle e fratelli. Solo un Corpo, un Cuore, dentro il quale piangere il dolore senza fine della vostra e nostra ‘piccola’ Sara” ha aggiunto Lorefice.
Durante i funerali la rettrice dell’Università di Messina, Giovanna Spatari, ha letto anche la richiesta al professore fatta dalla studentessa per chiedere la tesi di laurea. Durante i messaggi tanti applausi sia in chiesa che in piazza hanno interrotto i ricordi degli amici e colleghi.
Fra i presenti anche il governatore della Regione Sicilia Renato Schifani, accompagnato dal deputato Gaspare Vitrano. Presenti anche i sindaci di Messina, Federico Basile, e di Misilmeri Rosario Rizzolo, oltre ai vertici delle forze dell’ordine.
La bara bianca ha lasciato la chiesa e tanti palloncini bianchi sono stati liberati salendo in volo.
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