Connect with us

Cronaca

Catania, 5 slot machine irregolari trovate in una sala giochi, sanzioni per 100 mila euro

Denunciati titolare e clienti: il primo per il reato di esercizio del gioco d’azzardo, mentre gli altri per il reato di partecipazione al gioco d’azzardo

Pubblicato

il

Sanzioni per circa 100 mila euro e denunce pero titolare sala giochi e clienti. E’ il bilancio di un controllo effettuato dai poliziotti del commissariato di Librino, unitamente al personale dell’Agenzia Dogane e Monopoli, in una sala giochi di viale Bummacaro. Una volta all’interno del locale, i poliziotti hanno trovato 5 postazioni informatiche messe a disposizione dei clienti, collegate ad alcuni siti di giochi e scommesse on line, oltre a 3 totem multimediali, con vincite in denaro. Al momento delle verifiche, due dei totem erano in funzione e utilizzati da due clienti.

Inoltre, un dipendente della sala giochi, proprio durante i controlli, era impegnato a ricaricare i conti giochi di alcuni clienti, tramite il collegamento ad un sito di giochi e scommesse sportive.

I poliziotti hanno chiesto al titolare di esibire tutta la necessaria documentazione ed è in questa fase che hanno avuto modo di appurare come il circolo privato, adibito a sala giochi, non era minuto della licenza prevista per svolgere questo tipo di attività di intermediazione e scommesse. Le ulteriori verifiche hanno pure evidenziato la mancanza della licenza di pubblica sicurezza, prevista dall’art.88 del Tulps.

Per questa ragione, titolare e clienti, tutti con precedenti di polizia, sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria, il primo per il reato di esercizio del gioco d’azzardo, mentre gli altri per il reato di partecipazione al gioco d’azzardo. Inoltre è stato possibile constatare come la sala giochi fosse collocata ad una distanza inferiore di 500 metri da obiettivi sensibili, quali scuole, ospedali e palestre, in violazione delle misure di prevenzione per contrastare la ludopatia, come disposto dalle normative vigenti.

 

Cronaca

Palagonia, sequestrati ad una azienda materiali contraffatti con loghi “Arancia Rossa Sicilia I.G.P.”

Dagli accertamenti è emerso che la ditta non sarebbe iscritta al circuito del prodotto certificato e non sarebbe quindi autorizzata a utilizzare tali marchi. I militari dell’Arma hanno denunciato i tre rappresentanti legali della società

Pubblicato

il

Prosegue l’impegno dell’Arma dei Carabinieri nella tutela del “Made in Italy” agroalimentare e nella salvaguardia delle filiere certificate, come dimostrano i risultati ottenuti dai carabinieri della compagnia di Palagonia che hanno denunciato a piede libero tre persone per i reati di contraffazione di indicazioni geografiche o denominazioni di origine dei prodotti agroalimentari e frode in commercio aggravata.

L’attività, condotta con il supporto specialistico del Reparto Carabinieri Tutela Agroalimentare ha interessato un’azienda agrumaria con sede nella contrada Vanghella di Palagonia.   Nel corso del controllo presso lo stabilimento, i carabinieri hanno rinvenuto e sottoposto a sequestro penale oltre novecento cassette in cartone e decine di bobine di etichette, tutte riportanti i loghi e le diciture riconducibili alla filiera dell’Arancia Rossa di Sicilia I.G.P., marchio ufficialmente tutelato a livello europeo.

Dagli accertamenti, infatti, è emerso che la ditta non sarebbe iscritta al circuito del prodotto certificato e non sarebbe quindi autorizzata a utilizzare tali marchi. I militari dell’Arma hanno denunciato i tre rappresentanti legali della società: un uomo di 35 anni residente a Palagonia, una donna di 34 anni residente a Roma e un’altra donna di 62 anni, anche lei residente a Palagonia.

L’attività si inserisce nel più ampio quadro delle azioni poste in essere dall’Arma dei Carabinieri per garantire la trasparenza commerciale e contrastare ogni forma di concorrenza sleale, tutelando sia il consumatore finale che il lavoro onesto degli operatori delle filiere agroalimentari certificate.

 

Continua a leggere

Cronaca

Catania, ruba borsa ad una ragazza, ma è fermato da due poliziotti liberi dal servizio

ll ladro è stato arrestato per furto con strappo e resistenza a pubblico ufficiale. Per l’uomo è stato disposto l’obbligo di firma presso gli Uffici di Polizia

Pubblicato

il

Ha approfittato della confusione davanti ai locali del centro storico per scippare una ragazza. L’uomo, un tunisino di 20 anni, senza dare nell’occhio si è avvicinato alla ragazza e l’ha tirata per un braccio per strapparle la borsa, per poi tentare di mescolarsi tra la folla al fine di far perdere le sue tracce.  La giovane vittima, dopo una primissima resistenza, ha lasciato la presa della borsa per evitare di finire a terra e ha cominciato ad urlare, richiamando l’attenzione dei presenti.

In quei momenti, nel locale accanto si trovava un poliziotto del Compartimento Polizia Stradale “Sicilia Orientale” di Catania, libero dal servizio, che, allarmato dalle grida della ragazza, è uscito in strada dove ha immediatamente notato l’uomo, con la borsa in mano, in fuga in via Gemmellaro. Il poliziotto non ci ha pensato due volte e ha inseguito il ladro per alcuni metri.

Una volta fermato, il 20enne ha tentato in tutti i modi di fuggire e, nonostante il poliziotto si fosse qualificato, ha continuato a opporre una strenua resistenza, colpendo l’agente con calci e pugni per riprendere la fuga.

In aiuto del collega è intervenuta una poliziotta, anch’essa libera dal servizio, neo Commissario di Polizia. Insieme i due poliziotti sono riusciti a bloccare l’uomo definitivamente, chiedendo alla Sala Operativa della Questura l’intervento di una pattuglia della squadra volanti che, immediatamente, è giunta sul posto.Il ladro è stato arrestato per i reati di furto con strappo e resistenza a pubblico ufficiale. Per l’uomo dopo la convalida del fermo è stato disposto l’obbligo di firma presso gli Uffici di Polizia.

 

Continua a leggere

Trending