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Chiesa

Catania, Al via il programma di appuntamenti con “Agata: la donna”

Un omaggio alla forza femminile attraverso l’arte

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Catania si veste di memoria e contemporaneità con “Agata: la donna”, una rassegna che abbraccia arte, cultura e moda per rendere omaggio non solo alla Santa Patrona, ma a tutte le donne che, con determinazione e coraggio, hanno scelto di lottare per la propria libertà. Dal 31 gennaio, il suggestivo Casale dell’Arte di via Plaia farà da cornice alla fitta serie di appuntamenti che, attraverso linguaggi diversi, raccontano un’unica, potente storia: quella della resilienza femminile.

Il simbolo di Agata, tra martirio e autodeterminazione

Sant’Agata è più di una figura religiosa: è il riflesso di un’identità collettiva che si tramanda nei secoli. Martire della fede e della libertà, la sua vicenda si intreccia con le vite di tante donne che, nel tempo, hanno sfidato pregiudizi, oppressioni e violenze. La sua resistenza diventa il simbolo di tutte le battaglie femminili, una testimonianza eterna del diritto di ogni donna a scegliere il proprio destino.

Proprio su questo tema si sono confrontati, durante la presentazione dell’evento, Sarita Giuffrè, vice prefetto di Catania, il giornalista e studioso Santo Privitera, Elda Ferrante, membro dell’Associazione Nazionale Donne Operate al Seno (ANDOS), e Francesco Bassini, presidente del Primo Municipio di Catania. Un dibattito che ha gettato luce sulle molteplici sfide che ancora oggi le donne affrontano, dalla lotta contro la violenza di genere alla necessità di affermarsi in contesti spesso ostili.

«Vogliamo parlare a tutte le donne che, come Agata, nella vita lottano» ha dichiarato Gabriela Scibilia, titolare del Casale dell’Arte. Un impegno che non si esaurisce nella celebrazione simbolica, ma si traduce in azioni concrete: la nascita di uno sportello di supporto per le donne vittime di violenza, fisica e psicologica, in collaborazione con la I Municipalità del Comune di Catania. Un segnale forte, che conferma la volontà di trasformare l’arte e la cultura in strumenti di cambiamento sociale.

Un viaggio tra arte, musica e moda: il programma della rassegna

Il programma della rassegna è un mosaico di esperienze artistiche e culturali che restituisce un racconto sfaccettato della condizione femminile.

Venerdì 31 gennaio, alle ore 10, l’inaugurazione della mostra collettiva d’arte, con opere di artisti che esplorano l’universo femminile attraverso la pittura e la fotografia. La mostra, visitabile fino al 9 febbraio, diventa una finestra sulle molteplici espressioni dell’essenza femminile, dalla fragilità alla ribellione.

La giornata prosegue alle 19 con un concerto per pianoforte e violino, un viaggio musicale che unisce sensibilità e potenza espressiva, seguito da una degustazione di vini delle Tenute dello Jato.

Sabato 1 febbraio, alle 18.30, il tema della lotta femminile viene affrontato con la presentazione del libro “Tutte le cose che ho perso”, della giornalista Katya Maugeri, che racconta la condizione delle donne detenute nel carcere di Rebibbia. Un momento di riflessione su come la privazione della libertà si intrecci con storie di dolore, ma anche di resistenza e speranza.

La serata si chiude con un live show musicale del duo elettroacustico ZarbaPinto, che con le loro sonorità sperimentali daranno voce all’anima dell’evento.

Domenica 2 febbraio, spazio alla moda con un esposizione di abiti e gioielli a partire dalle ore 10, mentre alle 11 gli artisti dell’Istituto Marconi – Mangano daranno vita a un’estemporanea d’arte.

L’evento culmina alle 19 con la sfilata “Pailettes e Lamé: le donne brillano“, che trasforma la passerella in un racconto visivo di stile e consapevolezza. La moda di seconda mano diventa un manifesto di rinascita: ogni tessuto, ogni paillette, porta con sé una storia di bellezza e trasformazione. Ad accompagnare l’evento, le note della sassofonista Alessia Pinto e del batterista Luca Zabanò.

Un messaggio che va oltre il tempo

“Agata: la donna” non è solo una celebrazione artistica, ma un atto di resistenza culturale. Rievocare Sant’Agata significa riconoscere la forza di tutte le donne che, ieri come oggi, si oppongono alle ingiustizie e reclamano il proprio spazio nel mondo.

Attraverso il linguaggio dell’arte, della musica e della moda, questa rassegna restituisce un messaggio chiaro: la femminilità è potenza, la lotta per la libertà è una sfida eterna e la cultura è lo strumento più potente per riscrivere il futuro.

Chiesa

Catania, Festa di Sant’Agata, protocollo d’intesa per candidarla a bene “Unesco”

A sottoscriverlo il sindaco Enrico Trantino, l’arcivescovo metropolita Luigi Renna, il rettore Francesco Priolo e il presidente del Comitato per la Festa di Sant’Agata, Carmelo Grasso.

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Conferire alla Festa di Sant’Agata un valore universale, rafforzare nella collettività la consapevolezza del suo significato religioso, storico, sociale e identitario, promuovere la tutela e la salvaguardia e accrescere la visibilità internazionale dell’evento. Sono questi gli obiettivi principali del protocollo d’intesa siglato a Catania, nel Palazzo degli Elefanti, per l’avvio del percorso che porterà alla candidatura della “Festa di Sant’Agata” alla Lista rappresentativa del Patrimonio culturale immateriale dell’Umanità dell’Unesco.

Alla firma del documento, nella sala giunta del Comune, hanno preso parte i vertici delle quattro istituzioni cittadine coinvolte nel progetto: il sindaco Enrico Trantino, l’arcivescovo metropolita Luigi Renna, il rettore dell’Università di Catania Francesco Priolo e il presidente del Comitato per la Festa di Sant’Agata, Carmelo Grasso.

Il sindaco Trantino ha sottolineato l’importanza del percorso che si sta avviando: “Sarà il Ministero della Cultura prima, e poi l’Unesco, a stabilire se abbiamo diritto a questo riconoscimento. Ma la proposta è già di per sé fondamentale per valorizzare il nostro patrimonio, non solo dal punto di vista religioso, storico e culturale, ma anche per far comprendere quanto Sant’Agata debba essere un fattore di unione e coesione sociale in una città che ha vissuto troppo a lungo in uno stato di frammentazione. I cittadini sanno che Sant’Agata è la nostra patrona, ma spesso vivono la devozione soltanto in occasione delle date tradizionali – il 3, 4, 5 febbraio e il 17 agosto. Questo riconoscimento darebbe un ulteriore impulso a percepirla come presenza costante e significativa nella vita culturale e sociale della città, stimolando un senso di appartenenza che duri tutto l’anno.”

A fare eco al sindaco è stato l’arcivescovo Luigi Renna, che ha evidenziato il prestigio internazionale della candidatura: “È un grande onore pensare che la festa di Sant’Agata possa essere proposta come Patrimonio dell’Umanità. Sarebbe un riconoscimento internazionale che la pone tra le celebrazioni religiose più importanti del mondo – dopo solo una festa in Perù e la Semana Santa di Siviglia”.

Anche il mondo accademico ha dato pieno supporto all’iniziativa. Il rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo, ha sottolineato la valenza culturale e scientifica della Festa: “Per l’Università è un onore sostenere questa proposta di candidatura. Sant’Agata non è solo un evento di fede, ma un momento di forte identità collettiva e coesione sociale, che unisce generazioni e comunità. Le ricerche dei nostri studiosi dimostrano come la festa sia un complesso intreccio di saperi, simboli, pratiche, gesti, musiche e narrazioni. Un oggetto di studio privilegiato per l’interdisciplinarità, che mette in relazione fede, spazio urbano, economia e cultura materiale”.

Ha partecipato all’incontro anche il professor Pier Luigi Petrillo, direttore della Cattedra Unesco in Patrimonio culturale immateriale e Diritto comparato dell’Università Unitelma Sapienza di Roma, che è intervenuto in collegamento da remoto: “Sostengo con grande entusiasmo questo percorso, anche con ottimismo, avendo seguito molte candidature Unesco. Ottenere il riconoscimento sarebbe un passo importante per la visibilità internazionale della Festa, ma ciò che conta di più è il processo di partecipazione e condivisione che si attiverà. Questo è l’aspetto più prezioso: rendere la comunità più consapevole del valore culturale, sociale e identitario della Festa.”

Il documento siglato fa riferimento anche al contesto culturale e territoriale unico della Festa di Sant’Agata. La Sicilia, infatti, può vantare già sette Patrimoni materiali Unesco, quattro immateriali e due Geoparchi. Il culto agatino e la sua celebrazione si inseriscono in modo naturale e coerente in questo quadro, legandosi strettamente a due patrimoni già riconosciuti: le “Città Tardo Barocche del Val di Noto” e l’“Etna”, entrambi scenari storici e geografici in cui si svolgono molti degli eventi legati alla Santa.

Il protocollo d’intesa prevede infine l’istituzione di un Comitato promotore, che avrà il compito di coordinare e dirigere tutte le attività connesse alla candidatura. Il Comitato sarà composto da rappresentanti del mondo istituzionale, religioso, accademico e sociale, e lavorerà alla redazione della proposta da presentare al Governo, che dovrà selezionare una sola candidatura italiana da sottoporre all’Unesco per ciascun anno.

 

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Chiesa

Paternò, il giorno di San Giovanni Bosco: Stasera la prima “storica” processione

L’appuntamento è fissato per le ore 19:00 di oggi, 5 giugno, nella parrocchia “San Giovanni Bosco”

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foto gruppo Facebook Feste patronali in Sicilia tradizioni e folklore

Una data storica per la comunità di Paternò: oggi si terrà, per la prima volta, la processione del simulacro di San Giovanni Bosco lungo le vie del quartiere. Un evento che si preannuncia carico di emozione, in un clima di grande festa.

La scelta del 5 giugno non è casuale. Tradizionalmente, la festa liturgica del santo  si celebra il 31 gennaio, ma le rigide temperature invernali e le giornate più corte hanno spesso limitato la partecipazione alle celebrazioni. Dopo un’attenta riflessione, gli organizzatori hanno deciso di spostare la festa in una data significativa anche dal punto di vista storico: proprio il 5 giugno, infatti, Don Bosco fu ordinato presbitero.

La settimana di eventi si svolgerà dall’1 all’8 giugno, offrendo ai fedeli e ai cittadini numerose occasioni di incontro e riflessione. “San Giovanni Bosco – spiega don Maurizio Pagliaro –  non è solo un santo, ma una guida attuale per le nuove generazioni: padre, maestro e amico. In una società complessa come la nostra, la sua figura rappresenta un punto di riferimento fondamentale.”

L’appuntamento clou è fissato per le ore 19:00 di oggi, 5 giugno, con la solenne processione per le strade di Paternò: un momento di fede, condivisione e spiritualità che si preannuncia indimenticabile per tutta la comunità.

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