Connect with us

In Primo Piano

Catania, Asp etnea rimodula la rete e l’attività dei punti vaccinali anticovid

Da oggi la somministrazione del siero è garantita negli ambulatori dei 9 distretti sanitari che già erogano le vaccinazioni ordinarie.

Pubblicato

il

A partire da oggi si rimodula nei nove distretti Sanitari della provincia di Catania la rete e l’attività dei punti vaccinali anti Covid dell’Asp etnea di Catania. La vaccinazione anti Covid è  garantita negli ambulatori che già erogano le vaccinazioni ordinarie, nelle sedi, nei giorni e in orari  stabiliti.

Distretto Acireale: via Martinez 19 – ambulatorio 2, martedì dalle 8.30 alle 13.

Distretto Adrano: a Biancavilla, in via Cristoforo Colombo 77, venerdì dalle 12 alle 13.

Distretto Bronte: via Marziano 50, venerdì dalle 12 alle 13.

Distretto Caltagirone: ospedale Gravina, edificio Clementi, terzo piano ala est, mercoledì dalle 8.30 alle 13.00.

Distretto Catania: viale Fleming 24, ospedale San Luigi, lunedì, giovedì e venerdì dalle 8.30 alle 12.

Distretto Giarre: corso Sicilia 1, giovedì dalle 15 alle 17.30.

Distretto Gravina di Catania: a Mascalucia, in via Regione Siciliana 12, martedì dalle 15 alle 18.

Distretto Palagonia: via Sondrio 2, giovedì dalle 9 alle 12.30.

Distretto Paternò: via Massa Carrara 2, mercoledì e giovedì dalle 11 alle 13.

In base all’andamento della campagna vaccinale, o a cambiamenti di carattere normativo, l’attività degli ambulatori vaccinali anti Covid potrà essere ulteriormente rimodulata. I cittadini potranno, inoltre, ricevere il vaccino anti Covid negli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta aderenti alla campagna di vaccinazione, oppure nelle Farmacie che aderiscono alla campagna, il cui elenco è consultabile sul sito aspct.it nella sezione “Come fare per” alla voce “Covid

In Primo Piano

Apre la bocca dopo 16 anni, operazione straordinaria al San Marco

Pubblicato

il

Grande risultato per i medici del San Marco di Catania che grazie ad un intervento eccezionale di chirurgia maxillo facciale hanno dato nuova vita ad Aurora (nome di fantasia) che fin dalla nascita per 16 lunghi anni non aveva potuto aprire la bocca e svolgere le funzioni normali della sua età. Adesso può cominciare una nuova vita fatta di parole, sorrisi, cibi solidi e tutto quello a cui ha dovuto rinunciare nel corso della sua vita. Si tratta del primo caso in Sicilia di questo genere, sei in tutta Italia, straordinariamente complicato, che ha richiesto mesi di studio preventivo affinché tutto andasse per il meglio, dicono dall’ospedale. La forma della sindrome genetica di Nager di cui soffre Aurora dalla nascita è tra le più rare. In questo caso, già nel feto si era sviluppato un ammasso osseo che aveva fuso la mandibola al cranio non consentendo l’articolazione necessaria ad aprire la bocca. Il successo dell’operazione, durata circa dieci ore, è stato il frutto di un lavoro multidisciplinare, tra le varie équipe aziendali. Oltre ai chirurghi maxillo-facciali, in sala operatoria erano presenti in venti tra colleghi chirurghi anestesisti della Rianimazione sale chirurgiche e della Chirurgia toracica. “Tuttavia – dice l’ospedale – l’intervento non si sarebbe potuto realizzare senza la piena disponibilità del direttore generale dell’azienda ospedaliero universitaria etnea, Gaetano Sirna, che ha stanziato le risorse per la realizzazione della protesi in titanio impiantata nella giovane paziente, una vera e propria opera di bioingegneria tra le più moderne. A guidare le equipes di medici e paramedici, è stata la collaborazione tra alcuni dei chirurghi maxillo facciali più esperti in Italia che ha dato vita ad una perfetta sinergia tra Nord e Sud del Paese. In particolare Alberto Bianchi, professore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo-facciale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria “Policlinico “G. Rodolico – San Marco” e Massimo Robiony, direttore della Clinica maxillo facciale dell’ospedale universitario di Udine e il suo professore associato Salvatore Sembronio.

Continua a leggere

Cronaca

Adrano, arrestato un 32enne per atti persecutori nei confronti della ex fidanzata

La relazione tra i due giovani sarebbe terminata perché la donna ha scoperto che il fidanzato avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti, ma anche il ragazzo sarebbe stato concorde con la ex, per poi pentirsene provando a riconquistarla

Pubblicato

il

Ad Adrano un uomo di 32 anni è stato arrestato dai carabinieri della locale stazione per atti persecutori nei confronti della ex fidanzata di 31 anni.  L’uomo è finito agli arresti domiciliari con dispositivo elettronico di controllo e con il divieto di comunicare con la persona offesa e con i suoi familiari.  Le indagini hanno fatto luce sulle condotte abituali e reiterate che sarebbero state poste in essere dal giovane, spesso sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, dallo scorso mese di marzo fino a qualche giorno fa, nei confronti della ragazza.

La relazione tra i due giovani sarebbe terminata perché la donna ha scoperto che il fidanzato avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti. Da parte sua il 32enne avrebbe posto fine alla loro relazione, per poi pentirsene dopo qualche settimana e cercare di riconquistarla. In tale contesto sarebbero iniziati i tentativi di contattare la ex mediante telefonate, messaggi e attraverso l’uso di tutti i canali social; il giovane avrebbe anche provato ad approcciare la ex contattando i suoi amici e familiari ma, dallo scorso mese di marzo, la donna ha deciso di non rispondere all’ex fidanzato. Nello scorso mese di luglio il 32enne si sarebbe appostato presso la casa di villeggiatura della ragazza per due ore, impedendole così di uscire. Due giorni dopo l’avrebbe nuovamente raggiunta e, aggrappatosi al cancello di ingresso, l’avrebbe sbattuto con forza.  Infine la notte successiva, sarebbe riuscito ad aprire il cancello della villetta di campagna e ad entrare in casa.

La ragazza, terrorizzata, si sarebbe nascosta al piano superiore dell’abitazione e sarebbe stata sua madre a bloccare il giovane all’ingresso e impedirgli di raggiungere la figlia.  Lo stalker si sarebbe allontanato, minacciando che “Non sarebbe finita qui” solo dopo l’arrivo del fratello della ex, il quale gli avrebbe detto con tono piuttosto deciso che avrebbe contattato le forze dell’ordine qualora lui non fosse andato via.  La documentazione prodotta dalla vittima in sede di querela ha dimostrato gli ossessivi tentativi praticati dall’indagato – coinvolgendo anche terze persone- di imporre un canale comunicativo alla ex compagna. La giovane, inoltre, ha più volte manifestato di essere consapevole della personalità dell’uomo e delle problematiche derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti e ha manifestato il timore che l’ex potesse farle del male, aggiungendo anche di avere avuto la necessità di rivolgersi ad uno specialista “affinchè potesse curarla dall’ansia legata alla situazione che stava vivendo”.

 

 

 

Continua a leggere

Trending