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Cronaca

Catania, controllato un locale di via Vivaio, all’interno sala giochi abusiva

Durante le verifiche ai poliziotti non è sfuggita l’installazione di 5 slot machine non consentite e sprovviste di autorizzazione e, pertanto, sottoposte a sequestro. 

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Ha allestito una sala giochi in modo del tutto abusivo, installando pure cinque slot machine, senza alcuna autorizzazione. A scoprire l’illecita attività realizzata da un catanese è stata la Polizia di Stato. In particolare gli agenti della Polizia Amministrativa e Sociale della Questura di Catania hanno controllato un locale di via Vivaio, rilevando la mancanza di qualsiasi provvedimento autorizzativo per lo svolgimento dell’attività.

Durante le verifiche all’interno della sala giochi abusiva, ai poliziotti non è sfuggita l’installazione di 5 slot machine non consentite e sprovviste di autorizzazione e, pertanto, sottoposte a sequestro.

Alla luce delle violazioni del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, al gestore sono state comminate sanzioni amministrative per 56 mila euro. Nelle fasi dei controlli, i poliziotti della PAS hanno identificato due persone, impegnate proprio in quei momenti a giocare con gli apparecchi elettronici. Dagli accertamenti effettuati nella banca dati in uso alle forze di Polizia, uno dei due soggetti identificati è risultato essere sottoposto alla misura della sorveglianza speciale e, per tale motivo, è stato denunciato per la violazione delle prescrizioni imposte

Cronaca

Giarre, incidente sulla A18, auto si ribalta su una fiancata, traffico in tilt

Il sinistro si è verificato intorno alle 16. Gli occupanti dell’autovettura, da quanti si apprende, non avrebbero riportato ferite rilevanti

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FOTO GRUPPO FACEBOOK "A18-A20 AUTOSTRADE SICILIANA DELLA VERGOGNA"- NICOLO' FIORENZA

Incidente stradale nel pomeriggio di oggi sulla A18 all’altezza dello svincolo di Giarre, direzione Catania.  Un’autovettura, per cause in corso di accertamento, si è ribaltata, adagiandosi, di traverso, su una fiancata, occupando le corsie di marcia.

Scattato l’allarme sul posto sono arrivati i soccorsi. Gli occupanti, dal quanto di apprende non avrebbero riportato ferite rilevanti, anche se sono stati sottoposti a tutti gli accertamenti del caso da parte del personale medico del 118 giunto sul luogo del sinistro.

Presenti anche agenti della Polstrada chiamata ad effettuare i rilievi sul sinistro la cui dinamica non è ancora chiara: da verificare se trattasi di incidente autonomo oppure c’è da registrare il coinvolgimento di altri mezzi. Sembra che si sia trattato di uno scontro tra due autovetture una Toyota e un’Audi. A seguito dello scontro una delle due auto si è ribaltata. Il traffico sulla A18 ha subito pesanti rallentamenti con lunghe code di auto.

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Cronaca

Catania, indagini su collegamento video tra Niko Pandetta, in carcere, e il rapper Baby Gang

E’ successo durante il concerto del primo maggio di Baby Gang. Nella cella del trapper la polizia penitenziaria ha trovato un telefonino

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FOTO CATANIATODAY

Problemi per Niko Pandetta, il trapper catanese detenuto a Castrovillari in Calabria per spaccio di sostanze stupefacenti. Pandetta è nipote del boss mafioso Turi Cappello. In particolare nella cella del trapper la polizia penitenziaria ha trovato un telefonino. Pandetta è adesso indagato per accesso indebito a dispositivi idonei alla comunicazione da parte di detenuti. Il nome di Niko Pandetta è tornato alla ribalta dopo che lo scorso primo maggio, al concerto dell’One day music festival, tenutosi a Catania, del rapper Baby Gang , quest’ultimo prima di esibirsi con “Italiano” avrebbe fatto sul palco una videochiamata con il coautore della canzone ossia proprio Niko Pandetta.

La procura di Catania, a tal proposito,  ha avviato accertamenti sulla performance del primo maggio.  “È mio fratello, un c… di casino per Niko Pandetta”, ha incitato i pubblico dal palco Baby Gang mostrando il telefonino in cui si è visto il volto di Pandetta. Il gesto è stato ripreso da molti dei presenti che hanno poi postato i video sui social.  Non è ancora chiaro se la videochiamata fosse in diretta o registrata. Per chiarire cosa è realmente accaduto e verificare se Pandetta abbia avuto la possibilità, dal carcere, di mandare un video o, addirittura, di partecipare in diretta al concerto del primo maggio sulla spiaggia della Plaia la Procura di Catania ha avviato degli accertamenti, delegando le indagini alla squadra mobile della questura.

I legali di Pandetta, gli avvocati Salvo Pace e Maria Chiaramonte, hanno sostenuto di  “non avere informazioni dirette”. “Potrebbe trattarsi – sottolineano – di una vecchia registrazione precedente la sua carcerazione. Oppure una registrazione tra quelle per cui c’è già un procedimento penale aperto. Non abbiamo potuto sentire direttamente Pandetta, quindi non possiamo riferire la sua versione”.

“C’è ancora chi si stupisce sull’uso del telefonino dal carcere, ma sui social c’è un’ampia possibilità di cosa vedere, secondo vere e proprie sezioni di scelta, tra “carcerati che fanno i TikTok”, “video dei carcerati”, “detenuti in carcere fanno video’” e persino “diretta dal carcere”. La cella del carcere è sempre più la location preferita specie per rap e giovani boss per fare ‘spettacolo”.

A dirlo è Aldo Di Giacomo, segretario generale del Sindacato polizia penitenziaria, in merito alla vicenda . I”n attesa che si accerti se realmente il boss fosse in collegamento via telefono con il cantante, da una perquisizione nella cella del carcere di Rosarno, dove Pandetta è detenuto, la polizia penitenziaria ha trovato e sequestrato un telefonino- ha affermato Di Giacomo- Il diffuso uso dei telefonini dal carcere sono un’offesa alle vittime e alle loro famiglie. Mettiamoci semplicemente nei panni di chi ha subito l’uccisione di un figlio, una violenza, una rapina che assiste allo spettacolo dell’aggressore per rendersi conto del sentimento di forte indignazione.

E poi non si sottovaluti il messaggio inviato da “eroi del crimine” a giovani che seguono fiction come Gomorra e Mare fuori e mitizzano un modello di criminalità e di carcere. Ma attenzione: l’uso dei social è dimostrazione di potere e contiene persino messaggi di comando inviati all’esterno. Noi lo stiamo denunciando da tempo.  Gli unici a trarre vantaggio sono i detenuti appartenenti a organizzazioni mafiose e criminali, i più forti nelle carceri rispetto ai poveri Cristi che non ce la fanno più. In questo scenario sempre più allarmante emergenza l’appello al Governo, al Parlamento e alla politica a non girare la faccia perché negli istituti si comanda comodamente in cella via chat”.

 

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