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Cronaca

Catania, esplosione S.Giovanni Galermo, gli sfollati cercano risposte dalle istituzioni

Sulla questione è intervenuta la deputata regionale del M5s, Josè Marano, che ha presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Regione Renato Schifani.

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Senza casa, senza certezze e senza risposte. Un’esplosione, quella avvenuta lo scorso 22 gennaio, nel quartiere Trappeto Nord-San Giovanni Galermo di Catania che ha causato il crollo di una palazzina, devastato un intero quartiere e sconvolto la vita di decine e decine di famiglie. La situazione rimane parecchio intricata. Nessuna certezza per il futuro, per i residenti della “zona rossa” rimasti senza casa, di cui rimangono solo macerie.

Nessuna risposta certa se non qualche soluzione temporanea che ha visto i residenti di via Fratelli Gualandi ritrovarsi ad alloggiare fra disagi, dubbi ed incertezze, temporaneamente, in un residence della Playa. Oltre al dramma degli sfollati, c’è anche una vasta area della città colpita da enormi disagi. Tanti gli utenti costretti a vivere senza gas, quindi senza acqua calda ne riscaldamenti.

Intanto sulla questione è intervenuta la deputata regionale del M5s, Josè Marano, che ha presentato un’interrogazione urgente al Presidente della Regione. “Vogliamo sapere quali interventi urgenti e quali strategie il governo regionale intende mettere in atto per dare risposte ai cittadini. Sembra che non sia stata ancora individuata la fuga di gas e la conduttura non può essere ripristinata. Si comprendono le ragioni di sicurezza legate alle scelte operate da Rete Gas e Protezione civile ma ciò non toglie che la Regione deve fare la sua parte per alleviare quanto più possibile i disagi, dimostrando così ai cittadini che le Istituzioni ci sono”.

Sulla questione è intervenuto anche Giuseppe Ragusa, consigliere della 4° municipalità del Comune di Catania che ha dichiarato: “Il Comune deve impegnarsi per garantire che in condizioni di totale sicurezza vi sia un graduale ritorno alla normalità dei cittadini residenti.  Vorremmo anche sapere se ha proceduto alla quantificazione dei danni e alla richiesta dello stato di emergenza perché alcune delle abitazioni distrutte non sono più abitabili”.

Duro l’intervento anche dei consiglieri del M5s al Consiglio comunale di Catania Graziano Bonaccorsi e Gianina Ciancio che in una nota chiedono all’amministrazione comunale di fornire risposte certe ai cittadini colpiti dall’emergenza.  “Gli sfollati- dichiarano nella nota – si trovano ancora senza una prospettiva stabile. Questa mancanza di risposte concrete è inaccettabile e aggrava una situazione già drammatica. Ancora più critica – osservano Bonaccorsi e Ciancio – è la situazione del Policlinico, costretto a fare affidamento su un carro che trasporta gas per garantire la fornitura necessaria al suo funzionamento.”  Nella nota, infine, sollecitano un’indagine da parte di Arera così da verificare se sono stati rispettati i requisiti minimi di sicurezza richiesti dall’Autorità.

Intanto continuano i disagi per gli sfollati che chiedono a gran voce aiuto e sostegno da parte delle istituzioni. Vorrebbero “certezze” circa il loro futuro che appare al momento dai contorni torbidi. Quelle risposte che al momento tardano ad arrivare e che potrebbero anche condurre a delle dure reazioni, proprio nei giorni in cui Catania si prepara alle celebrazioni in onore di Sant’Agata. Sarebbero, infatti disposti a non far salire il primo cittadino Trantino sulla carrozza del Senato, ad occupare la chiesa durante i festeggiamenti, insomma, disposti a tutto pur di vedere all’orizzonte un barlume di speranza o qualche piccola certezza.

Cronaca

Mascali, armi nascoste sottoterra e dentro le mura di un casolare

Trovati due fucili calibro 12 ad una canna, semiautomatici, aperti e privi di cartucce con matricola abrasa ed una pistola, calibro 7.65, completa di caricatore, con matricola abrasa

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Un vero e proprio fortino di armi rinvenuto a seguito di una lunga e complessa operazione portata avanti dalla polizia di Stato. Siamo a Nunziata di Mascali dove un terreno incolto di proprietà demaniale nascondeva due fucili, mentre, le mura di un casolare abbandonato custodivano una pistola completa di caricatore.

Grazie al fiuto di un cane poliziotto e dei metal detector le ricerche degli agenti del commissariato di Acireale coadiuvati dalle unità cinofile sono riusciti nell’operazione.  Nello specifico, sono stati trovati due fucili calibro 12 ad una canna, semiautomatici, aperti e privi di cartucce con matricola abrasa ed una pistola, calibro 7.65, completa di caricatore, con matricola abrasa.

I fucili, ben nascosti sottoterra, avvolti da un cellophane, sono stati rinvenuti nel all’interno di tubi in pvc, mentre, la pistola, avvolta in una pezza, è stata individuata nel muro del casolare, all’interno di in una nicchia appositamente modellata con dello stucco. Le armi sono state sequestrate, repertate e inviate alla polizia scientifica per gli opportuni controlli, per verificare se e quando queste siano state utilizzate. Quanto al proprietario ancora non si hanno notizie, la sua identità è ancora da verificare e per tale ragione verranno svolte le opportune indagini del caso.

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Cronaca

Randazzo, cacciatori di frodo denunciati dai carabinieri della locale compagnia

I militari hanno sorpreso un 60enne e un 44enne, padre e figlio che cacciavano in un luogo in cui vigeva un divieto

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Non solo centri storici e periferie delle città, ma anche parchi e riserve naturali. I servizi di controllo ad opera dei carabinieri si estendono a macchia d’olio, nelle loro aree di pertinenza, al fine di contrastare l’attività venatoria clandestina in particolare all’interno di zone protette dei parchi, nel dettaglio in quello dei Nebrodi, delle Madonie e dei Monti Peloritani.

Proprio in quest’ottica, i carabinieri del comando stazione di Randazzo, con il supporto dei colleghi dello Squadrone Eliportato Cacciatori di “Sicilia”, hanno sorpreso un 60enne e un 44enne, padre e figlio che cacciavano in un luogo in cui vigeva un divieto.

I due sono stati rintracciarti e bloccati in contrada Casa Baiardo, in territorio di Randazzo. Dopo aver udito il rumore dell’esplosione di colpi di arma da fuoco, i militari hanno notato una jeep parcheggiata nei pressi di Casa Demanio Roccabellia e poi, poco distante, i due uomini.

L’area in cui si trovava la coppia era munita di cartello che segnalava il divieto di caccia, ma i due in barba al divieto, erano entrati nel parco armati e avevano già predato delle beccacce e un maialino nero. Armati di fucili, uno calibro 12 e 43 cartucce e l’altro calibro 20 con 23 cartucce a munizionamento spezzato e 3 cartucce da caccia calibro 12 a palla unica che sono stati sequestrati. I due cacciatori sono stati penalmente denunciati per introduzione di armi ed esercizio della caccia nei parchi naturali regionali.

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