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Catania, futsal: La Meta Catania è campione d’Italia

Al PalaCatania il trionfo dei rossazzurri per 3-2 contro il Napoli Futsal

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Lo scudetto è della Meta Catania!

Dopo la gara2 al cardiopalma di questa sera, in un PalaCatania stracolmo, i rossazzurri festeggiano un nuovo trionfo.  La formazione si è laureata campione d’Italia per il secondo anno di fila, confermandosi ai vertici del calcio nazionale. In finale, ancora una volta, ha avuto la meglio sul Napoli, già sconfitto anche nella Supercoppa.

Dopo il 2-0 ottenuto nella gara d’andata al PalaVesuvio, i ragazzi di mister Juanra hanno potuto contare sul sostegno del pubblico etneo, oltre 4.000 i tifosi rossazzurri a rimepire gli spalti per spingere la squadra verso la gloria.

Sono le reti del brasiliano Turnena, protagonista assoluto del primo tempo (prima con una punizione precisa, poi sfruttando un errore del Napoli) a portare avanti la squadra, poi, nella ripresa il tris è stato siglato da Podda.

I Partenopei, dal canto loro, hanno tentato la rimonta accorciando le distanze fino al concitato 3-2 ed un finale infuocato segnato da diverse espulsioni. 3 a 2 dunque il risultato finale, con la vittoria rossazzurra ed un nuovo traguardo tutto da festeggiare!

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Paternò Calcio, il presidente rompe il silenzio: “Non ci sono più le condizioni per andare avanti, non ho più le forze”

A proposito dello striscione: “Non mi arrabbio, ma da loro mi aspettavo altro… un aiuto concreto”

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A poche ore dalla scadenza per l’iscrizione al campionato di Serie D, il futuro del Paternò Calcio è sempre più incerto. Il presidente della società rossazzurra rompe il silenzio e racconta le difficoltà che rischiano di far scomparire una delle realtà più sane del panorama dilettantistico siciliano.

Presidente, qual è oggi la situazione del Paternò Calcio?

A Paternò non ci sono più le condizioni per fare calcio, e a dire la verità non ci sono da parecchi anni. Ma in quel caso ho garantito sempre tutto e tutti. Adesso non ho più le forze per portare avanti il progetto e per garantire tutto e tutti. Da qui il grido d’allarme lanciato settimane fa per continuare, ma tutto ciò non è avvenuto perché probabilmente non interessa a nessuno. Andrebbe a sparire una società sana, come poche. Ma non avendo più le forze, da solo non riesco.

Nei giorni scorsi si è parlato di un interessamento del presidente del Locri. Conferma?

Nei giorni scorsi pare ci sia stato un avvicinamento, un interessamento, ma con cui non ho mai parlato personalmente. Probabilmente queste trattative sono state condotte in privato da tifosi e da un nostro dirigente. Penso che le trattative vadano discusse fra presidenti. Ognuno deve rispettare il proprio ruolo, e ciò tante volte non accade. Io sono disposto a cedere a costo zero, ma alle condizioni precise. Ceduto a imprenditori che concedano le giuste garanzie: non può arrivare chiunque, senza alcuna garanzia. Ci vogliono somme per dimostrare a tutti che la prima parte di campionato si possa andare avanti.

Si parlava di un impegno di 150mila euro. È corretto?

Sì, erano le spese minime, che non mi sarei certo messo in tasca io, ma una dimostrazione per vedere se la persona potesse avere la forza per intraprendere questo percorso, e per evitare che si riproponesse ciò che accadde tre anni fa. Ci vogliono le giuste garanzie, e proteggere la credibilità che abbiamo conquistato in questi anni.

Non è un peccato non iscrivere il Paternò dopo tanti traguardi?

È un peccato mortale, perché è una società sana. Se solo la città ci credesse di più e non sarebbe la grande assente…Probabilmente con 900 paganti avremmo avuto la possibilità di continuare.
I numeri che abbiamo avuto non sono neanche da Prima Categoria.

Può cambiare la situazione da qui a giovedì?

Non saprei, ma spero arrivi una telefonata che possa accendere le speranze.
Ma a essere sincero, io sono molto scettico. Ma sono sempre qui, a disposizione per poter instaurare una trattativa con chi eventualmente si presenti.

A proposito delle condizioni del campo: quanto incidono in tutto questo?

Quello è alla base di tutto. Già da ottobre avevo cercato di coinvolgere gli imprenditori, ma poi, quando si presentano e toccano la realtà con mano, scappano. Uno stadio in quelle condizioni fa scappare tutti. Solo con una struttura adeguata si potrà fare calcio. Stadio in condizioni fatiscenti e quasi vuoto…

Si è parlato di “Promozione” come possibile ripartenza. Che ne pensa?

Ho intuito che la città e i tifosi non gradirebbero questa scelta. La società rimane in vita, in attesa di tempi migliori.

A proposito dello striscione esposto dai tifosi: come lo ha interpretato?

Io capisco la preoccupazione, però più che lo striscione mi aspettavo un aiuto propositivo. Sensibilizzare magari chi per adesso è stato sordo, a partire dalle istituzioni, a tutti i livelli. Non mi arrabbio per lo striscione, comprendo la loro rabbia, ci può anche stare. Ma mi aspettavo altro… un aiuto concreto.

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Paternò Calcio, la rabbia dei tifosi: “Mazzamuto hai fallito”

Il futuro del Paternò appeso a un filo, i tifosi non ci stanno e scrivono un lungo comunicato: “Questa maglia non è un vestito da indossare solo quando fa comodo”

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Dopo l’ultimo fallimento sportivo nel 2012 e una grande rinascita culminata con la serie D oltre che con  la vittoria della Coppa Italia Dilettanti a livello nazionale,  il Paternò Calcio si trova sull’orlo del baratro. Le ore scorrono inesorabilmente verso la data ultima utile all’iscrizione al campionato di serie D (le ore 17:00 del giorno 10 luglio). Il rischio concreto è la mancata iscrizione al prossimo campionato,  una notizia che ha scosso profondamente i tifosi e i sostenitori del club. La società guidata dal presidente Ivan Mazzamuto, è finità nel mirino della tifoseria, accusato di non aver saputo garantire stabilità, stanca sei soliti “mal di pancia estivi e piagnistei” alle soglie dell’iscrizione al campionato.  Lo striscione apparso nel cuore della notte, giorni fa, recita: Mazzamuto hai fallito. A Paternò il tuo tempo è finito” – parole dure, dettate da una profonda rabbia.

Il comunicato societario del 28 giugno

In una nota diffusa sui canali ufficiali lo scorso 28 giugno, Mazzamuto ha comunicato pubblicamente la disponibilità a cedere il titolo sportivo a costo zero, dichiarando però l’impossibilità di affrontare da solo un nuovo campionato in Serie D. Nel comunicato si leggeva:

“Ad oggi, ancora una volta, nessuno ha bussato alla nostra porta. La situazione rimane preoccupante. Le notizie non corrette continuano a destabilizzare l’ambiente, soprattutto da parte di chi dimostra di non volere il bene di questi colori.”. Il presidente ha inoltre smentito categoricamente l’ipotesi di fallimento, pur ammettendo di aver valutato soluzioni alternative per evitare scenari peggiori nel corso della stagione:“La società è sana e non ha intenzione di scomparire. Ma senza aiuti concreti, l’unica strada possibile è la cessione a persone serie che possano garantire continuità.”

Il caso Del Locri e la trattativa sfumata

Tra le ipotesi circolate negli ultimi giorni, si era fatta strada quella di un interessamento da parte del presidente del Locri, che avrebbe avuto dei contatti con un esponente della dirigenza rossazzurra. Tuttavia, secondo indiscrezioni e voci sempre più insistente presenti sui social, la richiesta economica – cifra che pare si aggirasse attorno ai 150 mila euro – avrebbe raffreddato ogni possibile sviluppo. Un’occasione sfumata, che ha riacceso il malumore tra i sostenitori.

La risposta delle tifoserie: un comunicato carico di dolore e dignità

Nella giornata di oggi, le tifoserie organizzate del Paternò (Curva Sud, Irriducibili, Gruppo solitario, Tifosi e sostenitori del Paternò Calcio) hanno pubblicato un lungo e toccante comunicato congiunto. Una presa di posizione netta, accorata, che mette nero su bianco tutto ciò che significa sostenere questa squadra: amore, sacrificio, appartenenza.

“Ancora un’estate di silenzi, dubbi, attese. Ancora un’estate passata con il cuore in gola, a chiederci se ci sarà un domani. Siamo stanchi di vivere ogni luglio tra incertezze, di aspettare risposte che non arrivano.”

Il messaggio prosegue con una chiara rivendicazione dell’identità della tifoseria:

“Seguiamo questa maglia ovunque, sotto il sole o la pioggia, non per vanità ma per appartenenza. Il Paternò non è un passatempo: è una scelta di vita. È sacrificio, è identità, è famiglia.”

I tifosi ricordano i chilometri percorsi, i soldi spesi, le rinunce fatte per esserci sempre. Non chiedono gloria, ma rispetto: “Non ci interessa il nome sulla schiena. Non vogliamo applausi. Il nostro premio è esserci. Abbiamo dato tutto e lo rifaremmo. Ma ora pretendiamo rispetto. Perché chi rappresenta il Paternò porta con sé la storia, il sacrificio e l’orgoglio di un popolo.”

Il comunicato si chiude con un messaggio forte, inequivocabile:

“Questa maglia non è un vestito da indossare solo quando fa comodo. È una pelle che non si toglie. Chi non è disposto a sudarla, può anche girarsi dall’altra parte. Noi ci saremo sempre.”

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