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Catania: intensificati i controlli per un “Natale in sicurezza “

Azione di monitoraggio e controllo delle fasi di preparazione e somministrazione degli alimenti a difesa della salute dei consumatori.

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Con l’approssimarsi delle festività natalizie, i Carabinieri della stazione di Catania e gli agenti del NAS stanno intensificando i controlli presso bar e punti di ristoro della città al fine di garantire la sicurezza e la salute dei cittadini e dei numerosi turisti attesi nel periodo delle vacanze e che approfitteranno delle specialità della gastronomia siciliana. Le operazioni di controllo, dunque, finalizzate al contrasto dell’illegalità nel settore agroalimentare e condotte in seno all’operazione “Natale in Sicurezza” disposta dal Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania, hanno mirato a verificare il rispetto delle norme igienico-sanitarie. Nel corso dei suddetti accertamenti, i Carabinieri e gli agenti del NAS hanno comminato ai due titolari di due bar del corso Italia, entrambi catanesi, sanzioni amministrative per un totale di 3.000 euro ciascuno. Durante le ispezioni gli agenti hanno rilevato violazioni ai sensi dell’articolo 6, comma 5 del D.Lgs. 193/2007, e la mancata attuazione delle procedure di autocontrollo previste dal sistema HACCP, come stabilito dall’articolo 6, comma 8 del medesimo decreto legislativo.
Più specificamente, gli investigatori hanno rilevato condizioni igieniche non conformi alla normativa vigente ed in particolare, pulizia insufficiente delle superfici di lavoro e delle attrezzature, nonché una gestione non ottimale della manutenzione di frigoriferi e congelatori, fondamentali per garantire il rispetto delle temperature di conservazione dei cibi.

Le violazioni accertate, pur significative, sono state considerate di lieve entità e non hanno portato alla sospensione dell’attività. In questi casi, la legge consente ai Carabinieri del N.A.S. di impartire precise prescrizioni al titolare, obbligandolo a ripristinare le opportune condizioni igieniche nel più breve tempo possibile e ad adeguarsi alle normative.

 

ambiente

Adrano, oltre 300 telecamere contro inciviltà e degrado urbano

Tra le innovazioni più incisive, spicca l’introduzione di E-KILLER, una valigetta mimetica dotata di telecamera, pensata per contrastare l’abbandono illecito di rifiuti

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Adrano segna una svolta storica verso una città più sicura, ordinata e rispettosa delle regole. Con l’attivazione di oltre 300 nuove telecamere distribuite capillarmente su tutto il territorio urbano e periferico, l’amministrazione comunale rilancia con decisione il proprio impegno nella tutela del decoro e della legalità.

Dal centro storico alle zone industriali, da piazza Umberto fino alle aree periferiche, ogni angolo della città sarà monitorato in tempo reale, grazie a una rete di videosorveglianza intelligente. Il sistema, basato su tecnologie di ultima generazione, è direttamente collegato con le forze dell’ordine, garantendo un controllo costante e tempestivo su tutto il territorio.

Tra le innovazioni più incisive, spicca l’introduzione di E-KILLER. Si tratta di una valigetta mimetica dotata di telecamera, pensata per contrastare l’abbandono illecito di rifiuti. Collocata strategicamente nei punti più critici, E-KILLER si confonde tra i rifiuti e, senza farsi notare, registra e documenta i trasgressori in azione, fornendo prove inconfutabili per l’identificazione e la sanzione degli autori. Oltre al contrasto dei reati ambientali, la nuova infrastruttura rafforza la prevenzione contro furti, atti vandalici e danneggiamenti. Un investimento sulla sicurezza di tutti, reso possibile anche grazie alla sinergia costante con le forze dell’ordine locali.

“Lo avevamo promesso: Adrano sarebbe rinata – dichiara l’ Amministrazione – oggi aggiungiamo un nuovo tassello alla costruzione di una città più moderna, vivibile e rispettata.” Quella messa in campo non è solo una rete di telecamere, ma una rete di fiducia e corresponsabilità tra istituzioni e cittadini.

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giudiziaria

Catania, omicidio Filippo Raciti, la Cassazione annulla risarcimento di Speziale allo Stato

La Suprema Corte, riconoscendo un difetto di motivazione, ha accolto la richiesta presentata dall’avvocato Giuseppe Lipera e ha cassato la decisione di secondo grado rinviando a un nuovo collegio

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La Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza della Corte d’appello di Catania, emessa l’8 giugno del 2023, che aveva condannato a 100 mila euro di risarcimento per danni d’immagine, in favore del ministero dell’Interno e della Presidenza del consiglio dei ministri, Antonino Filippo Speziale, condannato a otto anni di reclusione per l’omicidio preterintenzionale dell’ispettore di polizia Filippo Raciti, il 2 febbraio del 2007, negli scontri con gli ultra etnei fuori dallo stadio Massimino dove si disputava il derby col Palermo.

La Suprema Corte, riconoscendo un difetto di motivazione, ha accolto la richiesta presentata dall’avvocato Giuseppe Lipera e ha cassato la decisione di secondo grado rinviando a un nuovo collegio. Contro la decisione della Corte d’appello di Catania aveva presentato ricorso, che è stato rigettato dalla Cassazione, anche l’avvocatura dello Stato che aveva chiesto il ripristino del danno patrimoniale stimato in primo grado in 15 milioni di euro, in concorso con Daniele Natale Micale, anche lui condannato per la morte di Raciti, che era stato cassato in secondo grado.

Secondo la Cassazione “non è sufficiente la mera divulgazione delle immagini di un evento lesivo (riferendosi agli scontri degli ultras con le forze dell’ordine), ma è necessario dimostrare che da tale condotta sia derivato un effettivo pregiudizio all’immagine, intesa come reputazione” e ha sottolineato che “non è affatto detto che la visione di tali immagini abbia comportato discredito o una idea negativa dello Stato italiano e della sua capacità di reprimere le violenze”.

Il legale di Speziale l’avvocato Giuseppe Lipera ha affermato che la sentenza della Cassazione “segna un importante punto a favore di Antonino Speziale, annullando la condanna al risarcimento del danno all’immagine per le amministrazioni pubbliche e rinviando la questione alla Corte d’appello di Catania in diversa composizione anche per le spese del giudizio”.

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