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Cronaca

Catania, operazione “Pasqua e Pasquetta Sicura” ad opera dei CC del comando provinciale

“L’intensificazione dei servizi è già operativa nel capoluogo dai primi giorni del mese di aprile, nell’hinterland e nelle principali aree turistiche-dicono dal Comando provinciale- per assicurare una vigilanza efficace nei luoghi di aggregazione e lungo i principali assi viari”

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Il Comando Provinciale dei Carabinieri di Catania intensifica i servizi di prevenzione e rafforza la presenza sul territorio durante le festività pasquali con l’operazione “Pasqua e Pasquetta Sicura 2025”, finalizzata a garantire la sicurezza pubblica e il sereno svolgimento delle giornate festive in tutto il comprensorio etneo.

Servizi preventivi capillari in tutta la provincia.  L’operazione vede impiegati circa 900 militari, dislocati nelle 61 Stazioni, nelle 2 Tenenze e nelle 9 Compagnie distribuite sul territorio, supportati da unità dei Nuclei Radiomobile, della Compagnia d’Intervento Operativo (C.I.O.) del 12° Reggimento Carabinieri “Sicilia”, dello Squadrone Eliportato “Cacciatori di Sicilia”, delle Aliquote di Primo Intervento (A.P.I.), dai Carabinieri Forestali, dal Nucleo Ispettorato del Lavoro (N.I.L.) e dal 12° Nucleo Elicotteri di Catania – Fontanarossa.

L’intensificazione dei servizi è già operativa nel capoluogo dai primi giorni del mese di aprile, nell’hinterland e nelle principali aree turistiche, per assicurare una vigilanza efficace nei luoghi di aggregazione e lungo i principali assi viari, interessati dagli spostamenti legati alle tradizionali gite fuori porta.

 

Controlli nei luoghi di aggregazione e sicurezza urbana

 

Le pattuglie, sia in uniforme che in abiti civili, presidiano chiese, parchi, aree commerciali, fermate del trasporto pubblico, locali della movida e siti culturali. L’obiettivo è contrastare l’illegalità diffusa, come reati predatori, spaccio e uso di sostanze stupefacenti, con particolare attenzione ai contesti giovanili e alle zone residenziali temporaneamente lasciate incustodite.

 

Tutela delle persone più vulnerabili

L’operazione prevede anche attività di prossimità e prevenzione a favore delle persone considerate più esposte a rischi, come gli anziani, al fine di contrastare truffe e raggiri, particolarmente frequenti nei periodi festivi.

 

Tutela del decoro, della salute pubblica e della sicurezza sul lavoro

All’interno del piano straordinario “Pasqua e Pasquetta Sicura 2025”, particolare attenzione è stata rivolta alla tutela della salute collettiva, del decoro urbano e della legalità nei contesti commerciali, grazie anche al coinvolgimento delle articolazioni specialistiche dell’Arma, quali il Nucleo Ispettorato del Lavoro (N.I.L.) e il Nucleo Antisofisticazione e Sanità (N.A.S.).

In tale ambito, nel quartiere San Cristoforo di Catania da recente, i Carabinieri della Stazione di Piazza Dante, hanno eseguito un intervento mirato al contrasto del commercio abusivo e alla salvaguardia del decoro cittadino. Un 33enne è stato sanzionato per aver allestito irregolarmente un banco per la vendita di dolciumi pasquali: uova di cioccolato e colombe, sono state sequestrate e successivamente devolute in beneficenza. Contestualmente, sono state elevate sanzioni per occupazione abusiva di suolo pubblico e per la trasformazione non autorizzata di un’attività ambulante in postazione fissa, con il sequestro anche di prodotti ortofrutticoli.

Parallelamente, il N.I.L. di Catania ha svolto controlli su esercizi commerciali e laboratori alimentari della provincia, riscontrando violazioni in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro e impiego irregolare di manodopera. In un caso, le irregolarità accertate hanno comportato la sospensione dell’attività e l’applicazione di sanzioni amministrative.

 

Sicurezza stradale

Grande attenzione è riservata anche alla sicurezza stradale, con controlli intensificati lungo le arterie principali e nei pressi delle località turistiche, per prevenire condotte pericolose alla guida e tutelare l’incolumità di automobilisti e pedoni.

 

Vicinanza alle comunità – visita negli ospedali pediatrici

 

In occasione delle festività, i Carabinieri della Compagnia di Catania Fontanarossa e della Stazione di Catania Nesima hanno fatto visita ai reparti pediatrici di due importanti ospedali cittadini, donando uova di Pasqua ai piccoli pazienti. Un gesto semplice ma significativo, per regalare un sorriso a chi trascorrerà le festività lontano da casa.

Il Capitano Beatrice Casamassa, Comandante della Compagnia, insieme al Luogotenente Massimo Florio e al Maresciallo Capo Vincenzo Celeste, rispettivamente Comandante e Vice Comandante della Stazione di Nesima, ha avviato la visita presso l’ARNAS Garibaldi – Presidio Ospedaliero di Nesima, accolti dal Dott. Salvatore Gullotta, Vice Direttore Sanitario, e dal Dott. Antonio Palermo, Direttore del reparto, insieme al personale sanitario.

La visita è poi proseguita presso l’Azienda Ospedaliero-Universitaria Policlinico “Gaspare Rodolico – San Marco”, dove i militari sono stati ricevuti dal Dott. Gaetano Sirna, Direttore Generale, dal Dott. Paolo Adorno, Direttore del Presidio, dal Dott. Antonio Lazzara, Direttore Sanitario, e dalla Prof.ssa Giovanna Russo, responsabile dell’Unità Operativa di Oncologia Pediatrica.

Anche in questo caso, il momento di incontro si è trasformato in una concreta espressione di vicinanza e collaborazione tra istituzioni, nel segno della solidarietà e dell’attenzione verso i più piccoli.

Un impegno costante per la sicurezza e la serenità delle comunità

 

L’operazione “Pasqua e Pasquetta Sicura 2025” proseguirà per tutta la durata delle festività, con l’obiettivo di assicurare un clima di legalità, tranquillità e presenza attenta in ogni angolo della provincia.

 

Cronaca

Catania, spacca i finestrini delle auto e ruba al loro interno, arrestato 26enne

Si tratta di uno straniero di origini marocchine, individuato e bloccato dai poliziotti della volante, impegnati nel servizio notturno di controllo del territorio

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Ha preso di mira, senza motivo, alcune auto parcheggiate in via Coppola per creare dei danni e poi rovistare all’interno, alla ricerca di qualche oggetto da rubare.

L’uomo, uno straniero di origini marocchine di 26 anni, è stato individuato e bloccato immediatamente dai poliziotti della volante, impegnati nel servizio notturno di controllo del territorio.

Alcuni passanti hanno riferito ai poliziotti del folle gesto compiuto dal 26enne che, con un tubo in ferro colpiva i finestrini delle auto in sosta, mandandoli in frantumi. Effettivamente, gli agenti hanno notato il giovane mentre si liberava di un pezzo di ferro, che teneva in mano, gettandolo in strada e tentando di nascondersi tra le auto.

Con uno scatto fulmineo, per sottrarsi al controllo dei poliziotti, l’uomo ha tentato di scappare verso piazza Teatro Massimo, ma è stato rincorso dai poliziotti per alcuni metri. Dopo un breve inseguimento, è stato definitivamente bloccato in via Ciancio dai poliziotti che hanno dovuto faticare non poco per procedere al controllo, visto l’atteggiamento scarsamente collaborativo manifestato dall’uomo.

A seguito degli accertamenti effettuati sul posto, dalla banca dati in uso alle forze di Polizia a carico del 26enne sono emersi numerosi precedenti per reati contro il patrimonio.

A seguito delle denunce presentate dalle vittime dei danneggiamenti e dei furti all’interno degli abitacoli delle auto, i poliziotti hanno provveduto ad arrestare l’uomo per furto aggravato e tentato furto su auto. Sentito il PM di turno, il 26enne è stato condotto nelle camere di sicurezza della Questura, in attesa del rito per direttissima, all’esito del quale gli è stata applicata la misura della custodia cautelare in carcere.

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Cronaca

Sicilia, azionò il telecomando della strage di Capaci: Giovanni Brusca è libero

Dopo 25 anni di carcere e 4 di libertà vigilata, l’ex boss torna un uomo formalmente libero. Rabbia e amarezza tra i familiari delle vittime della strage di Capaci

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Giovanni Brusca, l’ex mafioso di san Giuseppe Jato, che il 23 maggio 1992 premette il tasto del telecomando che fece saltare in aria l’autostrada A29, uccidendo il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo e tre uomini della scorta, è oggi un uomo libero. Con la fine del periodo di libertà vigilata, imposto dalla magistratura di sorveglianza, si conclude formalmente il percorso giudiziario del boss che ha confessato oltre 100 omicidi. Brusca è stato considerato responsabile anche dell’organizzazione della strage di via D’Amelio e della pianificazione degli attentati del ’93 a Milano, Roma e Firenze oltre che di aver ordinato il rapimento e l’uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, imprigionato per 779 giorni e poi sciolto nell’acido. 

Brusca ha trascorso 25 anni in carcere. Arrestato nel 1996, divenne poi collaboratore di giustizia. Il suo pentimento –  inizialmente controverso – ha fornito un contributo determinante alla lotta contro Cosa Nostra, permettendo arresti eccellenti e la confisca di ingenti patrimoni mafiosi.

Ora vivrà sotto falsa identità, in località segreta, lontano dalla Sicilia, ancora protetto da un programma di sicurezza. Ma la sua scarcerazione ha riaperto ferite profonde, soprattutto tra i familiari delle vittime.

Maria Falcone: “Dolore e amarezza, ma questa è la legge voluta da Giovanni”

Maria Falcone, sorella del giudice ucciso, ha affidato a una nota le sue riflessioni: “Come sorella e come cittadina provo profondo dolore e amarezza. Ma come donna delle Istituzioni, riconosco che questa è la legge. Una legge, quella sui collaboratori di giustizia, voluta proprio da Giovanni per disarticolare Cosa Nostra dall’interno”.

Pur riconoscendo l’efficacia della collaborazione di Brusca, Maria Falcone sottolinea le zone d’ombra ancora esistenti, soprattutto sui beni riconducibili al boss: “La magistratura ha il dovere di continuare a indagare: colpire i mafiosi nei loro patrimoni è la pena più efficace”.

Tina Montinaro: “Questa non è giustizia”

Durissimo il commento di Tina Montinaro, vedova di Antonio, capo scorta di Falcone: “So che è stata applicata la legge, ma non è giustizia. Dopo 33 anni, non conosciamo ancora tutta la verità sulla strage. La liberazione di Brusca è un’offesa ai familiari e alla memoria delle vittime”.

Alfredo Morvillo: “Ha scontato la pena, ma resta un criminale”

Più sobria, ma altrettanto netta, la posizione di Alfredo Morvillo, fratello di Francesca Morvillo: “Non voglio commentare in positivo o in negativo. Brusca ha scontato la pena prevista dalla legge. Ma anche da uomo libero, resta un criminale”.

Pietro Grasso: “Con Brusca lo Stato ha vinto tre volte”

Una voce istituzionale, quella di Pietro Grasso – già procuratore nazionale antimafia ed ex presidente del Senato –  invita alla riflessione: “Capisco la rabbia, ma dobbiamo ricordare che la legge per cui Brusca oggi è libero fu voluta da Falcone. Senza collaboratori come lui, non avremmo smantellato la cupola mafiosa”. E aggiunge: “Se mai dovesse commettere un reato, non ci sarà alcuno sconto”.

Giuseppe Costanza, autista sopravvissuto: “Uccisero anche bambini, non dovrebbero uscire”

Parole amare anche da Giuseppe Costanza, autista del giudice Falcone sopravvissuto alla strage: “Brusca è libero, ma Falcone e gli altri sono nella tomba. Questa è giustizia?”. E conclude con sarcasmo amaro: “Adesso festeggiamo la liberazione. Viva l’Italia”.

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