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Cronaca

Catania, rinvenute armi e droga negli alloggi popolari di Viale Moncada e Nitta

Grazie al fiuto dei due cani “Maui” e “Yocco” trovate della marijuana nonche fucili e proiettili

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A Catania agenti della polizia di stato con l’ausilio dei cani antidroga e anti esplosivo “Maui” e “Yocco” hanno rinvenuto armi e droga nascosti nei muri e nel vano ascensore degli edifici popolari di viale Moncada e viale Nitta, nel quartiere di Librino.  Grazie al fiuto dei due cani “Maui” e “Yocco”, in una parete del vano ascensore di un edificio popolare di viale Moncada, gli agenti hanno notato un mattone incassato che, una volta estratto, ha permesso di rinvenire un foro particolarmente profondo al punto tale da riuscire a contenere un fucile e 5 grammi crack.

A pochi passi, in un altro edificio, grazie al fiuto del cane anti esplosivo “Maui” è stato trovato un fucile sovrapposto, con matricola abrasa, una canna da fucile e diverse munizioni calibro 12 e 38, nascosti nel vano ascensore dello stabile. Tra i cespugli a ridosso dell’immobile, il cane antidroga “Yocco” ha consentito agli agenti di individuare una busta contenente 900 grammi di marijuana.

I controlli effettuati in viale Nitta hanno fatto emergere una base logistica ricavata in un appartamento, posto sotto sequestro giudiziario e usata dai pusher per lo spaccio di sostanze stupefacenti. All’interno sono stati trovati 1,2 kg di marijuana, occultati all’ interno di un frigorifero bilancini di precisione e materiale per il confezionamento. Inoltre, sono stati trovati parti di scooter di provenienza furtiva imballati con una pellicola, pronti per essere venduti.

Cronaca

Palazzolo Acreide, tragedia in associazione disabili: morto un bambino di 10 anni

Sul posto i Vigili del Fuoco e i soccorritori del 118

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Una donna e un bambino di 10 anni sono precipitati questo pomeriggio all’interno di un pozzo profondo 15 metri, per metà pieno di acqua, in Contrada Falabia a Palazzolo Acreide. Secondo le prime ricostruzioni la vittima sarebbe un utente dell’associazione Anffas che si occupa di bambini con disabilità. La donna di 54 anni, invece, sarebbe un’operatrice della struttura. A nulla sono valsi, per il piccolo, i soccorsi dei Vigili del Fuoco speleo alpino fluviali che si sono portati sul posto. Ad essere recuperata in vita dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco è stata invece la donna che è stata poi affidata alle cure del personale del 118 intervenuto sul posto. Al momento non sono note le cause dell’incidente.

+++NOTIZIA IN AGGIORNAMENTO+++

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Cronaca

Acireale, condanna definitiva per 71enne che durante lite in Chiesa ferì carabiniere

Si tratta di Camillo Leocata il quale nel settembre del 2021 ha sparato un colpo di pistola, ferendo Sebastiano Giovanni Grasso, un carabiniere libero dal servizio intervenne per aiutare i colleghi a sedare una rissa nella parrocchia di Santa Maria degli Ammalati durante una Prima comunione

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E’definitiva la condanna a 12 anni di reclusione, emessa dalla Corte d’Appello di Catania, per Camillo Leocata, l’uomo di 71 anni che il 5 settembre del 2021 ha sparato un colpo di pistola, ferendolo gravemente il vicebrigadiere dei carabinieri Sebastiano Giovanni Grasso, di 43 anni, che, fuori dal servizio, era intervenuto per aiutare suoi colleghi a sedare una rissa nella chiesa di Santa Maria degli Ammalati, frazione di Acireale, durante una Prima comunione. Leocata è accusato di tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco.  Nelle scorse ore la Cassazione non ha accolto i ricorsi presentati sia dal legale di Leocata, l’avvocato Michele Ragone, che aveva sostenuto la tesi dell’eccesso colposo di legittima difesa, sia dalla Procura generale di Catania e dalle parti civili sull’esclusione delle aggravanti.

Sono state confermate, in secondo grado, le pene accessorie e le statuizioni civili, fissate in 805 mila euro alla vittima della sparatoria, che era in chiesa per la Prima comunione del figlio ed ha subito gravi danni al canale midollare a una vertebra cervicale, e 20 mila euro al ministero della Difesa- Comando generale dei Carabinieri. Leocata, che era agli arresti domiciliari, è stato già condotto in carcere.

I processi sono stati celebrati con rito abbreviato. In primo grado l’imputato era stato condannato a 17 anni e 4 mesi di reclusione.  Il movente della rissa, secondo la Procura, era da collegare all’assegnazione dei posti in chiesa per la Prima comunione anche del nipote dell’arrestato, i cui genitori sono separati. Leocata ha sostenuto di essersi allontanato durante la funzione per andare casa a prendere la pistola “dopo avere percepito le minacce rivolte al figlio dai parenti dell’ex moglie” e che, durante una colluttazione, ha sparato “contro una persona che non ho ben capito che stesse facendo, se colpendo o no mio figlio”. Poi l’uomo sarebbe rimasto con la pistola in mano “nonostante i carabinieri gli avessero intimato più volte di metterla giù, il tutto fino all’intervento di suo figlio che, con un gesto repentino, gliela sfila dalla mano”.

 

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