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Etna, “cratere a pozzo” in prossimità della Bocca Nuova

Continua l’attività stromboliana dal cratere di Sud-Est. Prosegue attività effusiva alla base della Bocca Nuova

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L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Osservatorio Etneo, comunica che le osservazioni effettuate sul terreno da personale INGV-OE hanno rivelato la presenza di un piccolo cratere a pozzo degassante sul fianco meridionale del cratere Bocca Nuova ad una quota di circa 3100 m slm. Alle ore 06:00 UTC è iniziato un modesto trabocco lavico dal Cratere di Sud-Est, formando un piccolo flusso sull’alto fianco meridionale del cratere; attualmente questo trabocco è in via di esaurimento ed in raffreddamento. Al medesimo Cratere di Sud-Est continua l’attività stromboliana iniziata ieri sera. Inoltre si osserva la continuazione dell’attività effusiva a regime variabile dalla fessura alla base meridionale del cratere Bocca Nuova, formando un braccio lavico a sud del campo lavico delle ultime settimane. Nelle ore successive al precedente comunicato, l’ampiezza media del tremore vulcanico è continuata ad incrementare gradualmente ed intorno alle ore 00:30 UTC di oggi ha prima
raggiunto l’intervallo dei valori alti ed intorno alle ore 03:30 UTC il valore massimo, sul quale si è grossomodo stabilizzata sino allo stato attuale. Le localizzazioni del centroide delle sorgenti del tremore risultano ubicate in corrispondenza del Cratere di Sud-Est ad una elevazione di circa 2900 m sopra il livello del mare. E’ proseguita nel corso della notte e perdura fino allo stato attuale una vivace e continua l’attività infrasonica. Gli eventi infrasonici, che mostrano ampiezze con valori medi, risultano localizzati al Cratere di Sud-Est. Tra le 7 e le 10 UTC le stazioni clinometriche di Monte Conca e Rifugio Citelli hanno registrato un transiente deformativo inferiore ai 2 microradianti. Le altre stazioni della rete clinometrica e i dati GPS non mostrano variazioni significative.

Foto: Luigi Crispi

Cronaca

Bronte, sequestrati e sanzionati veicoli e motoveicoli fuoristrada non in regola

In via Generale Giovanni Ameglio i carabinieri hanno fermato due motociclisti con moto enduro, probabilmente di ritorno da un’escursione fuoristrada nelle campagne circostanti. I militari hanno accertato gravi violazioni alle norme del Codice della Strada

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A Bronte i militari della locale stazione hanno intensificato, in questi giorni, l’attività di controllo del territorio, concentrandosi sia sulle aree urbane che su quelle periferiche, rurali e montane del comprensorio etneo.  I  servizi dell’Arma mirano a garantire una fruizione sicura e ordinata delle aree naturalistiche dell’Etna, scoraggiando comportamenti illeciti e pericolosi, come l’uso irregolare di veicoli fuoristrada nei luoghi non consentiti.

La disciplina dell’enduro, praticata su percorsi naturali e spesso sterrati, rappresenta una forma di motociclismo profondamente legata al territorio, apprezzata da tanti appassionati per il contatto diretto con la natura, la sfida tecnica e il senso di libertà che offre. La stragrande maggioranza degli enduristi è composta da sportivi corretti, che scelgono di circolare utilizzando percorsi autorizzati.

Tuttavia, persistono ancora casi, fortunatamente sporadici, di comportamenti irregolari e pericolosi, con mezzi fuoristrada – non solo motocicli da enduro, ma anche autoveicoli come SUV, quad e 4×4 – che attraversano zone protette, aree paesaggisticamente vincolate o proprietà private, arrecando danni all’ecosistema e mettendo a rischio la sicurezza di altri frequentatori del territorio, come escursionisti, agricoltori o famiglie.

Tali condotte, oltre a violare le normative vigenti, comportano sanzioni pesanti, tra cui il sequestro dei veicoli, e contribuiscono a gettare discredito su un’intera comunità di sportivi rispettosi, che invece si impegnano quotidianamente a vivere e valorizzare il territorio nel pieno rispetto delle regole.

È proprio nell’ambito di questi servizi straordinari di controllo che, domenica sera, nel centro cittadino di Bronte – in via Generale Giovanni Ameglio – i carabinieri hanno fermato due motociclisti con moto enduro che, con tutta probabilità, erano di ritorno da un’escursione fuoristrada nelle campagne circostanti.

All’esito del controllo, i militari hanno accertato gravi violazioni alle norme del Codice della Strada, alle quali i conducenti devono attenersi rigorosamente anche quando i veicoli vengono utilizzati su sterrato o in ambienti naturali. I due centauri controllati sono risultati, infatti, privi di revisione, assicurazione e targa e, solo uno, condotto da persona sprovvista di patente di guida.

Le sanzioni elevate hanno raggiunto un importo complessivo di 6.400 euro. In particolare, in un caso è stato disposto il fermo amministrativo del veicolo per tre mesi, mentre nell’altro caso è scattato, oltre al fermo per tre mesi, anche il sequestro del mezzo.

Nel corso dello stesso servizio, i Carabinieri hanno inoltre identificato 19 persone e controllato 9 veicoli, elevando ulteriori sanzioni per violazioni al Codice della Strada per un importo complessivo superiore a 1.000 euro.

 

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Catania, riunione in Prefettura, potenziare presidio nei pressi crateri sommitali Etna

Nel corso dell’incontro si è parlato delle modalità di fruizione delle zone sommitali dell’Etna e alla definizione delle misure di prevenzione e gestione delle emergenze connesse all’attività eruttiva del vulcano

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Si è tenuta ieri a Catania nella sede della Prefettura una riunione convocata e presieduta dal Prefetto, Pietro Signoriello, d’intesa con il Dipartimento Regionale della Protezione Civile, finalizzata all’esame delle modalità di fruizione delle zone sommitali dell’Etna e alla definizione delle misure di prevenzione e gestione delle emergenze connesse all’attività eruttiva del vulcano.

All’incontro hanno preso parte, oltre al Dirigente del Dipartimento Regionale della Protezione Civile di Palermo, i rappresentanti della Città Metropolitana di Catania, i Sindaci dei Comuni dell’area etnea, i vertici delle Forze dell’Ordine, del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, dell’INGV, della Polizia Stradale, della Guardia di Finanza, del Corpo Forestale, della Commissione Straordinaria del Comune di Randazzo, nonché i responsabili delle strutture territoriali dell’ANAS, del Parco dell’Etna, del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico, e del Collegio Regionale delle Guide Alpine e Vulcanologiche della Sicilia.

Nel corso della riunione, è stata condotta un’attenta analisi dei profili connessi alla sicurezza, alla viabilità e all’incolumità pubblica, con riferimento sia alle aree di maggiore afflusso turistico sia ai tratti stradali di accesso alle zone più esposte del vulcano. È stata, in particolare, condivisa l’esigenza di adottare misure preventive e tempestive di gestione delle eventuali situazioni di rischio derivanti da fenomeni eruttivi o da altre emergenze vulcaniche. Il Prefetto ha invitato ad attenzionare i profili di comunicazione preventiva agli utenti e il tema dell’inibizione degli accessi in caso di allarme. Sul punto, assumono un ruolo fondamentale, da un lato, le ordinanze immediate dei sindaci, da diffondere avvalendosi di tutti i possibili strumenti offerti dalla tecnologia, dall’altro, l’organizzazione di un sistema programmato e composito di turnazione ai cancelli, in maniera da realizzare un automatismo che inibisca gli accessi in situazione di preallarme e renda il sistema resiliente a qualunque scenario.

Il capo della protezione civile regionale Salvo Cocina ha evidenziato come, nell’ultimo evento piroclastico del 2 giugno scorso, nonostante il tempestivo allarme diramato dalle 5:30 del mattino dal suo dipartimento a seguito di comunicazione di INGV, diverse persone si trovavano in aree interdette e situazione di grave pericolo. Ciò conferma la necessità di potenziare il sistema di controllo attraverso la prioritaria pianificazione di turnazioni per il presidio delle vie di accesso alle aree a maggior rischio.

Cocina ha quindi comunicato che il dipartimento ha definito le nuove procedure di allertamento aggiornate con i nuovi scenari di rischio elaborati da INGV comprendenti ad esempio quello dei notevoli flussi piroclastici del 2 giugno. La protezione civile regionale sta inoltre valutando un sistema di allarme con sirene come già installato a Stromboli. Cocina ha confermato la disponibilità del volontariato di protezione civile da associare alle forze dell’ordine per il presidio dei cancelli e l’assistenza alla popolazione nonché di contributi finanziari per i comuni per consentire le attività in extra orario delle polizie locali per i cancelli.

Sul punto, il Prefetto ha ribadito che occorre mettere in campo tutte le forze disponibili (forestali, ANAS, Polizia locale, Vigili del fuoco, volontariato e quant’altro possibile) perché presidino e inibiscano il transito nell’ambito di un coordinamento curato dalla Questura e, in particolare, dalla specialità della Polizia stradale, quale capofila di un sistema complesso che provveda alla calendarizzazione di una turnazione semestrale. In merito, ha invitato a ragionare come sistema per superare le difficoltà, anche di ordine economico, opposte dai Comuni relativamente all’impiego di personale di Polizia municipale al di fuori dei territori di competenza.

Le istituzioni coinvolte hanno convenuto sull’opportunità di rafforzare il coordinamento operativo tra tutti gli enti territorialmente competenti, al fine di garantire una fruizione sicura dell’Etna da parte di cittadini e visitatori, anche attraverso la predisposizione di specifici protocolli di intervento e l’adozione di strumenti di monitoraggio costante dell’attività vulcanica. Il direttore della Sezione Osservatorio Etneo dell’INGV, Stefano Branca, ha confermato che l’Etna dispone del primo sistema automatico di allerta per eventi parossistici al mondo.

L’Etna negli ultimi decenni è cambiata sia come modo di eruttare sia come assetto morfologico. In merito Branca ha prospettato la diversità di due profili: da un lato, le aree sommitali, in relazione alle quali il sistema di allerta automatico ha efficacemente ristretto i tempi di comunicazione dei livelli di allerta; dall’altro, la zona di pericolosità permanente, in cui possono verificarsi eventi imprevedibili e alla quale dovrebbe essere sempre precluso l’accesso.

In conclusione, il Prefetto, ha chiesto l’avvio di un Tavolo speditivo per individuare i punti in cui realizzare i cancelli e, in immediata successione, l’attivazione di un Tavolo tecnico, aperto a un coinvolgimento massimo, finalizzato a pianificare un sistema di turnazione semestrale nel presidio delle vie di accesso. Il tavolo sarà convocato dalla protezione civile regionale già martedì due luglio.

 

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