Etna ancora in movimento con il 14simo evento parossistico andando in scena questa notte, sempre dal cratere di sud-est. Attività parossistica durata diverse ore e conclusasi poco prima delle 7.30 di oggi. Anche in questa circostanza il fenomeno è stato caratterizzato da fontana di lava, emissione di cenere eruttiva, ricaduta sul versante sud-orientale del vulcano, boati uditi a grande distanza e una colata lavica che si è diretta verso la parte occidentale della desertica Valle del Bove. Gli esperti dell’Ingv hanno accertato che l’ampiezza del tremore è tornata a livelli medi, mentre le sorgenti sono state localizzate nel cratere di sud-est ad una profondità di circa 2000 metri. Il segnale infrasonico non ha rilevato attività vulcanica.
L’istituto nazionale di geofisica e vulcanologia ha rilevato l’esistenza di una moderata attività stromboliana. A causa della copertura nuvolosa l’osservazione dell’attività è stato molto limitata e discontinua. L’evento di questa notte è stato accompagnato da violenti boati che hanno fatto tremare infissi e svegliato persone che abitano nei paesi alla pendici dell’Etna. Un fenomeno dovuto all’emissione di gas dai crateri sommitali che rientra nella tradizionale attività del vulcano e che ha a provocato tanta apprensione tra i cittadini residenti nei comuni ai piedi dell’Etna.
“Niente di preoccupante –spiega il vulcanologo Boris Behncke sulla propria pagina “Facebook “- I boati sono segni che su in cima all’Etna stanno esplodendo bolle di lava, in un’atmosfera piuttosto umida e nuvolosa, che amplifica i suoni. Le onde di compressione causate dalle esplosioni fanno tremare vetri, porte, serrande, insomma, tutto ciò che può tremare. Ma finisce qui, i boati non sono segno di qualcosa di terribile che sta per avvenire”. Il nuovo parossismo del vulcano non ha inciso sull’operatività dell’aeroporto internazionale Vincenzo Bellini di Catania.