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Politica

Il “Cavaliere” ha perso il suo ultimo duello

Giorgia Meloni: “Silvio Berlusconi era soprattutto un combattente. Addio Silvio”

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Il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi si è spento questa mattina, alle ore 9:30, all’età di 86 anni, nella sua stanza dell’ospedale San Raffaele di Milano dove era ricoverato per effettuare degli accertamenti programmati legati alla leucemia mielomonocitica cronica di cui soffriva da tempo. Il fratello Paolo e i figli Eleonora, Barbara, Marina e Pier Silvio si sono recati questa mattina all’ospedale San Raffaele nel giro di pochi minuti l’uno dall’altro prima che le principali agenzie diffondessero la notizia della morte. Cinque figli avuti da due mogli (Carla Dall’Oglio e Veronica Lario), diverse compagne (Francesca Pascale e l’attuale Marta Fascina) e sedici nipoti, sono i numeri che fanno emergere due aspetti forti dell’essere di Berlusconi: l’amore per le donne e per la famiglia.

Raccontare la figura del “Cavaliere” è indubbiamente difficile. Berlusconi è certamente uno dei personaggi più controversi degli ultimi 30 anni di politica italiana. Imprenditore di grande successo, padre delle Tv private, presidente del Milan e del Monza, ricoprì per 3 volte il ruolo di Presidente del Consiglio dal 1994 al 2011, raggiungendo il traguardo del presidente con più giorni in carica (3339 giorni) della nostra Repubblica. Se per metà degli italiani rappresenta forse il leader politico più importante dopo Andreotti, per l’altra metà rappresenta la parte oscura del potere. Ma lui era così: o lo si amava o lo si odiava. Un uomo, oltre che un politico, che durante la sua carriera politica dovette affrontare innumerevoli processi – tra cui quelli legati alla trattativa Stato-Mafia – senza dimenticare quelli legati al “bunga bunga”. Oltre 30 i procedimenti penali in cui fu imputato, dove gli furono contestati reati che vanno dalla corruzione al concorso in strage, dal falso in bilancio alla concussione, fino al vilipendio all’ordine giudiziario e alla prostituzione minorile. Ma se da un lato fu l’uomo più imputato d’Italia, dall’altro fu parimenti quello che concluse tutti i procedimenti a suo carico (eccetto uno) con assoluzioni, non luogo a procedere o prescrizioni. L’unica condanna diventata definitiva fu quella a 4 anni di carcere (di cui 3 coperti dall’indulto) – di cui 3 coperta da indulto e la rimanente parte scontata con l’affidamento in prova ai servizi sociali – emessa nel 2013 a seguito di una frode fiscale di 7,3 milioni di euro commessa con la compravendita dei diritti tv Mediaset quando era presidente del Consiglio.

Ma Berlusconi, non dimentichiamo, fu anche un apprezzato leader a livello politico e riconosciuto statista a livello internazionale, artefice – tra le altre cose – della famosa stretta di mano tra l'”amico” Putin ed il presidente americano George W. Bush a Pratica di Mare, che rappresentò l’inizio della fine di più di 50 anni di guerra fredda tra le due super potenze mondiali. Ed in ultimo, fu proprio Berlusconi a cercare una mediazione col Presidente russo, per la risoluzione del conflitto in Ucraina; a malincuore, commentò: “ho chiamato Putin due volte, non mi ha risposto”. Tanti i messaggi di cordoglio che sono giunti in maniera unanime dai vari leader politici, alla diffusione della notizia della sua morte. Tra questi anche il premier Giorgia Meloni che si è espressa in questo termini: “Silvio Berlusconi era soprattutto un combattente, era un uomo che non aveva mai avuto paura a difendere le sue convinzioni e sono state esattamente quel coraggio e quella determinazione a farne uno degli uomini più influenti della storia d’Italia, a consentirgli di imprimere delle vere e proprie svolte nel mondo della politica, della comunicazione e dell’impresa. Con lui l’Italia ha imparato che non doveva mai farsi imporre dei limiti. Ha imparato che non doveva mai darsi per vinta. Con lui noi abbiamo combattuto, vinto, perso molte battaglie. E anche per lui porteremo a casa gli obiettivi che, insieme, ci eravamo dati. Addio Silvio”. La salma dell’ex premier verrà oggi trasportata nella sua abitazione, a Villa San Martino ad Arcore, dove all’esterno sono stati lasciati i primi mazzi di fiori. Domani sarà allestita la camera ardente presso gli studi Mediaset a Cologno Monzese e mercoledì saranno celebrati i funerali – probabilmente di Stato – all’interno del Duomo di Milano. Le operazioni per la traslazione della salma sono già in corso.

 

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Biancavilla, la studentessa Paola Ventura selezionata per il parlamento europeo giovani

“Con il suo impegno e la sua passione, la studentessa di Biancavilla incarna i valori di cittadinanza attiva e spirito europeo che desideriamo trasmettere alle nuove generazioni” ha detto il sindaco Antonio Bonanno

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Selezionata per rappresentare l’Italia alla Sessione Internazionale del Parlamento Europeo Giovani a Cracovia in programma il prossimo mese di agosto. E’ la studentessa biancavillese Paola Ventura del liceo Cutelli-Salanitro di Catania Paola Ventura. “A  nome dell’Amministrazione comunale e dell’intera comunità di Biancavilla, esprimo le più sentite congratulazioni a Paola Ventura per l’importante traguardo raggiunto ed è motivo di grande orgoglio per tutti noi” A parlare è il sindaco di Biancavilla Antonio  Bonanno.  Paola è una dei soli tre studenti italiani scelti per rappresentare il Comitato Nazionale Italiano in questa prestigiosa occasione.

“Con il suo impegno e la sua passione, la studentessa di Biancavilla incarna i valori di cittadinanza attiva e spirito europeo che desideriamo trasmettere alle nuove generazioni- dice Bonanno- Siamo certi che saprà rappresentare al meglio la città di Biancavilla e il nostro Paese in questa prestigiosa occasione- ha proseguito il primo cittadino biancavillese il quale ha espresso il proprio ringraziamento

al Liceo “Mario Cutelli e Carmelo Salanitro” per aver saputo “valorizzare e accompagnare i talenti dei propri studenti. Paola è un esempio luminoso di come i giovani possano essere protagonisti del futuro dell’Europa”.

 

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Paternò, consiglio comunale sulla sicurezza in città, botta e risposta tra il presidente Tripoli e il PD

“Non consento attacchi da chi ha peso politico uguale a zero” ha scritto il presidente dell’assise civica. Replica del PD: “In un consiglio comunale ‘aperto’ dovrebbe essere consentito a tutti di intervenire, al di là del peso politico che lei attribuisce agli altri. Si chiama democrazia”.

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Continua a tenere banco a Paternò, la seduta consiliare di giovedì sera in cui è stata affrontata la problematica sicurezza. Alla seduta erano stati invitati il presidente dell’Ars Gaetano Galvagno e il deputato nazionale Francesco Ciancitto, entrambi esponenti di Fratelli d’Italia.

La presenza degli esponenti del partito di Giorgia Meloni non sarebbe stata gradita dal locale circolo del Partito Democratico  il quale in una nota stampa aveva stigmatizzato la sola presenza dei meloniani criticando il presidente del consiglio Marco Tripoli: “Vergognoso quello che poi ha fatto nella stessa serata Fratelli d’Italia che- complice un Presidente del Consiglio, che pare sia in procinto di transitare tra le fila di questo Partito- ha convocato una seduta di Consiglio Comunale aperta guarda caso solo alla deputazione di Fratelli d’Italia” scrivevano nella nota i DEM di Paternò.

Un “pensiero” mal digerito dal presidente Marco Tripoli “Non consento attacchi da chi ha peso politico uguale a zero. Il PD paternese non si smentisce mai” dice Tripoli in una nota attraverso la quale ricostruisce i fatti:La seduta aperta straordinaria ed urgente di giovedì è stata voluta ufficialmente dal Sindaco con la richiesta di estendere l’invito ai nostri concittadini Deputati Nazionali e Regionali, che ad oggi risultano essere solo il Presidente dell’Ars l’On. Galvagno ed il Deputato Nazionale l’On. Ciancitto.

Cosa pretendeva il Pd Paternese  non avendo nessun eletto in Consiglio Comunale, nessun rappresentante alla Regione, tanto meno nessun Deputato Nazionale? Ribadisco quindi che i rappresentanti del Pd, come quelli di altre forze politiche, alla pari di qualsiasi altro comune cittadino, hanno comunque avuto la possibilità di assistere ai lavori del Consiglio comunale” ha concluso Tripoli.

Il Partito Democratico attraverso la propria  pagina social replica, specificando che “Marco Tripoli dice che il PD non ha esponenti in consiglio comunale. Si sbaglia, abbiamo proprio il Presidente del consiglio. Non ricorda? Gli rinfreschiamo la memoria. Nel 2023 lei si recò a votare alle primarie del PD per l’elezione del Segretario nazionale, sottoscrivendo un documento di adesione ai valori del partito. Memoria corta.  Al di là della celia, comunque, in un consiglio comunale ‘aperto’ dovrebbe essere consentito a tutti di intervenire, indipendentemente dal peso politico che lei- con qualche errore di prospettiva-attribuisce agli altri. Si chiama democrazia” si chiude così il post del Partito Democratico.

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