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Cronaca

Il presidente di Exit Italia, Emilio Coveri, interrogato in Procura a Catania

Continua l’attività di indagine della Magistratura del capoluogo etneo, sulla morte con suicidio assistito della paternese, Alessandra Giordano.

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Nuovo atto nella vicenda legata al caso del suicidio assistito della 46enne paternese Alessandra Giordano, morta lo scorso 27 marzo, in una clinica della “Dignitas” a Forch, in Svizzera. In Procura, a Catania, è stato ascoltato il presidente dell’associazione “Exit Italia”, Emilio Coveri, gruppo che sostiene la causa dell’eutanasia come libera scelta di vita o di morte. Coveri, nell’ambito dell’indagine, affidata al Pubblico ministero Angelo Brugaletta, è stato iscritto nel registro degli indagati.

Poco più di un’ora l’interrogatorio di Coveri, con il PM che sta conducendo l’indagine Angelo Brugaletta che ha tentato di capire soprattutto il rapporto che si era instaurato tra Alessandra Giordano ed Emilio Coveri.

“I miei rapporti con la Giordano erano come qualsiasi altro associato – evidenzia il presidente Coveri -. Non posso aggiungere altro.  Quante volte ci siamo sentiti con la Giordano è oggetto di indagine. Non è, comunque, il fatto di quante volte ci siamo sentiti. La Procura deve decidere sulla base degli atti che ha. Ripeto, non posso dire niente perché è oggetto di indagine. Quelle che mi sono state mosse sono accuse gravi. Ho chiarito la mia posizione, adesso la Magistratura farà il suo corso. Ho rilasciato tutte le dichiarazioni ed ho risposte a tutte le domande che mi sono state poste.  Il verbale è stato secretato, su quanto ho dichiarato al magistrato non posso dire nulla – conclude il presidente di Exit Italia.”

Proprio i rapporti tra Coveri e la Giordano sono al centro dell’attività di indagine e l’inchiesta della Procura ha lo scopo di capire se la donna era talmente fragile da essere stata indotta verso il suicidio o se invece ha deciso di morire in assoluta autonomia. Intanto, in una nota, diffusa ieri, dall’associazione Exit Italia si legge che “Coveri ha voluto chiarire al PM che la signora Giordano gli aveva confidato che da più di otto mesi non aveva avuto contatti con la sua famiglia per cui riesce difficile capire come ad un tratto il fratello e la madre si siano interessati a lei nel momento in cui era ormai già a Zurigo.” Sempre nel comunicato, altro elemento importante è legato al fatto che si afferma che “Alessandra Giordano non era affatto malata di depressione bensì era affetta dalla sindrome di Eagle che le aveva procurato dolori atroci e le aveva fatto perdere anche il lavoro di insegnante in quanto non poteva restare in piedi per più di pochi minuti. D’altro canto – si legge sempre nel comunicato della Exit Italia -, tutti sanno che la Dignitas non accetta persone le quali non siano affette da una patologia grave, irreversibile, clinicamente accertata e senza più possibilità di guarigione.” 

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Chiesa

Mascali, sequestrate dai carabinieri discariche abusive, tre persone denunciate

Sono stati controllati 3 terreni nei quali i proprietari avrebbero lasciato scarti di materiali edili e rifiuti ferrosi

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Rimane alta l’attenzione del comando provinciale carabinieri di Catania per contrastare le varie forme di illegalità diffusa e garantire il rispetto delle norme dedicate alla tutela ambientale. Cosi a Mascali i militari della locale stazione Carabinieri hanno controllato i fondi agricoli situati nei pressi del torrente esondato “Salto del Corvo”, in località Nunziata, all’altezza dell’intersezione con la strada provinciale.

In particolare, sono stati controllati 3 terreni nei quali i proprietari avrebbero lasciato scarti di materiali edili e rifiuti ferrosi. L’accesso ispettivo al primo fondo, di proprietà di un 63enne di Calatabiano titolare di un negozio di ferramenta ed edilizia, ha consentito ai carabinieri di scoprire una vera e propria discarica abusiva di scarti di lavori edili e rifiuti ferrosi.

Nel terreno di un 42enne di Mascali, invece, oltre ai rifiuti provenienti da lavori edili, gli investigatori hanno accertato che sono stati accatastati anche pneumatici e tubi di gomma che poi sono stati  dati alle fiamme, con grave danno per l’ambiente e per la cittadinanza, visti i fumi tossici rilasciati dalla combustione. Infine, nella proprietà di un autotrasportatore 40enne, residente a Riposto, i militari dell’Arma hanno assistito ad un mutamento della destinazione d’uso del terreno agricolo, trasformato in una cava abusiva e riempito anche di rifiuti divario genere, da pezzi di ferro a parti in cemento.

Tutti e tre i terreni sono stati sequestrati e dovranno essere bonificati, eliminando i rifiuti secondo le modalità previste dalla normativa ambientale, mentre i proprietari sono stati denunciati penalmente per aver realizzato e gestito una discarica abusiva, e il 40enne anche per aver allestito una cava senza alcuna autorizzazione.

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Chiesa

Catania, sullo scooter con un minore contromano per evitare controlli, arrestato

Alla vista degli agenti l’uomo ha cercato di dileguarsi, imboccando viale Ulisse a velocità sostenuta e in senso contrario a quello di marcia, fermandosi solo dopo scontro con un’auto

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Avrebbe cercato di sfuggire ai controlli della Polizia di Stato, scappando per le vie della città in scooter, mettendo a repentaglio la sicurezza sua, del figlio minorenne che viaggiava con lui e degli altri utenti della strada. A rendersi protagonista di un pomeriggio particolarmente movimentato è stato un catanese di 37 anni che, dopo un pericoloso inseguimento, è stato arrestato dagli agenti della “Squadra Moto Volanti” per resistenza a pubblico ufficiale.

In particolare i poliziotti hanno notato l’uomo che transitava in viale Ulisse, all’altezza di un fast food ivi ubicato, in sella al suo motociclo senza il prescritto casco protettivo; con lui vi era un passeggero, un ragazzo senza casco, che poi si è appurato essere figlio minorenne del conducente del mezzo a due ruote.  Alla vista degli agenti, l’uomo ha cercato immediatamente di dileguarsi, imboccando viale Ulisse a velocità sostenuta e in senso contrario a quello di marcia.

I poliziotti l’hanno tallonato durante la sua folle corsa senza mai perderlo di vista. L’uomo ha continuato a sfrecciare noncurante dell’intenso traffico veicolare, facendo accesso addirittura in un parco pubblico pieno di persone, nei pressi di via Colnago, cercando di dileguarsi tra i vicoli, particolarmente stretti, della zona per poi tornare su viale Ulisse nel senso contrario a quello di marcia.

Nonostante i ripetuti alt intimati dai poliziotti con i dispositivi sonori e luminosi, il 37enne è andato avanti fino a quando non si è scontrato contro un’autovettura che stava percorrendo regolarmente il tratto viario. L’uomo è stato cosi definitivamente bloccato, finendo successivamente ai domiciliari.

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