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Marco, il giovane infermiere licodiese in prima linea in un Covid Hospital lombardo

La testimonianza di chi lotta ogni giorno in trincea per salvare i positivi in rianimazione

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Tra le tante testimonianze, che arrivano dagli ospedali italiani nei giorni dell’emergenza Coronavirus, c’è quella davvero toccante di Marco Scandurra. Un giovane di 27 anni, originario di Santa Maria di Licodia, che dalla laurea nel 2015, ha prestato servizio come infermiere specializzato in diverse strutture sanitarie sia private che pubbliche della Lombardia.

Solo pochi mesi ha vinto il concorso per lavorare nella terapia intensiva neonatale di Varese, ma non ha avuto neanche il tempo di prendere servizio, che è stato subito catapultato nel reparto di rianimazione che sta ospitando pazienti Covid-19 della provincia lombarda. Qui, tutti e 12 i letti disponibili sono occupati da contagiati dal nuovo virus. I più giovani hanno 32 e 38 anni. «Non ho mai visto nulla del genere in 5 anni di professione, – ha detto al telefono Marco – e mai avrei pensato di vivere una emergenza di tale portata».

Il peso della situazione, lo si avverte dai silenzi, dalle pause, dal racconto lento del giovane. E lo si può vedere dai segni che la mascherina lascia sul suo volto dopo 8 ore di turno di lavoro.

«Come se di colpo tutto fosse cambiato, – dice Marco – è diverso il modo di lavorare e vedere chi mi sta accanto quando lavoro. Tutto comincia con la vestizione. Ci vogliono minimo 20 minuti per indossare correttamente i dispositivi di protezione individuale e bisognare essere almeno in due.  Ognuno diventa guardiano dell’altro. Non sono concessi errori, distrazioni. Nulla è concesso. Bere, toccarsi, liberarsi persino respirare. Lo si fa lentamente, collegando mente e corpo. Perché insieme in quella tuta, sotto il camice, dentro la mascherina, sotto la visiera e caschetto, tutto deve essere mirato a far si che mente e corpo non cedano».

Marco quando finisce il turno non ha nessuno a casa ad aspettarlo, vive da solo, mentre i suoi genitori, sua sorella, suo fratello e i suoi nipotini sono tutti in Sicilia. «In questo momento – sottolinea il giovane – sono davvero felice di non avere nessuno accanto a me, altrimenti sarebbe stato angosciante vivere con il terrore di poter portare ai miei cari una potenziale carica di virus. Perché a noi non fanno il tampone. Molti dei miei colleghi che hanno moglie e bimbi piccoli o genitori anziani si stanno organizzando a lasciare le famiglie. Ed è molto difficile». 

Nella speranza che tutto questo finisca presto il giovane lancia un appello: «Restate a casa, vi assicuro che è dolorosovedere pazienti intubati, a torso nudo, che vivono solo grazie alle macchine e non muovono più il corpo in attesa che passi il culmine della crisi senza avere accanto il conforto delle persone amate». L’unica certezza di Marco in questo difficile momento rimane quella di non voler cambiare mestiere.

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Cronaca

Catania, incidente in tangenziale, morto motociclista

Sul posto per i rilievi la Polstrada chiamata anche a regolare il traffico che sta subendo pesanti rallentamenti

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foto gruppi Facebook "Quelli della tangenziale di Catania" e "A18 e A20 le autostrade siciliane della Vergogna"- Catia Baggiano

Ennesimo incidente mortale sulle strade del catanese. Intorno alle 10.30 si è registrato un sinistro nei pressi dello svincolo Gravina di Catania in direzione Misterbianco. Un incidente che avrebbe visto, per cause in corso di accertamento, il coinvolgimento di un furgone e di un mezzo a due ruote; da quanto si apprende il centauro sarebbe andato a finire  contro un furgone fermo in corsia di emergenza sulla Tangenziale. Il conducente della moto di grossa cilindrata avrebbe avuto la peggio e  sarebbe deceduto dopo essersi scontrato violentemente con l’autocarro. Grave, invece, la donna che viaggiava con il deceduto; trasportata in codice rosso nell’ospedale Garibaldi Centro.

Scattati i soccorsi sul posto si sono dirette tre ambulanze del 118 il cui personale medico ha provato a rianimare la persona ma non c’ è stato nulla da fare. Sul posto per i rilievi la Polstrada di Catania chiamata anche a regolare il transito sulla tangenziale, dove il traffico sta subendo pesanti rallentamenti.

 

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Paterno’ strizza l’occhio all’alta Normandia

Progetto di gemellaggio tra Paterno’ e il comune francese di Brionne per stabilire un protocollo di cooperazione culturale e turistica.

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Un progetto ambizioso e stuzzicante quello portato avanti in questi giorni dall’assessore alla Cultura e al Turismo di Paterno’, Giovambattista Caruso. L’idea è quella di creare un dialogo con la lontana Normandia, con la quale la storia ci ha legato a doppio filo: correva infatti l’XI secolo quando quel popolo di uomini del Nord, conquistatori e abilissimi navigatori, approdarono in Sicilia e… se ne innamorarono. Al di là delle comprensibili motivazioni strategiche che spinsero quel popolo di guerrieri a stanziare le loro fortificazioni nell’isola dalla posizione strategica nel cuore del Mediterraneo, ci piace pensare, come, d’altra parte è verosimile, che, semplicemente, se ne innamorarono. Fu così che nacquero le fortezze normanne che ancora si stagliano in tutta la loro maestosità medievale a Paterno’, Adrano, Motta, Aci Castello. Fortezze di simile fattura si ergono ancora nelle regioni nord della Francia, a Brionne per esempio. Ed è proprio con questo piccolo centro del Nord, che oggi conta meno di 5000 abitanti, che l’assessore paternese Caruso ha intavolato colloqui per stabilire un gemellaggio tra le due città.

Durante la visita ufficiale, l’assessore Caruso ha donato al Sindaco di Brionne, Valéry Beuriot, un’immagine della città di Paternò su pietra lavica ceramizzata, realizzata dall’artista Barbaro Messina, simbolo della storia e della cultura del nostro territorio.

L’assessore Caruso sottolinea: “È un grande onore rappresentare la città di Paternò in questa importante collaborazione con Brionne. Questo progetto non è solo un’opportunità di scambio culturale ma anche un modo per avvicinare le nostre comunità, riscoprendo insieme le radici storiche che ci uniscono. Nei prossimi giorni avrò la possibilità di stabilire rapporti con la città di Hauteville le Guichard, città natale del gran conte Ruggero, e andrò a Caen, dove parteciperò ad un convegno internazionale  in vista del millenario di Guglielmo il Conquistatore, previsto per il 2027. Vogliamo creare spazi in cui i cittadini e i visitatori possano apprezzare e celebrare il nostro patrimonio comune, costruendo relazioni durature in un contesto europeo e internazionale.” Il Sindaco di Brionne, Valéry Beuriot, afferma: “Per noi, il gemellaggio rappresenta un’importante opportunità di scambio culturale per comprendere le comuni tradizioni”.

 

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