E’ stata arrestata, nella tarda serata di ieri, con l’accusa di omicidio aggravato premeditato la quarantenne di Misterbianco che, nel primo pomeriggio di ieri, poco dopo le 13.30, ha gettato da un’altezza di circa 12 metri, dal terrazzo sito al terzo piano di una abitazione di Via Marchese, la figlia di 7 mesi, provocandole ferite mortali. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri della Tenenza di Misterbianco e dai colleghi della compagnia di Catania Fontanarossa. Le indagini sono coordinate dal sostituto procuratore Augusto Rio e dall’aggiunto Sebastiano Ardita.
C’è una depressione post – partum alla base dell’insano gesto della madre quarantenne della bambina, la quale all’ora di pranzo, mentre a casa c’erano anche il suo compagno, il figlio di sette anni, la suocera e una cognata, ha messo in atto un qualcosa che nessuna si aspettava. I familiari sono sempre stati accanto alla donna perché aveva una crisi post partum ed era stata sottoposta anche un Trattamento sanitario obbligatorio.
Amici e familiari hanno raccontato che la 40enne, probabilmente, “rifiutava” la piccola che sarebbe stata cresciuta dalla nonna e dalla zia paterne, oltre che dal padre. Quest’ultimo che stava riposando dopo avere lavorato di notte come operatore ecologico, sarebbe stato svegliato dalle urla ed è sceso in strada, straziato dal dolore. Ha avuto un malore e dalla disperazione si sarebbe lasciato andare a gesti autolesionistici.
E’ stato condotto nel pronto soccorso del Policlinico di Catania lo stesso nosocomio dove un’altra ambulanza poco prima aveva condotto la piccola, soccorsa dal personale medico del 118. La piccola si trovava in strada in una pozza di sangue. La bambina sarebbe morta prima dell’arrivo in ospedale. Sul posto della tragedia sono arrivati subito i carabinieri della Tenenza di Misterbianco e della compagnia Fontanarossa che hanno preso in custodia la donna, portandola in caserma.
La donna era in amministrazione di sostegno, con un provvedimento emesso dal Tribunale del capoluogo etneo lo scorso mese di febbraio, ed era seguita dal dipartimento di salute mentale dell’Asp di Catania e dai servizi sociali del comune di Misterbianco. I parenti del papà della piccola, per stare vicino alla donna vivevano con la coppia.
“A volte era nervosa – ha detto una familiare – ma non c’era stato nessun allarme che potesse accadere qualcosa del genere. Sua suocera e sua cognata si erano trasferite da lei per starle vicino e assistere i bambini, non la lasciavano mai da sola. Aveva avuto una forte depressione dopo il parto, ma niente lasciava capire che potesse esserci una tragedia come questa”.
Sconvolta l’intera comunità misterbianchese, come conferma il sindaco Marco Corsaro. “Siamo senza parole. Lei era seguita dai servizi sociali, dall’Asp, dal Tribunale. La famiglia le stava sempre acconto, come il compagno, un lavoratore, una persona perbene”.