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Cronaca

Morto in nottata nell’ospedale dell’Aquila il boss Matteo Messina Denaro

Soffriva di una grave forma di tumore al colon che gli era stata diagnosticata mentre era ancora ricercato a fine 2020

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E’ morto alle ore 3 della notte scorsa, nell’ospedale dell’Aquila dove era ricoverato da diverse settimane il boss Matteo Messina Denaro,62 anni, l’ultimo stragista di Cosa Nostra arrestato lo scorso 16 gennaio dopo 30 anni di latitanza. Il boss soffriva di una grave forma di tumore al colon che gli era stata diagnosticata mentre era ancora ricercato, a fine 2020. Ed era stato proprio il cancro al colon a portare i carabinieri del Ros e la Procura di Palermo sulle tracce del 62enne, riuscito a sfuggire alla giustizia per 30 anni. Dopo la cattura, Messina Denaro è stato sottoposto alla chemioterapia nel supercarcere dell’Aquila dove gli è stata allestita una sorta di infermeria attigua alla cella.  Una equipe di oncologi e di infermieri del nosocomio abruzzese ha costantemente seguito il paziente apparso subito, comunque, in gravissime condizioni. Nei 9 mesi di detenzione, il padrino di Castelvetrano è stato sottoposto a due operazioni chirurgiche legate alle complicanze del cancro. Dall’ultima non si è più ripreso, tanto che i medici hanno deciso di non rimandarlo in carcere, ma di curarlo in una stanza di massima sicurezza dell’ospedale, trattandolo con la terapia del dolore e poi sedandolo.

Matteo Messina Denaro era il capo del mandamento di Castelvetrano e dal 1993 era latitante in piena epoca stragista con le bombe a Roma, Milano, Firenze. Matteo Messina Denaro è anche uno dei responsabili, nel novembre del 93, dell’organizzazione e del sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, 13enne figlio di un pentito, per costringere il padre a ritrattare le rivelazioni rese agli inquirenti sulla strage di Capaci. Il ragazzo venne strangolato e il cadavere sciolto nell’acido dopo una lunga prigionia durata 779 giorni. Storico alleato dei Corlenonesi di Toto Riina, fu Paolo Borsellino a iscrivere il nome di Messina Denaro per la prima volta in un fascicolo giudiziario nel 1989. Da allora il boss è stato raggiunto da mandati di cattura per associazione mafiosa, omicidio, strage, devastazione, detenzione e porto di materiale esplosivo, furto e numerosi altri reati. Noto anche come `U siccu´ per la corporatura magra, l’ultimo capo dei capi è stato più volte vicino alla cattura negli anni.

Nel 2010 un collaboratore di giustizia dichiarò che Messina Denaro avrebbe assistito a una partita del Palermo allo stadio Barbera utilizzando l’occasione per incontrare altri boss con i quali organizzare attentati dinamitardi contro il Palazzo di Giustizia e la squadra mobile di Palermo.  Tra legami internazionali in sud America e sospetti di vicinanza alla politica, sarebbe sempre scampato alla cattura. L’arresto è avvenuto la mattina del 16 gennaio quando i carabinieri del Ros lo hanno circondato alla clinica La Maddalena di Palermo dove era in cura per il cancro al colon. L’ex primula rossa fino alla fine ha deciso di non pentirsi. Il 5 febbraio il Ros diffonde un audio di Messina Denaro intercettato in auto il 23 maggio 2022, nel trentennale della strage di Capaci in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone, la moglie Francesca Morvillo, anche lei magistrato, e gli agenti della scorta Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. “Questo telefono non mi prende stamattina e io qua, bloccato con le 4 gomme a terra, cioè non bucate, sull’asfalto, che non si muovono per le commemorazioni di `sta m…..a”, dice ai suoi. “Voi mi avete preso per la mia malattia”, ha detto ai Pm nell’interrogatorio di garanzia scattato subito dopo il fermo.

 

Cronaca

Catania, lite tra sorelle, una ferita con coltello e l’altra arrestata per lesioni

L’indagata di 47 anni, al culmine di un diverbio avrebbe impugnato un coltello e colpito la sorella di 23 anni, la quale avrebbe tentato di travolgerla con un’auto e di colpirla con una mazza da baseball

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A Catania una donna di 47 anni è stata arrestata per il reato di lesioni aggravate e denunciata a piede libero per il reato di porto di armi od oggetti atti ad offendere. In pratica la donna al culmine di una lite, per antichi rancori familiari, avrebbe impugnato un coltello e avrebbe colpito ripetutamente in più parti del corpo la sorella di 23 anni, che prima avrebbe tentato di travolgere lei con un’auto e di colpirla con una mazza da baseball. La Procura, in attesa dell’udienza di convalida davanti al gip, ha disposto per la 47enne gli arresti domiciliari.

Le indagini sono state avviate dalla polizia di stato quando i poliziotti sono intervenuti al pronto soccorso dell’ospedale San Marco dove si era presentata una 23enne con delle ferite da arma da taglio ai bicipiti, all’avambraccio destro e al basso ventre.  Mentre gli agenti stavano cercando di ricostruire l’accaduto, la sorella di 47 anni ha chiamato la sala operativa della Questura spiegando di essere stata lei, al culmine di una violenta lite, l’autrice dell’accoltellamento e di aver subito dopo buttato l’arma in un’aiuola, poi recuperata dalla polizia.

Nella fase di ricostruzione dei fatti, i poliziotti hanno accertato che tra le due sorelle, in pessimi rapporti tra loro, sarebbe scoppiata una lite in strada. In particolare la donna ferita avrebbe dapprima tentato di investire la sorella per poi colpirla con una mazza da baseball. La 47enne avrebbe estratto un coltello da cucina, portato con sé e avrebbe colpito più volte la sorella con diversi fendenti, ferendola in più punti.

 

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Cronaca

Paternò, Carabinieri eseguono controllo straordinario del territorio

Sotto la lente di ingrandimento gli automobilisti e gli allacci abusivi di energia elettrica

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Nell’ambito del piano straordinario di controllo del territorio dell’Arma di Catania, avviato durante il periodo pasquale e che si estenderà fino alla festività del 1° maggio, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catania continuano ad attuare, tanto in città quanto in provincia, mirati ed articolati servizi di prevenzione e contrasto all’illegalità con lo scopo, prioritario, di incrementare il livello di sicurezza, reale e percepita, nonché di contrastare fenomeni criminali maggiormente diffusi.

Nell’ambito di tale contesto operativo, i Carabinieri della Compagnia di Paternò, con il supporto dei colleghi della C.I.O. del 12° Reggimento Sicilia, hanno eseguito nella serata, una attività di controllo straordinario del territorio a Paternò, ponendo sotto attenzione i luoghi di principale aggregazione giovanile e learee più periferiche della città.

In particolare, durante la prima fase del servizio, l’attenzione dei militari si è concentrata su dei caseggiati abbandonati nel centro storico, al fine di contrastare qualsiasi fenomeno d’illegalità, tra cui la presenza di eventuali allacci abusivi di energia elettrica.

Nel frangente, i Carabinieri, con l’ausilio del personale della società ENEL, hanno passato al setaccio una serie di abitazioni, aperte in quanto disabitate da diversi anni, che presentavano accesso diretto su strada, prive ormai della porta d’ingresso, con una scala interna che conduceva dal piano terra ad un piano sopraelevato.

All’interno di una di queste casette, i militari hanno rinvenuto un allaccio abusivo, costituito da un filo conduttore che collegava il fabbricato direttamente ad un palo della pubblica illuminazione, ubicato sul marciapiede esterno all’abitato, che consentiva di illuminare abusivamente l’abitazione, a testimonianza che la stessa in qualche modo fosse utilizzata.

I Carabinieri, unitamente al personale tecnico, hanno quindi provveduto a recidere il filo abusivo, al fine non solo di interrompere il prelievo illecito di energia elettrica, ma anche per mettere lo stabile da possibili incendi dovuti a corti circuiti causatidal manufatto abusivo. Attualmente sono in corso i necessari accertamenti finalizzati a scoprire chi sia stato l’autore dell’allaccio abusivo e chi abbia occupato quell’abitazione senza alcun titolo autorizzativo.

Il servizio è stato poi orientato anche ai controlli su strada, lungo le principali arterie stradali e piazze del centro paternese. Durante i controlli, sono state elevate 20 multe per violazioni al codice della strada e, in particolare, per il mancato utilizzo del casco protettivo a bordo di ciclomotori, mancata revisione e mancata copertura assicurativa. L’importo delle sanzioni contestate ammonta a circa 15.000 €. Sono stati inoltre sequestrati 10 autoveicoli per mancanza copertura assicurativa. Durante l’intera attività sono state controllate 61 persone e 39 veicoli.

I servizi straordinari di controllo del territorio continueranno nel comprensorio paternese anche nei prossimi giorni, con lo scopo di garantire sempre maggiore sicurezza ai cittadini.

 

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