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Chiesa

Padre Antonino La Manna si insedia come nuovo rettore del Seminario arcivescovile

Il sacerdote di Adrano sostituisce Mons Giuseppe Schillaci recentemente nominato vescovo di Lamezia Terme

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In Seminario, in coincidenza della  “Giornata per la Santificazione Sacerdotale” alla presenza dell’arcivescovo Salvatore Gristina e a guidare la celebrazione e stato Mons. Giuseppe Schillaci, scelto da Papa Francesco come nuovo Vescovo di Lamezia Terme.

A seguire si è svolto un momento di adorazione eucaristica e preghiera, durante la quale Mons. Schillaci ha pubblicamente pronunciato la professione di fede, in preparazione all’accettazione della carica di Vescovo della diocesi di Lamezia Terme.

Nello stesso clima di preghiera e commozione, padre Antonino La Manna, ha pronunciato il giuramento e firmato gli atti che ufficializzano la sua nomina come nuovo rettore del Seminario arcivescovile dei chierici di Catania, succedendo proprio a Mons. Schillaci.

« Condividiamo con Nino e Giuseppe – Ha sottolineato l’Arcivescovo – questi sentimenti,  preghiamo che il Signore possa elargire sempre nuove grazie a loro, e per quello che lui predispone per la nostra vita.  Ovunque siamo e qualsiasi cosa facciamo dobbiamo sempre aver presente che stiamo facendo questo non perché mi sono dato da fare, ma perché il Signore me lo ha chiesto. Rinnoviamo sempre questi sentimenti, lasciamo sempre che sia il Signore a guidarci. Noi tutti ci uniamo alla loro professione di fede, mentre loro si affidano al Signore per lasciarsi guidare da Lui, per conoscere i suoi progetti e confidare in sempre Lui ».

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Chiesa

Catania, presentato programma Festa Sant’Agata

A fine dicembre, in città, il corpo di Santa Lucia. Prevista esposizione straordinaria busto reliquario di Sant’Agata

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Presentato a Catania il programma della Festa di Sant’Agata. “La presenza delle due Sante ci ricorda che la Sicilia è terra di testimonianza cristiana, che il martirio è generativo di testimonianza, come fu per Lucia che, secondo una tradizione, venne in pellegrinaggio sulla tomba di Agata, presumibilmente nel suo ‘dies natalis’, come i primi cristiani facevano per i sepolcri dei martiri”. Lo ha detto l’arcivescovo metropolita di Catania, Luigi Renna. L’apertura del Giubileo sarà impreziosita dalla presenza del corpo di Santa Lucia, che dopo Siracusa e Belpasso, sarà nel capoluogo etneo. Mons. Renna ha anche anticipato il tema della festa: “L’anno giubilare è il primo anno della liberazione di tutto ciò che appesantisce la nostra vita cristiana, le nostre relazioni, la vita ecclesiale e civile; diviene occasione per progettare ed attuare la liberazione da tante forme di schiavitù e dipendenze; che ci fa guardare a coloro che vivono in carcere annunciando loro la possibilità di riscatto e progettando un percorso concreto a cui stiamo lavorando con la Caritas e l’Ufficio di pastorale carceraria”. Il tema, ha anticipato l’arcivescovo, è “Sant’Agata segno di speranza e testimone di libertà”. “Le catechesi che terrò – ha aggiunto – saranno arricchite da testimonianze vive di chi sta facendo questi cammini di liberazione da tutto ciò che degrada la persona, inoltre non mancheranno il pellegrinaggio penitenziale nei santuari Agatini, che vorrei fosse partecipato di più». Infine la novità del “premio Sant’Agata testimone di fede, testimone di speranza, testimone di carità”: un premio che l’Arcidiocesi dà per mettere in luce la testimonianza di chi silenziosamente dà l’esempio di una fede viva. Sarà consegnato al termine della celebrazione per le associazioni agatine, domenica 26 gennaio, nella chiesa di san Giuseppe al Duomo. Il sindaco Enrico Trantino, nel suo intervento, ha voluto evidenziare alcuni segnali di “ripresa” della Città di Catania e l’esigenza di trasmettere alla cittadinanza messaggi positivi e di speranza: “Nelle precedenti S. Agata ho spronato i catanesi ad un livello di reazione migliore rispetto a tutti i problemi che affliggono la nostra città, il degrado in particolare. Oggi credo sia giusto essere più benevoli, constatare che un cambiamento sta avvenendo nella nostra città. Dobbiamo però imparare anche a pensare positivamente, poiché diversamente rischiamo di essere dei lottatori sconfitti in partenza”. Anche quest’anno il Sindaco di Catania lascerà a 3 giovani, selezionati da un concorso, il suo posto nella Carrozza del Senato.

Foto: Ansa

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Chiesa

Paternò, successo per il laboratorio sulla parola cantata al Piccolo Teatro

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Una mattinata all’insegna della tradizione e dell’innovazione si è svolta giovedì, 28 novembre, al Piccolo Teatro di Paternò. Dalle 9:30 alle 12:30, gli studenti dell’Istituto di Istruzione Superiore “Mario Rapisardi” hanno partecipato al laboratorio “La piazza, la scuola e la parola cantata: il valore didattico del sapere critico e dello spettacolo multimediale dei cantastorie”, curato da Francesca Busacca e Mauro Geraci.

L’evento, parte del progetto “Paternò e le piazze del mondo. Busacca e i cantastorie”, finanziato dall’Assessorato delle Autonomie Locali e della Funzione Pubblica della Regione Siciliana, ha permesso ai giovani di esplorare la figura del cantastorie, icona della tradizione culturale del Sud Italia, attraverso un percorso teorico e pratico.

Un viaggio tra oralità, musica e memoria storica
Il laboratorio ha guidato i ragazzi alla scoperta delle tecniche narrative e stilistiche della poesia dei cantastorie, spaziando tra cronaca, miti, leggende e avvenimenti storici. Particolare attenzione è stata data al rapporto tra lingua e dialetto, oralità e scrittura, analizzando come queste componenti si intrecciano nella parola cantata.

Gli studenti hanno anche approfondito la dimensione musicale, sperimentando i moduli ritmico-melodici tipici delle ballate, e quella visiva, con la creazione di cartelloni illustrativi che rappresentano graficamente le storie narrate. Non è mancato un focus sulla teatralità, analizzando il gesto e l’interpretazione scenica che caratterizzano le performance dei cantastorie.

Un’occasione di crescita culturale
L’obiettivo principale dell’evento è stato quello di stimolare una riflessione critica e multidimensionale sui temi trattati dai cantastorie, mostrando come la piazza, luogo fisico e simbolico di incontro e democrazia, possa trasformarsi in uno spazio educativo e culturale.

Partecipazione istituzionale
Ad aprire la giornata sono stati i saluti del sindaco di Paternò, Nino Naso, dell’assessore alla cultura Giovambattista Caruso, dell’architetto Annamaria Caruso e della dirigente scolastica Maria Grazia D’Amico, che hanno sottolineato l’importanza di iniziative come questa per valorizzare le radici culturali del territorio e trasmetterle alle nuove generazioni.

Il laboratorio ha riscosso un grande apprezzamento da parte degli studenti, che hanno avuto modo di sperimentare in prima persona il potenziale educativo e creativo di una tradizione antica ma ancora capace di parlare al presente.

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