Dopo l’ultimo fallimento sportivo nel 2012 e una grande rinascita culminata con la serie D oltre che con la vittoria della Coppa Italia Dilettanti a livello nazionale, il Paternò Calcio si trova sull’orlo del baratro. Le ore scorrono inesorabilmente verso la data ultima utile all’iscrizione al campionato di serie D (le ore 17:00 del giorno 10 luglio). Il rischio concreto è la mancata iscrizione al prossimo campionato, una notizia che ha scosso profondamente i tifosi e i sostenitori del club. La società guidata dal presidente Ivan Mazzamuto, è finità nel mirino della tifoseria, accusato di non aver saputo garantire stabilità, stanca sei soliti “mal di pancia estivi e piagnistei” alle soglie dell’iscrizione al campionato. Lo striscione apparso nel cuore della notte, giorni fa, recita: “Mazzamuto hai fallito. A Paternò il tuo tempo è finito” – parole dure, dettate da una profonda rabbia.
Il comunicato societario del 28 giugno
In una nota diffusa sui canali ufficiali lo scorso 28 giugno, Mazzamuto ha comunicato pubblicamente la disponibilità a cedere il titolo sportivo a costo zero, dichiarando però l’impossibilità di affrontare da solo un nuovo campionato in Serie D. Nel comunicato si leggeva:
“Ad oggi, ancora una volta, nessuno ha bussato alla nostra porta. La situazione rimane preoccupante. Le notizie non corrette continuano a destabilizzare l’ambiente, soprattutto da parte di chi dimostra di non volere il bene di questi colori.”. Il presidente ha inoltre smentito categoricamente l’ipotesi di fallimento, pur ammettendo di aver valutato soluzioni alternative per evitare scenari peggiori nel corso della stagione:“La società è sana e non ha intenzione di scomparire. Ma senza aiuti concreti, l’unica strada possibile è la cessione a persone serie che possano garantire continuità.”
Il caso Del Locri e la trattativa sfumata
Tra le ipotesi circolate negli ultimi giorni, si era fatta strada quella di un interessamento da parte del presidente del Locri, che avrebbe avuto dei contatti con un esponente della dirigenza rossazzurra. Tuttavia, secondo indiscrezioni e voci sempre più insistente presenti sui social, la richiesta economica – cifra che pare si aggirasse attorno ai 150 mila euro – avrebbe raffreddato ogni possibile sviluppo. Un’occasione sfumata, che ha riacceso il malumore tra i sostenitori.
La risposta delle tifoserie: un comunicato carico di dolore e dignità
Nella giornata di oggi, le tifoserie organizzate del Paternò (Curva Sud, Irriducibili, Gruppo solitario, Tifosi e sostenitori del Paternò Calcio) hanno pubblicato un lungo e toccante comunicato congiunto. Una presa di posizione netta, accorata, che mette nero su bianco tutto ciò che significa sostenere questa squadra: amore, sacrificio, appartenenza.
“Ancora un’estate di silenzi, dubbi, attese. Ancora un’estate passata con il cuore in gola, a chiederci se ci sarà un domani. Siamo stanchi di vivere ogni luglio tra incertezze, di aspettare risposte che non arrivano.”
Il messaggio prosegue con una chiara rivendicazione dell’identità della tifoseria:
“Seguiamo questa maglia ovunque, sotto il sole o la pioggia, non per vanità ma per appartenenza. Il Paternò non è un passatempo: è una scelta di vita. È sacrificio, è identità, è famiglia.”
I tifosi ricordano i chilometri percorsi, i soldi spesi, le rinunce fatte per esserci sempre. Non chiedono gloria, ma rispetto: “Non ci interessa il nome sulla schiena. Non vogliamo applausi. Il nostro premio è esserci. Abbiamo dato tutto e lo rifaremmo. Ma ora pretendiamo rispetto. Perché chi rappresenta il Paternò porta con sé la storia, il sacrificio e l’orgoglio di un popolo.”
Il comunicato si chiude con un messaggio forte, inequivocabile:
“Questa maglia non è un vestito da indossare solo quando fa comodo. È una pelle che non si toglie. Chi non è disposto a sudarla, può anche girarsi dall’altra parte. Noi ci saremo sempre.”