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Paternò, il GDVS in prima linea per rispondere all’allarme sangue negli ospedali siciliani

Donare per non dimenticare: un percorso partito a maggio per Falcone, passato da Borsellino e che si conclude il 21 settembre nel nome del giudice Livatino

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In Sicilia, il ricordo dei magistrati che hanno sacrificato la vita per la giustizia si trasforma in un gesto concreto che salva altre vite. Si tratta di un’iniziativa che lega la memoria all’azione. L’evento è promosso dall’Assessorato alla Salute della Regione Siciliana, in collaborazione con il Gruppo Donatori Volontari di Sangue (GDVS) – Fidas Paternò, e nasce con l’obiettivo di unire il ricordo di chi ha lottato per la legalità con la donazione del sangue, un gesto che rappresenta il valore più alto: quello della vita.

L’iniziativa si è sviluppata in un percorso che ha toccato le date più significative per la lotta contro la mafia. È iniziata a maggio, in ricordo di Giovanni Falcone, ed è proseguita il 19 luglio, giornata dedicata a Paolo Borsellino, con una raccolta che ha coinvolto numerosi cittadini, uniti dalla consapevolezza che donare è un modo concreto per onorare chi ha lottato per un Paese più giusto.

Ora, il percorso giunge alla sua tappa finale: domenica 21 settembre, in memoria di Rosario Livatino, giovane magistrato ucciso dalla mafia mentre andava al lavoro, il servizio trasfusionale sarà attivo per l’intera giornata, per permettere a chiunque di partecipare. Nella stessa data, a Maniace, sarà presente un’unità mobile per la raccolta del sangue.

L’invito è rivolto a tutti, ma in particolare ai giovani, spesso percepiti come distanti da questi temi. Eppure, è proprio nei più giovani che risiede il potenziale più grande. Donare sangue non è solo un gesto utile: è un atto rivoluzionario e profondamente umano, perché va contro la logica dell’indifferenza e mette al centro il bene dell’altro, senza tornaconto. È un atto di maturità, ma anche di coraggio, perché significa prendersi una responsabilità concreta verso la società, e farlo con consapevolezza.

Donare vuol dire scegliere di esserci. Di trasformare la memoria in vita, e la gratitudine in azione. È il modo più autentico per dire che il sacrificio di uomini come Falcone, Borsellino e Livatino non è stato vano, e che le loro idee continuano a camminare sulle gambe di una nuova generazione, capace di scegliere il bene, il giusto, il vero.

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