Chi è l’Uomo della Sindone? Non è una domanda che si pone soltanto chi ha fede. È un interrogativo che attraversa anche la mente del più agnostico degli uomini, quando si trova davanti a quel lenzuolo misterioso.
L’A.N.F.I. (Associazione Nazionale Finanzieri d’Italia), sezione di Paternò, nell’ambito di uno scambio culturale con l’associazione consorella di Bagheria, ha promosso un convegno rivolto non solo ai propri associati, ma aperto all’intera comunità paternese. Un appuntamento di fine anno sociale dal titolo impegnativo, volto a offrire spunti di riflessione sull’enigma della Sindone e, magari, a sgombrare la mente da qualche dubbio.

Come non riconoscere l’affetto che molti nutrono nei confronti della Guardia di Finanza, che, insieme all’Arma dei Carabinieri, è spesso impegnata nel recupero di opere d’arte trafugate e nella tutela del patrimonio culturale? In questa occasione erano presenti il comandante della Stazione dei Carabinieri di Paternò, Franco Ervolino, il nuovo comandante della Compagnia della Guardia di Finanza, Capitano Vito Sergio Bertolino, l’assessore alla Cultura del Comune di Paternò, Giovambattista Caruso, e i rappresentanti delle associazioni Carabinieri in congedo e Marinai d’Italia.
La sede scelta per l’incontro è stata la suggestiva Chiesa della SS. Annunziata, all’interno dell’ex Monastero benedettino in Piazza Indipendenza a Paternò.
Sabato sera, più che partecipare a un evento mondano, i presenti hanno preso parte a un momento di intensa riflessione spirituale e culturale. L’ANFI di Paternò, in collaborazione con la Parrocchia Santa Maria dell’Alto e l’Arcidiocesi di Catania, ha organizzato l’evento che avrebbe dovuto concludersi con una sintesi dell’Arcivescovo emerito Mons. Salvatore Gristina, il quale, però, è stato assente per improvvisi impegni pastorali.
Dopo i saluti istituzionali del presidente dell’ANFI di Paternò, Maresciallo Domenico Triolo, dell’assessore Caruso e del parroco don Salvatore Patanè.
Proprio in quella stessa aula eucaristica, una decina d’anni fa, in occasione della chiusura dell’Anno della Fede, l’allora parroco don Salvatore Alì ospitò il noto scienziato e professore Antonino Zichichi, trasformando la Chiesa in un’aula universitaria dibattendo su fede e mistero. In quell’occasione sedevano fianco a fianco gente comune e professionisti: medici, insegnanti, avvocati, religiosi, studenti di ogni età. Sabato sera si è ripetuta la stessa atmosfera: la scienza moderna è tornata a confrontarsi con il lenzuolo più discusso della storia.
Ad un anno dal convegno di Palermo organizzato dall’ANFI di Bagheria, dal titolo “La Sindone e i Vangeli”, i relatori — l’ingegnere Marco Gnoffo e il professore Angelo Russo — si sono nuovamente confrontati, questa volta sul tema: “L’Uomo della Sindone”. A introdurre la serata è stato il professore Francesco Giordano.
L’intervento dell’ingegnere Gnoffo si è concentrato sugli aspetti scientifici del sacro lino: dalla composizione del tessuto alle tracce ematiche, dalle evidenze della flagellazione fino ai segni inequivocabili della crocifissione. Tutto-ha affermato- indica che quel lenzuolo ha realmente avvolto un uomo. E non uno qualunque. Le analisi rivelano particolari straordinari: la presenza di siero separato dal sangue, l’assenza di pigmenti pittorici, l’assenza di segni di decomposizione del corpo. Tutto questo esclude che si tratti di un’opera artistica o di un falso medievale.
L’ingegnere, profondo conoscitore e studioso della Sindone, ha offerto un ampio excursus sugli studi scientifici più rilevanti, senza tralasciare le controversie e le domande ancora aperte.
Il professore Angelo Russo, da parte sua, ha affrontato il nodo teologico e storico della reliquia. Ha sottolineato quanto sia complesso, e al contempo affascinante, sovrapporre scienza e fede. Eppure, ha aggiunto, la Sindone continua a interpellare entrambi i mondi. La sua origine, il significato simbolico e la corrispondenza con i testi sacri — dalla Genesi ai Vangeli di Marco e Giovanni — aprono a riflessioni profonde sul mistero della Passione e della Resurrezione.
Alla fine della serata, una domanda resta sospesa nell’aria: chi è davvero l’uomo della Sindone? Una domanda che, forse, va oltre la scienza, oltre la fede, e che continua a interpellare ogni essere umano nel profondo.