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Cronaca

Paternò, nuovi fondi regionali per riqualificare bretella ex Asi

Un anno addietro i deputati regionali del PD avevano presentato una interrogazione, adesso arriva la risposta dell’assessore Aricò che annuncia l’arrivo di due milioni e settecento mila euro per il ripristino dell’arteria stradale

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“Dopo un anno l’Assessore Regionale risponde ad un accesso ispettivo proposto dall’On. Ersilia Saverino e firmato da tutti i parlamentari del PD relativamente alla bretella in zona produttiva ZES, chiusa dopo appena 12 mesi dalla sua inaugurazione per cedimenti strutturali e mai più ripristinata: sono passati ben 12 anni”.

A scriverlo sono i componenti del circolo PD di Paternò i quali hanno dato notizia del passo in avanti fatto dalle istituzioni regionali per il recupero e la riqualificazione. In pratica durante una seduta all’ARS l’assessore regionale alle infrastrutture Alessandro Aricò ha comunicato rispondendo così all’interrogazione presentata dai deputati regionali DEM oltre un anno addietro che per la bretella ex ASI “il comune di Paternò ha attivato la procedura per il progetto definitivo con gli studi geologici e rilievi topografici necessari e il progetto sarà consegnato nei prossimi giorni.

Tuttavia il PD Paternese ha qualche dubbio su quanto comunicato dal comune di Paterno ai vertici regionali: “Viene detto che è in fase di realizzazione il progetto e che potrebbe essere finanziato. Certo crediamo pochissimo ai proclami del Comune di Paternò perché annunciano sempre di avere milioni da spendere in opere pubbliche ma non vediamo mai iniziare lavori e quelli che hanno il via restano bloccati per anni ed anni Questa arteria è importante per l’economia e lo sviluppo” conclude il PD paternese

 

La bretella dell’ex zona ASI è stata inaugurata nel 2012 e costata 5 milioni di euro e subito dopo ha mostrato crepe e cedimenti con la strada che scivolava a valle, obbligandolo il comune a chiuderla definitivamente al traffico veicolare. La bretella   un asse viario di collegamento – lungo 1,8 km – tra la strada provinciale 77 (area Piana di Catania) e la strada provinciale 135, che porta verso la strada statale 121 e le strade provinciali 229/II l’infrastruttura  connette la zona industriale di Paternò con l’autostrada A19 Palermo – Catania e la SS 284, tratto di raccordo con la Città di Catania e la provincia di Enna; nell’interrogazione presentata oltre un anno addietro dai deputati DEM si evidenziava che la presenza di crepe e cedimenti, eventi che ne hanno compromesso l’agibilità e determinato la chiusura, sarebbero state causate probabilmente dall’utilizzo di tecniche e materiali non appropriati  tenuto conto del terreno argillosa; allo stato attuale la bretella in oggetto è chiusa al transito (anche se in parte abusivamente aperta) e ridotta ad uno stato di degrado a causa dell’abbandono di rifiuti: “La chiusura dell’infrastruttura penalizza principalmente gli imprenditori, arrecando disagi e danni alla parte produttiva di Paternò- si legge nell’interrogazione- nonché la viabilità del Comune in quanto la sua funzionalità rappresenterebbe un’importante ridistribuzione dei flussi di traffico dal centro abitato alle parti più periferiche”. I deputati sottoscrittori hanno chiesto al governo Schifani quali programmi di intervento e connessi stanziamenti sono stati previsti, dalla chiusura della bretella stradale della zona industriale di Paternò, ai fini del ripristino dell’opera e quali siano stati i motivi ostativi al recupero, nonché alla relativa riapertura, dell’asse viario.

 

e sarà avanzato dalla coalizione territoriale competente per il territorio nell’asse relativo al miglioramento della viabilità territoriale. Una volta espletata la gara i lavori dovrebbero durare circa 12 mesi” ha concluso Alessandro Aricò.

Si dice contenta la deputata Saverino di apprendere che c’è un progetto: “Spero veramente che si riesca a concludere in dodici mesi perchè credo veramente che questa bretella è stata chiusa per troppo tempo e spero che veramente in dodici mesi possiamo avere l’inaugurazione”.

 

 

Tuttavia il PD Paternese ha qualche dubbio su quanto comunicato dal comune di Paterno ai vertici regionali: “Viene detto che è in fase di realizzazione il progetto e che potrebbe essere finanziato. Certo crediamo pochissimo ai proclami del Comune di Paternò perché annunciano sempre di avere milioni da spendere in opere pubbliche ma non vediamo mai iniziare lavori e quelli che hanno il via restano bloccati per anni ed anni Questa arteria è importante per l’economia e lo sviluppo” conclude il PD paternese

La bretella dell’ex zona ASI è stata inaugurata nel 2012 e costata 5 milioni di euro e subito dopo ha mostrato crepe e cedimenti con la strada che scivolava a valle, obbligandolo il comune a chiuderla definitivamente al traffico veicolare. La bretella è  un asse viario di collegamento – lungo 1,8 km – tra la strada provinciale 77 (area Piana di Catania) e la strada provinciale 135, che porta verso la strada statale 121 e le strade provinciali 229/II l’infrastruttura  connette la zona industriale di Paternò con l’autostrada A19 Palermo – Catania e la SS 284, tratto di raccordo con la Città di Catania e la provincia di Enna.

Nell’interrogazione presentata oltre un anno addietro dai deputati DEM si evidenziava che la presenza di crepe e cedimenti, eventi che ne hanno compromesso l’agibilità e determinato la chiusura, sarebbero state causate probabilmente dall’utilizzo di tecniche e materiali non appropriati  tenuto conto del terreno argillosa; allo stato attuale la bretella in oggetto è chiusa al transito (anche se in parte abusivamente aperta) e ridotta ad uno stato di degrado a causa dell’abbandono di rifiuti: “La chiusura dell’infrastruttura penalizza principalmente gli imprenditori, arrecando disagi e danni alla parte produttiva di Paternò- si legge nell’interrogazione- nonché la viabilità del Comune in quanto la sua funzionalità rappresenterebbe un’importante ridistribuzione dei flussi di traffico dal centro abitato alle parti più periferiche”.

I deputati sottoscrittori hanno chiesto al governo Schifani quali programmi di intervento e connessi stanziamenti sono stati previsti, dalla chiusura della bretella stradale della zona industriale di Paternò, ai fini del ripristino dell’opera e quali siano stati i motivi ostativi al recupero, nonché alla relativa riapertura, dell’asse viario.

 

Cronaca

Acireale, arrestati quattro uomini sorpresi a “ripulire” il deposito FF.SS.

I carabinieri controllando i furgoni su cui viaggiavano gli indagati hanno trovato un’ingente quantità di materiale ferroso e dieci casse di legno contenenti deviatori per rotaie

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Sono stati sorpresi con le mani nel sacco ad Acireale quattro catanesi rispettivamente di 30, 31, 32 e 46 anni, arrestati in flagranza dai carabinieri della locale stazione, perché responsabili di furto aggravato in concorso e, solo per il più anziano, anche di violazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di P.S., con obbligo di soggiorno nel comune di Catania.

Durante le ore notturne una pattuglia dei carabinieri, durante un servizio di controllo del territorio ha  visto un movimento insolito in via Ponte, nei pressi del deposito ferroviario. Due furgoni, accodati l’uno all’altro, stavano uscendo dal cancello d’ingresso del deposito, destando immediatamente sospetti a causa dell’orario e dell’insolita attività in quel luogo.

Accorgendosi che qualcosa non quadrava, i carabinieri  hanno deciso di controllare i veicoli e gli occupanti; quest’ultimo sono stati fatti scendere in sicurezza e controllati uno per uno. Ispezionando i furgoni, gli investigatori hanno trovato sui cassoni un’ingente quantità di materiale ferroso e dieci casse di legno contenenti deviatori per rotaie, tutto materiale di proprietà delle Ferrovie dello Stato Italiane.

La pattuglia ha subito compreso di trovarsi di fronte a un furto appena commesso dai quattro soggetti appena bloccati. Una volta fermati i 4 uomini, i carabinieri hanno avviato un sopralluogo, durante il quale è emerso che i malviventi, dopo aver segato con una smerigliatrice angolare il lucchetto di sicurezza del cancello d’ingresso per accedere al deposito, hanno utilizzato un braccio meccanico per caricare rapidamente sui due furgoni il materiale trafugato, nel tentativo di dileguarsi prima che qualcuno si accorgesse del furto. L’intervento dei carabinieri ha interrotto la razzia e ha portato al recupero della refurtiva. I quattro sono finti ai domiciliari.

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Cronaca

Catania, operazione “Cemento”, sgominati due gruppi dediti traffico e spaccio di droga

Sodalizi criminali impegnati l’uno nella distribuzione minuta di droghe e l’altro nel traffico della cocaina approvvigionata dalla Calabria

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La Polizia di Stato di Catania, dalle prime ore di questa mattina, con circa 200 operatori è stata impegnata nell’esecuzione di un’ordinanza con cui il Giudice per le Indagini Preliminari presso il locale Tribunale, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia etnea, ha disposto 18 misure cautelari personali nei confronti di numerosi soggetti a vario titolo indagati e con differenti profili di responsabilità dei delitti di associazione finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti del tipo cocaina e crack.

Con l’operazione “Cemento” è stata documentata l’esistenza di due cellule criminali impegnate l’una nella distribuzione minuta di droghe e l’altra nel traffico della cocaina approvvigionata dalla Calabria.

Nel corso delle indagini sono state arrestate diverse persone in flagranza di reato e sono stati sequestrati 6,25 chili di cocaina, suddivisi in panetti e denaro contante per un importo di oltre 78.000 euro. Il Gip ha inoltre disposto il sequestro in via d’urgenza di beni mobili e immobili riconducibili ad alcuni degli indagati. Ad alcuni degli indagati il provvedimento restrittivo è stato notificato in carcere.  Gli agenti della Squadra Mobile si sono avvalsi della collaborazione dei colleghi di Enna ed hanno agito sotto il diretto coordinamento della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato con l’invio di diversi equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine a cui si sono aggiunte unità della locale Questura e delle sue articolazioni e unità specializzate come Polizia Scientifica, Reparto Mobile e anche di un elicottero del Reparto Volo).

Secondo quanto accertato, a spacciare al minuto cocaina e crack sarebbe stato un gruppo capeggiato da Antonino Cocuzza, che si sarebbe avvalso della collaborazione del genero, Sebastiano Giovanni Buda, che avrebbe gestito due lucrose piazze di spaccio, una operativa in via Palermo, l’altra nel rione del Villaggio Sant’Agata.

Inoltre  nel corso delle indagini è stata ricostruita l’esistenza e l’operatività di un altro gruppo, imperniato sullo stretto legame di parentela tra i vari associati, attivo nel traffico di ingenti quantitativi di cocaina. Tale sodalizio sarebbe stato capeggiato da Francesco Platania inteso “Francu do cemento”.

Una delle basi operative del gruppo capeggiato da quest’ultimo sarebbe stata individuata nel rione San Cristoforo, presso una rivendita per prodotti edili, dove sarebbero state registrate diverse consegne di cocaina ai numerosi acquirenti. Il canale di approvvigionamento dello stupefacente sarebbe stato localizzato in Calabria.

 

 

 

 

 

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