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In Primo Piano

Paternò, sindaco Naso sollecita ispezione prefettizia e accusa forze di opposizione di sciacallaggio

Dura la critica del PD che parla di “dichiarazioni da teatrante di quarto livello, mistificazione, demagogia, sfacciataggine, ma forse non gli è chiaro che chi lo accusa di reati gravissimi non sono le forze politiche che si oppongono al suo governo, ma la magistratura”

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Il sindaco di Paternò Nino Naso resta alla guida della città (delusi tutti coloro che si aspettavano  un passo indietro del primo cittadino) e anzi chiede al “Prefetto di inviare in breve  gli ispettori” per ispezionare  l’operato della sua amministrazione. Ad affermarlo  il sindaco paternese nel corso di una  conferenza stampa, tenutasi all’interno di Palazzo Alessi, nella quale Naso, nell’invito inoltrato alla stampa 24 ore prima aveva scritto che dove “fare importanti comunicazioni per la comunità.  Il sindaco, indagato per scambio di voto politico mafioso nell’inchiesta “Athena” per presunti “contatti” con esponenti del clan Morabito -Rapisarda legato ai “Laudani” di Catania  (Mussi di Ficurinia). Presenti alla  conferenza, seduta accanto al sindaco  quasi l’intera giunta comunale (assente l’assessore Pippo Torrisi) e il presidente del consiglio Marco Tripoli nonche il sindaco di Adrano Fabio Mancuso, in qualità di coordinatore regionale del MPA, partito di riferimento del sindaco Naso.

Quest’ultimo  ha criticato  le forze politiche di opposizione accusandole di fare solo sciacallaggio.  “Qualsiasi decisione – dice Nino Naso – l’ho presa sempre ascoltando la città. Non mi nascondo. In questo momento particolare ho sentito il calore e ho deciso di metterci la faccia come ho sempre fatto. Perché vivo la mia città e non la rinnegherò mai. Il valore della libertà è incommensurabile, ma ancora più grande è il valore della verità. Vogliamo la verità”.

Il sindaco ha evidenziato il fatto che c’è una verità “che viene violata ogni giorno da divulgatori di falsità. Divulgatori che rappresentano la vergogna della nostra città. Non ho mai approfittato delle vicende giudiziarie altrui, perché la politica fa il suo corso e la magistratura fa il suo corso. Chi non ha niente da dire e fa sciacallaggio, è povero dentro. A dispetto di tante volgari menzogne, che si sono dette e lette, spero che la verità, che al momento per me è più importante della libertà, possa e debba trionfare nella città di Paternò. Si deve vergognare chi sta cercando di speculare e gettare fango. Noi continueremo a fare le tante cose che stiamo facendo”.

Il primo cittadino ha ribadito che gente di Paternò, alle ultime elezioni, ha fatto una scelta: “un uomo del popolo, sempre a servizio della comunità per una scelta naturale. In tutte le azioni deve trionfare la verità, quella verità che è stata piegata da interessi politici di bassa lega. Ora si vuole speculare su tutto e troppe speculazioni ci sono state intorno a questa vicenda. Possiamo aprire il comune sotto e sopra, ma vogliamo la verità. Vengano a controllare i conti in banca del sindaco”.  E conclude: “Si controllino i sette anni da Sindaco. Atto per atto. Nessuna collusione, tolleranza o accondiscendenza con la mafia. Si passi al setaccio il mio operato”.

E su quanto detto in conferenza stampa dal sindaco è intervenuto con una nota il circolo PD di Paternò: ” Il sindaco Nino Naso aveva annunciato per oggi comunicazioni importanti. L’unica cosa che si rileva da queste comunicazioni, è la sua estrema arroganza. Dichiarazioni da teatrante di quarto livello, mistificazione, demagogia, sfacciataggine e, ci si consenta, sprovvedutezza. Il primo cittadino continua a fare la vittima. Ma vittima di chi? Sproloquia vaneggiando di poteri forti e occulti, di offese da lui ricevute. Ma forse non gli è chiaro che chi lo accusa di reati gravissimi non sono le forze politiche che si oppongono al suo governo, ma la magistratura- dicono i DEM-. A suo carico è’ stata disposta, dall’autorità’ giudiziaria, la misura cautelare dell’arresto, sebbene sospesa. Egli, con le sue scomposte e patetiche dichiarazioni, non fa altro che offendere le istituzioni, il comune senso del pudore, l’intelligenza e l’intera città. Aggiungiamo, se quanto detto non bastasse, che a prescindere dall’inchiesta giudiziaria, il sindaco e la sua amministrazione, sono responsabili dello spaventoso declino di Paternò. Declino che è sotto gli occhi di tutti.  Si passi una mano sulla coscienza e liberi la città da questa agonia. Noi continuiamo a chiedere l’intervento immediato del ministero e del prefetto e nei prossimi giorni faremo sentire con forza la nostra voce” si chiude così la nota stampa del PD.

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Piano Rifiuti, previsto per oggi l’ok della giunta regionale guidata da Schifani

Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio, 24 biodigestori, 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb

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Due termovalorizzatori, uno a Palermo e uno a Catania, 31 impianti di compostaggio (14 nuovi, di cui 6 pubblici), 24 biodigestori (20 nuovi, di cui 11 pubblici), 16 piattaforme tutte pubbliche di selezione del recupero per la raffinazione (di cui 11 nuove) che sostituiranno e miglioreranno i vecchi impianti Tmb. Lo prevede il nuovo Piano di gestione dei rifiuti che sarà discusso oggi, nel corso della seduta di giunta, convocata dal presidente della Regione Siciliana Renato Schifani.

Tra gli obiettivi del piano ci sono: il recupero del 65% dei rifiuti urbani, l’eliminazione dei trasferimenti dei rifiuti fuori Regione, la riduzione del 40% dei costi di trattamento rispetto a quelli attuali con un risparmio di circa 150 milioni annui, e la riduzione del conferimento in discarica depositando non oltre il 10% di tutti i rifiuti prodotti, rispettando così gli obblighi previsti dalla normativa europea.

“L’approvazione del nuovo Piano rifiuti – dichiara il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani – costituisce finalmente il punto di partenza concreto per la realizzazione dei termovalorizzatori in quanto condizione indispensabile. Adesso passeremo alla fase della progettazione e al successivo appalto dei lavori e della gestione entro il 2025 e non oltre i primi mesi del 2026. Andremo avanti spediti, nell’interesse dei siciliani, senza indugiare mai su un pilastro portante del mio programma di governo. Archiviamo così definitivamente la stagione del conferimento in discarica sempre più gravosa per l’ambiente. Offriamo dunque una risposta integrata alla difficile situazione dei rifiuti in Sicilia che troppi oneri scarica sui cittadini e sui bilanci pubblici”.

Il Piano approvato dal presidente Schifani, in qualità di Commissario, consente di modificare immediatamente i 18 Piani d’Ambito e di far partire il percorso per la realizzazione degli impianti di riduzione del conferimento in discarica dei rifiuti e l’eliminazione dei trasferimenti fuori Regione, con la drastica riduzione dei costi a carico dei cittadini siciliani, degli enti locali e della stessa Regione in relazione alla progressiva attuazione degli obiettivi di riciclaggio e recupero. In particolare, i termovalorizzatori, le cui aree di realizzazione sono state già individuate nel sito di Bellolampo a Palermo e nell’area industriale di Catania dopo alcune conferenze di servizio con i principali enti coinvolti, saranno interamente pubblici e realizzati dalla Regione con i fondi già stanziati all’interno dell’Accordo di coesione siglato a maggio con la Presidenza del Consiglio dei Ministri. I due impianti avranno una capacità complessiva di 600 mila tonnellate annue e produrranno insieme una potenza energetica di 50 Megawatt.

Il nuovo Piano arriva al culmine di un complesso procedimento che ha visto coinvolti l’Assemblea regionale siciliana, le autonomie locali, gli operatori d’ambito e ha ottenuto le valutazioni ambientali strategiche dopo lo svolgimento di tutti gli adempimenti istruttori. In ultimo, qualche settimana fa il parere positivo del CGA sulla procedura da adottare che ha dato l’ok definitivo all’ordinanza per approvare il nuovo piano di gestione dei rifiuti.

 

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Catania: azioni dei CC per il contrasto a fenomeni di illegalità

Prese di mira le attività illecite di parcheggiatori abusivi in alcune piazze del centro storico

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Si intensifica l’azione di prevenzione volta a contrastare il fenomeno di diffusa illegalità. Negli scorsi giorni gli agenti del Comando Provinciale di Catania, hanno effettuato una serie di servizi di controllo serrato nel centro storico e particolarmente nelle principali piazze e negli spazi solitamente adibiti a parcheggio.

Pertanto i Carabinieri della Stazione di Catania Piazza Dante, unitamente ai colleghi del 12° Reggimento “Sicilia”, coordinati dalla Centrale Operativa, hanno osservato gli automobilisti in ingresso e in uscita dagli stalli di sosta. Nel corso dell’attività di controllo, in via cardinale Dusmet, una pattuglia ha sorpreso un 32enne catanese, intento a esercitare abusivamente la professione di parcheggiatore nelle aree di parcheggio comunale. Il parcheggiatore, sorpreso altre volte dalle Forze dell’Ordine per la sua “illecita attività”, è stato subito bloccato dai militari dell’Arma, e denunciato all’Autorità Giudiziaria proprio perché recidivo. Lungo la stessa via, poco distante, i Carabinieri hanno intravisto un’altra “vecchia conoscenza”, ovvero un 44enne del posto che, sorpreso diverse volte durante l’espletamento della sua “professione” non autorizzata di parcheggiatore, era stato già sottoposto a DASPO urbano, ovvero un divieto di accesso per un anno alle aree adibite a parcheggio in quella zona. Il provvedimento cui l’uomo era stato sottoposto, non avrebbe potuto consentirgli l’accesso alla zona in questione, perciò è stato denunciato per violazione dell’art 10 del Decreto Legislativo n. 14/2017 “DACUR”.

Ulteriori controlli in viale Africa e in via San Gaetano la Grotta i Carabinieri hanno sorpreso altri 3 “guardamacchine” abusivi che pretendevano denaro dagli automobilisti, assicurando, in cambio del denaro, il controllo della vettura durante la loro assenza. Per loro sono scattate sanzioni amministrative per quasi 2.500 euro. L’eventuale prosecuzione dell’attività illecita comporterebbe una denuncia penale.

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