La corruzione viaggiava anche lungo le strade della provincia etnea.
Fra Messina e Siracusa, passando per le Strade Statali, – la Catanese 121 e la Occidentale etnea 284 -, le buche valevano oro. Questo hanno scoperto la procura di Catania e la Guardia di finanza. Ovvero l’oro delle mazzette attorno ai cantieri truffa, dove i lavori di manutenzione straordinaria venivano pagati con cifre a tanti zeri, ma non venivano mai eseguiti fino in fondo. All’alba è scattato un blitz del nucleo di polizia economico finanziaria di Catania e tre funzionari del compartimento Anas etneo sono finiti agli arresti domiciliari, uno in carcere, un altro è stato interdetto per un anno. Si tratta dell’Ing. Antonino Urso (cl. 1980), Capo Centro Manutenzione “A” dell’Area Compartimentale ANAS di Catania competente alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle seguenti arterie stradali: S.S. 121 Catanese, S.S. 575 di Troina, S.S. 192 della Valle del Dittaino, S.S. 284 Occidentale Etnea, S.S. 288 di Aidone (EN), S.S. 385 di Palagonia (CT), S.S. 117BIS Centrale Sicula, S.S. 417 di Caltagirone (CT). L’Ing. URSO ha reso un’ampia confessione disvelando la rete corruttiva nella quale erano coinvolti anche altri funzionari dell’ANAS e imprenditori corruttori. È stato, condotto in carcere, invece, il geometra Gaetano Trovato (cl.1965), dipendente A.N.A.S., Capo Nucleo B del Centro di manutenzione A dell’Area Tecnica Compartimentale, competente alla manutenzione ordinaria e straordinaria delle seguenti arterie stradali: SS 192 della Valle del Dittaino (EN) e SS 284 (Occidentale etnea). Ai domiciliari anche quattro imprenditori. Nell’ordine Salvatore Truscelli, Pietro Matteo Iacuzzo, Roberto Priolo e Calogero Pullura. Le meticolose e celeri investigazioni condotte dai Finanzieri del Nucleo P.E.F. di Catania, sviluppate attraverso l’esecuzione di intercettazioni ambientali, accertamenti bancari, disamina della documentazione amministrativa concernente i lavori oggetto di illecite dazioni nonché dal riscontro degli elementi desunti dagli interrogatori eseguiti da quest’Ufficio, consentivano di tracciare la ricezione di tangenti, in denaro contante, da parte dei funzionari infedeli ANAS per centinaia di migliaia di euro nonché di rinvenire presso l’abitazione dei pubblici ufficiali denaro contante relativo alle più recenti mazzette incamerate per decine di migliaia di euro.
I soldi delle mazzette sono stati trovati avvolti nella carta stagnola, nel guardaroba di uno degli arrestati.