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Cronaca

Ramacca, domani interrogatorio di garanzia per i due fermati accusati per l’omicidio di Vera Schiopu

Gli inquirenti hanno trovato sangue nella casa rurale dove la donna viveva con il fidanzato, dove la ragazza potrebbe essere stata uccisa per poi essere portata nel casolare dove sarebbe stato inscenato il suicidio

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nella foto "Etnanews24" la casa rurale di contrada Polmone dove è stato trovato il corpo di Vera Schiopu (nel riquadro)

E’ in programma domani a Caltagirone l’interrogatorio di garanzia per Gheorghe Ciprian Apetrei, 33 anni fidanzato della 25enne moldava Vera Schiopu, vittima del presunto femminicidio, e di Costel Balan,31 anni, l’amico del 33enne e che avrebbe avuto, secondo gli inquirenti, un preciso ruolo nell’inscenare il suicidio della 25enne.  I due uomini, di nazionalità rumena, sono accusati di omicidio in concorso e sono detenuti in stato di fermo di polizia giudiziaria all’interno del carcere di contrada Noce nella città calatina. Secondo l’accusa la donna sarebbe stata uccisa e poi i due avrebbero simulato il suo suicidio. Dalle indagini sarebbero emerse delle incongruenze nella ricostruzione dei fatti e sulla dinamica di quello che sarebbe stato denunciato come un suicidio. Diverse le contraddizioni riscontrate dai carabinieri: la presenza di escoriazioni in alcune parti del corpo della ragazza e di tracce di sangue. E la corda stretta attorno al collo della donna troppo poco resistente per sostenere il peso della vittima che non era appesa a una trave, ma a un punto più basso, con i piedi che sfioravano il pavimento.

Questi dettagli oltre ad altri elementi emersi dal sopralluogo scientifico e dall’ispezione esterna del corpo del medico legale e di dissonanze nelle dichiarazioni dei due uomini hanno incanalato l’indagine e l’inchiesta non più sul suicidio, ma sull’omicidio. Nella casa attigua dove viveva la coppia di fidanzati gli uomini dei carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifica avrebbero trovato del sangue: la ragazza secondo gli inquirenti potrebbe essere stata uccisa in quell’immobile e che successivamente sia stato poi spostato per mettere in scena un finto suicidio da denunciare alle forze dell’ordine.

La Procura di Caltagirone, che coordina l’inchiesta con il capo facente funzioni Alberto Santisi e il sostituto Alessandro Di Fede, si è attivata conferendo l’incarico al medico legale Maria Francesca Berlich, la quale ha disposto per giovedì l’esecuzione di una tomografia assiale computerizzata su tutto il corpo della donna per verificare la presenza di eventuali lesioni o fratture. Poi si terrà l’autopsia che prevede anche esami tossicologici.  La salma della donna si trova all’obitorio del Policlinico di Catania. L’avvocato dei due fermati Alessandro La Pertosa oggi ha incontrato i suoi assisti all’interno del carcere di Caltagirone dove i due uomini sono detenuti. “La comunità romena e moldava sono molto integrate tra loro- dice l’avvocato- Ho sentito la moglie di uno dei due indagati che mi ha detto che non c’erano precedenti particolari, nessun segnale. Ma girava la voce che nei mesi scorsi la donna avesse tentato il suicidio, tagliandosi le vene. Una circostanza che, se fosse vera, potrà essere confermata dall’autopsia”. Al termine dei colloqui coi suoi assistiti l’avvocato ha dichiarato che i suoi clienti si professano innocenti- “Ho sentito il mio amico urlare, sono andato di corsa nel casolare e ho trovato il corpo della donna e lui che si disperava; ho tentato di calmarlo mentre chiamavo un’ambulanza per i soccorsi”.  È la ricostruzione del 31enne fatta al suo legale di fiducia, l’avvocato Alessandro La Pertosa. Quest’ultimo ha inoltre specificato che il 31enne sostiene “di non sapere cosa sia accaduto e che le telecamere di sicurezza del fondo agricolo, che è di proprietà di sua moglie, possono dimostrare la sua assoluta estraneità ai fatti”. L’uomo ha inoltre ribadito di non sapere cosa sia successo e che solo chiamato aiuto richiedendo l’intervento di un’ambulanza. Il fidanzato della moldava, il 33enne Gheorghe Ciprian Apetrei  in carcere “era sotto choc- ha detto l’avvocato- continua a proclamarsi innocente”.

Cronaca

Catania, “REstate in allerta” il servizio sos telefonico in aiuto dei lavoratori nei cantieri

A promuoverlo il sindacato , la Fillea Cgil, per segnalare violazioni della legge contro il lavoro durante le giornate troppo calde

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Se lavorando in un cantiere edile la resistenza del proprio fisico viene messa a repentaglio a causa delle temperature estive troppo elevate, il lavoratore edile può segnalare il caso telefonando allo 095 310815.
Si tratta della linea “REstate in allerta”, il nuovo servizio di sos telefonico che dal 29 luglio al 31 agosto viene reso disponibile dalla Fillea Cgil di Catania. E non a caso. La telefonata servirà a segnalare eventuali violazioni della recentissima ordinanza della Presidenza della Regione e della Legge 101/2024 di conversione del Decreto 63/2024, in caso di attività lavorative da svolgersi all’aperto in condizioni climatiche avverse, come appunto il caldo eccessivo.
Il servizio è stato presentato stamattina dal segretario generale della Fillea Cgil di Catania, Vincenzo Cubito, dal segretario generale della Fillea Cgil Sicilia, Giovanni Pistorio e dal segretario generale della Cgil Catania, Carmelo De Caudo, nei pressi del cantiere comunale per la realizzazione della pista ciclabile sopraelevata, aperto di fronte al numero civico 126 di via Cristoforo Colombo. Un cantiere i cui lavori sono fermi e la cui consegna sarà effettuata ben oltre la data prevista dal contratto.
Sottolineano infatti i tre segretari:
“Questo significa che non sarebbero di certo le giornate di stop lavorativo dovuto al gran caldo a rallentare i lavori dei cantieri pubblici. Se ritardi ci sono, e nei cantieri di casa nostra ce ne sono sempre troppi, sono dovute sempre ad altre ragioni che nulla hanno a che vedere con la salvaguardia della salute dei lavoratori”.
Una volta ricevuta la chiamata, che può essere fatta solo dai lavoratori identificabili e non da semplici passanti, il sindacato si recherà in cantiere o contatterà il primo luogo la ditta, senza segnalare il nome della persona che ha indicato il mancato rispetto dell’ordinanza, e nel caso non sia possibile farlo, si rivolgerà direttamente alle autorità.
“REstate in allerta è un servizio che stiamo garantendo donando il nostro tempo a disposizione dal lunedì al sabato in pieno agosto- continuano i tre segretari di Fillea e Cgil- cioè quando tutta la città e i cantieri sono esclusi dagli sguardi quotidiani e, probabilmente, quando anche i già pochi controlli degli ispettori diminuiranno considerevolmente a causa del personale in ferie; sebbene qualsiasi organo di pubblica sicurezza è tenuto ad intervenire proprio grazie all’ordinanza.
Noi facciamo la nostra parte per la tutela della salute e della sicurezza nel lavoro e la facciamo anche così: organizzando un presidio telefonico sempre attivo. Nelle scorse settimane avevamo chiesto un’attenzione speciale al sindaco chiedendo un’ordinanza comunale che alla fine non è arrivata. Ma la Regione ci ha dimostrato di essere dalla nostra parte quando ne ha emessa una ad hoc. A dimostrazione che la legge nazionale di certo esiste, ma che è necessario declinarla a livello locale per poterla applicare nel migliore dei modi possibili”.
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Cronaca

Catania, autopsia non fa chiarezza sulla morte della 38enne trovata impiccata

Saranno necessari altri esami supplementari e complementari ossia istologici e tossicologici

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foto "Repertorio"

Si è svolta questa mattina, al Policlinico di Catania, l’autopsia  sulla salma della 38enne trovata  impiccata, nei giorni scorsi, nel bagno dell’appartamento di villeggiatura sito a Fondachello, frazione marinara di Mascali, che la donna aveva preso in affitto assieme al compagno. Autopsia che non ha risolto tutti i dubbi : saranno necessari altri esami supplementari e complementari. In pratica saranno eseguiti esami istologici e tossicologici.

Ad effettuare l’autopsia il medico legale Cristoforo Pomara;  presente, come perito di parte, il dottore Raffaele Benanti, nominato dall’avvocato Francesco Marchese, legale del compagno della donna, che non è indagato, ma parte offesa nell’inchiesta. Intanto la Procura ha firmato il nulla osta per il rilascio della salma che è stata restituita ai familiari. La donna, da quanto verificato dai carabinieri della compagnia di Giarre che stanno indagando sul fatto, avrebbe avuto una lite con l’uomo, testimoniato dai diversi lividi presenti sulle braccia di entrambi e che poi avrebbe lasciato l’abitazione.Il corpo è stato trovato da uno dei figli della coppia.

La casa è stata trovata in ordine, e non è stato rinvenuto alcun messaggio da parte della donna. La coppia ha due figli Il compagno è stato sentito, come testimone, nella caserma dell’Arma da militari e dal sostituto procuratore di Catania di turno.  Al momento non è esclusa alcuna ipotesi sulle cause del decesso, compresa quella del suicidio

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