Su disposizione della Procura della Repubblica di Catania, i
carabinieri della Compagnia di Paternò hanno arrestato il 19enne paternese
Orazio Rau ed il 20enne belpassese Francesco Arcidiacono, in esecuzione di una
ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip del Tribunale etneo in ordine ai
reati di rapina aggravata in concorso e detenzione e porto illegale di armi.
Lo scorso 28 febbraio, intorno alle 17.00, all’interno del negozio di abbigliamento “Lidia” di Paternò, due individui con il volto travisato, uno armato di machete e l’altro con in mano una pistola, avevano messo a segno una rapina, facendosi consegnare l’incasso equivalente a 150 euro (dopo che al titolare fu puntata la pistola alla tempia) per poi fuggire via con uno scooter.
L’intervento sul posto degli investigatori del Nucleo
Operativo aveva consentito di acquisire le immagini registrate dai sistemi di
video sorveglianza attive in diverse zone della città, che avevano registrato
nei momenti precedenti e successivi alla rapina due giovani a volto scoperto,
con uno scooter di colore nero, che corrispondevano alla descrizione fornita
dalle vittime in sede di denuncia.
Da uno dei frame estrapolati dal video si è riusciti a
fissare il numero di targa dello scooter risultato di proprietà di Arcidiacono,
il quale, attraverso l’acquisizione della foto della carta d’identità, era
stato identificato come il passeggero del motociclo ripreso dalle telecamere.
Dopo pochi giorni i carabinieri erano riusciti a dare un
volto pure a chi guidava il mezzo, appunto Orazio Rau.
Attraverso gli opportuni approfondimenti espletati dagli
inquirenti, i due sono stati collocati anche in un’altra scena del crimine,
relativa alla rapina perpetrata lo scorso 1° marzo, giorno in cui un giovane,
con il volto coperto da casco integrale e brandendo una pistola all’indirizzo
dell’impiegata, si impossessò dei circa
500 euro contenuti nella cassa del supermercato “Simply” di Belpasso, per poi
fuggire in scooter condotto da un complice che lo stava attendendo fuori
dall’esercizio commerciale.
Gli elementi indiziari acquisiti hanno portato i militari
nelle abitazioni dei due indagati dove, dove sono stati sequestrati indumenti e
calzature comparabili a quelli indossati dai malviventi al momento della
commissione delle due rapine.
Grazie al quadro probatorio raffigurato dai carabinieri, il
giudice, su richiesta del magistrato titolare dell’indagine, ha potuto ordinare
l’arresto degli indagati e la loro sottoposizione agli arresti
domiciliari.