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In Primo Piano

Riposto: controlli e sanzioni in una mensa scolastica statale

I Carabinieri denunciano e sanzionano l’amministratore di una mensa scolastica con multe pari a 6.000 euro per gravi violazioni delle norme igienico-sanitarie

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Continuano i controlli dei Carabinieri del Comando Provinciale di Catania, con il supporto del Nucleo Antisofisticazione Alimentare (N.A.S.) e del Nucleo Ispettorato del Lavoro (N.I.L.), per contrastare l’illegalità nel settore agroalimentare e garantire la sicurezza dei consumatori. L’ultima ispezione ha riguardato una mensa scolastica di una scuola statale di Riposto, dove sono state riscontrate diverse irregolarità.

Nel corso dei controlli, i Carabinieri hanno verificato gravi carenze igienico-sanitarie nei locali in cui venivano preparati i pasti per gli studenti. Le violazioni includevano la pulizia insufficiente delle superfici di lavoro, la gestione inadeguata di frigoriferi e congelatori e l’assenza di una corretta attuazione delle procedure di autocontrollo HACCP, un protocollo fondamentale per prevenire rischi da contaminazioni alimentari.

Inoltre, la formazione del personale sulle buone pratiche igieniche e la gestione dei rifiuti risultavano insufficienti, fattori che avrebbero potuto contribuire a un miglior standard di sicurezza alimentare.

A causa della mancata sorveglianza sanitaria su quattro lavoratori, l’amministratore della mensa, un 72enne di Catania, è stato denunciato, ferma restando la presunzione di innocenza, valevole ora e fino a condanna definitiva, all’Autorità Giudiziaria e multato per un totale di quasi 6.000 euro. La violazione delle norme di sorveglianza sanitaria è considerata una grave negligenza per la tutela della salute dei dipendenti. Tuttavia, non è stata disposta la sospensione dell’attività, in quanto il titolare è stato obbligato a mettere in regola i locali e adeguarsi alle normative igieniche e di sicurezza entro breve tempo.

Le autorità ribadiscono l’importanza di garantire ambienti di lavoro sicuri e cibi salubri, un compito che riguarda tanto la corretta gestione delle strutture quanto la formazione del personale addetto.

In Primo Piano

Catania, sangue cordonale: una risorsa per salvare vite

Donare il cordone ombelicale per offrire nuove speranze ai pazienti

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Il sangue cordonale rappresenta un’opportunità straordinaria per la medicina moderna, essendo una fonte ricca di cellule staminali pluripotenti utilizzate per trattare numerose malattie del sangue e del sistema immunitario. Tuttavia, nonostante il suo grande potenziale, il cordone ombelicale viene spesso scartato, perdendo così una risorsa fondamentale per la salute pubblica.

L’importanza della donazione del sangue cordonale è stata al centro dell’incontro “L’importanza della donazione del sangue cordonale: prospettive e sensibilizzazione”, organizzato dalla Commissione Associazionismo e Volontariato dell’OMCeO di Catania. L’evento, che si è svolto giovedì 20 febbraio presso la sede dell’Ordine dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri di Catania, ha visto la partecipazione di esperti del settore, medici e rappresentanti istituzionali, con l’obiettivo di sensibilizzare sulla donazione e favorire una maggiore consapevolezza su questa tematica.

Nessun rischio per mamma e neonato

Tra gli interventi più significativi, Giusi Tancredi, referente per la qualità dell’Unità di Medicina Trasfusionale dell’Ospedale di Sciacca, ha sottolineato come la donazione del sangue cordonale avvenga in totale sicurezza per la madre e il neonato. “Donare il sangue cordonale è un modo meraviglioso per celebrare l’inizio di una nuova vita. Le cellule contenute nel sangue cordonale hanno caratteristiche uniche e possono salvare migliaia di vite”, ha dichiarato Tancredi, ricordando che ad oggi oltre 55mila persone nel mondo sono sopravvissute grazie a un trapianto di sangue cordonale.

La Banca di Sciacca: un’eccellenza italiana

Durante l’incontro, Giuseppe Liberti, coordinatore della Commissione Associazionismo e Volontariato dell’OMCeO di Catania, ha evidenziato l’importanza della sensibilizzazione su questa pratica. “Le cellule staminali contenute nel sangue cordonale hanno la capacità di svilupparsi nel tempo e persino di riparare organi danneggiati. Il nostro obiettivo è coinvolgere i direttori sanitari e i responsabili delle Unità Operative per diffondere un messaggio chiaro: donare non costa nulla, ma può salvare vite”.

La Banca di Sciacca, punto di riferimento per la raccolta di sangue cordonale, ha raggiunto nel 2024 il traguardo di circa 2mila donazioni, ponendosi come prima in Italia. Pasquale Gallerano, responsabile della Banca Cordonale di Sciacca, ha illustrato il ruolo fondamentale di questa rete di raccolta, attiva sin dagli anni ‘80 e oggi collegata a 35 Punti Nascita in tutta la Sicilia. “Negli ultimi cinque anni, la Banca di Sciacca ha raggiunto il primo posto in Italia per numero di donazioni, dimostrando l’efficacia della collaborazione tra strutture ospedaliere e centri di raccolta”, ha spiegato Gallerano.

Promuovere la cultura della donazione

All’incontro hanno partecipato anche i direttori sanitari delle Aziende Ospedaliere di Catania e dell’ASP Etnea, i responsabili delle Unità Operative di Neonatologia, Ostetricia e Ginecologia della provincia di Catania e la dott.ssa Elisabetta Battaglia, consigliere tesoriere dell’OMCeO di Catania.

L’evento ha rappresentato un’importante occasione per sensibilizzare la popolazione sulla donazione del sangue cordonale, un gesto di grande valore etico e scientifico capace di offrire nuove speranze a migliaia di pazienti in tutto il mondo. Grazie alla diffusione di informazioni corrette e alla collaborazione tra medici e strutture sanitarie, la speranza è che sempre più genitori possano scegliere di donare il sangue cordonale, contribuendo a salvare vite e a migliorare il futuro della medicina rigenerativa.

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ARS

Misterbianco: Inaugurato il sito archeologico “Campanarazzo”, la “Pompei dell’Etna”

“Per la nostra comunità è un momento di grande emozione – ha dichiarato il sindaco di Misterbianco Marco Corsaro – perché finalmente l’unicità del sito di Campanarazzu diventa un tesoro archeologico aperto al mondo, fruibile da tutti”

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Un momento storico per la città di Misterbianco. Inaugurato, oggi, il sito archeologico “Campanarazzo” la chiesa Madre di Misterbianco, in stile tardo-rinascimentale, invasa e travolta dalla lava dell’Etna nel 1669 che oggi, grazie ad un lavoro di valorizzazione avviato dall’Amministrazione comunale ed al finanziamento della Regione Sicilia, si apre al pubblico. Si tratta di quella che viene definita la “Pompei dell’Etna”, la la chiesa, infatti, è stata recuperata scavando nella pietra della colata lavica del 1669. La Regione Siciliana, ricordiamo, con la legge 8 del 2022, ha istituito la “Giornata della memoria dell’eruzione dell’Etna del 1669”.

“Per la nostra comunità è un momento di grande emozioneha dichiarato il sindaco di Misterbianco Marco Corsaroperché finalmente l’unicità del sito di Campanarazzu diventa un tesoro archeologico aperto al mondo, fruibile da tutti. Siamo convinti che questa sarà una grande opportunità di riscoperta e valorizzazione culturale, economica e sociale per il nostro territorio. In quest’ottica abbiamo anche utilizzato i fondi del Pnnr – sottolinea il sindaco Corsaro – per creare un nuovo Parco archeologico-naturalistico nell’area circostante agli scavi. A breve avvieremo un cantiere da oltre un milione di euro, inserendo così Campanarazzu in un rinnovato contesto ambientale e turistico.”

E stamani, dunque, l’inaugurazione che ha visto la partecipazione sentita del primo cittadino, assessori e consiglieri comunali, i deputati regionali Jose Marano e Giuseppe Castiglione, Gilberto Aragona per l’Assessorato regionale ai Beni culturali, Franco La Fico Guzzi per la Soprintendenza ai Beni culturali di Catania, il direttore dell’INGV-Osservatorio Etneo di Catania, Stefano Branca, il parroco Nino Vitanza per la Fondazione Monasterium Album. Presenti anche docenti e alunni delle scuole della città di Misterbianco.

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