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Cronaca

S.M. di Licodia, in manette presidente di una Cooperativa fallita nel 2021

La cooperativa si occupava di facchinaggio e movimentazione merci. Ipotizzati i reati di bancarotta semplice, fraudolenta, patrimoniale e documentale

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Nell’ambito di complesse attività d’indagine coordinate da questa Procura della Repubblica, i Finanzieri del Comando Provinciale di Catania hanno eseguito un’ordinanza con cui il Giudice per le indagini preliminari presso il locale Tribunale ha disposto misure cautelari personali e reali nei confronti di Salvatore Scaletta(classe 1957), Vittorio Bentivegna (classe 1979), Maria Rosa Zinna(classe 1963), Antonino Luca Cugno (classe 1984), sottoposti a indagine per reati di bancarotta semplice, bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale.
Le investigazioni, svolte da unità specializzate della Sezione di polizia giudiziaria del Nucleo di Polizia Economico finanziaria di Catania, hanno riguardato la cooperativa “Arcobaleno Catania S.C.A.R.L.” di Santa Maria di Licodia, operante nel settore del facchinaggio e movimentazione di merci, dichiarata fallita dal Tribunale di Catania nel 2021.
Gli approfondimenti svolti hanno evidenziato – nell’attuale fase del procedimento, in cui non si è pienamente realizzato il contraddittorio con le parti – che Salvatore Scaletta, in qualità di amministratore di fatto della fallita, unitamente agli altri indagati, componenti del consiglio di amministrazione di tale società, avrebbe distratto le risorse aziendali a favore della “STS srl” e della “TS LOGISTIC Soc. Coop.va”, imprese con sede a Misterbianco e attive nel settore della logistica, riconducibili al medesimo Scaletta.
In particolare, è stato appurato che i predetti indagati, allo scopo di procurare a sé o ad altri un ingiusto profitto e comunque di recare pregiudizio ai creditori, avrebbero azzerato l’operatività aziendale della “Arcobaleno Catania S.C.A.R.L.”, oramai gravata da ingenti debiti erariali, per circa 3 milioni di euro, trasferendo dipendenti, fornitori e portafoglio clienti alle altre imprese del gruppo in modo da assicurarsi la prosecuzione dell’attività commerciale senza tuttavia onorare le proprie obbligazioni nei confronti principale creditore, costituito dallo Stato.
Parallelamente, i medesimi avrebbero cagionato l’aggravamento del dissesto proseguendo l’attività nell’ottica della continuità aziendale sebbene fosse evidente la perdurante situazione di squilibrio economico che caratterizzava l’impresa.
Tali condotte sarebbero state accompagnate anche dal mancato deposito in sede di procedura fallimentare dei bilanci e delle scritture contabili aziendali, con lo scopo di non rendere possibile la ricostruzione delle vicende societarie da parte della curatela.
All’esito delle investigazioni svolte dalle Fiamme Gialle etnee, il Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Catania, su richiesta di questa Procura, ha dunque disposto le misure cautelari:
– degli arresti domiciliari a carico di Salvatore Scalettae del divieto di esercitare imprese e uffici direttivi di persone giuridiche e imprese nei confronti di Vittorio Bentivegna, Maria Rosa Zinna, Antonio Luca Cugno;
– del sequestro preventivo delle quote sociali e dell’intero compendio aziendale delle predette “STS srl” e della “TS LOGISTIC Soc. Coop.va”, società in favore delle quali sarebbero stati trasferiti gli asset produttivi della fallita. L’attività d’indagine si inquadra nel più ampio quadro delle azioni svolte da questa Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Catania finalizzate al contrasto della criminalità economico-finanziaria, a tutela della trasparenza e della legalità del sistema economico e imprenditoriale nonché dei creditori.

Cronaca

Catania, autopsia non fa chiarezza sulla morte della 38enne trovata impiccata

Saranno necessari altri esami supplementari e complementari ossia istologici e tossicologici

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foto "Repertorio"

Si è svolta questa mattina, al Policlinico di Catania, l’autopsia  sulla salma della 38enne trovata  impiccata, nei giorni scorsi, nel bagno dell’appartamento di villeggiatura sito a Fondachello, frazione marinara di Mascali, che la donna aveva preso in affitto assieme al compagno. Autopsia che non ha risolto tutti i dubbi : saranno necessari altri esami supplementari e complementari. In pratica saranno eseguiti esami istologici e tossicologici.

Ad effettuare l’autopsia il medico legale Cristoforo Pomara;  presente, come perito di parte, il dottore Raffaele Benanti, nominato dall’avvocato Francesco Marchese, legale del compagno della donna, che non è indagato, ma parte offesa nell’inchiesta. Intanto la Procura ha firmato il nulla osta per il rilascio della salma che è stata restituita ai familiari. La donna, da quanto verificato dai carabinieri della compagnia di Giarre che stanno indagando sul fatto, avrebbe avuto una lite con l’uomo, testimoniato dai diversi lividi presenti sulle braccia di entrambi e che poi avrebbe lasciato l’abitazione.Il corpo è stato trovato da uno dei figli della coppia.

La casa è stata trovata in ordine, e non è stato rinvenuto alcun messaggio da parte della donna. La coppia ha due figli Il compagno è stato sentito, come testimone, nella caserma dell’Arma da militari e dal sostituto procuratore di Catania di turno.  Al momento non è esclusa alcuna ipotesi sulle cause del decesso, compresa quella del suicidio

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Cronaca

Piana di Catania, attivata pompa di sollevamento del lago Biviere di Lentini

L’impianto permetterà un prelievo di circa 400 litri al secondo che consentiranno di distribuire acqua per usi irrigui a circa mille ettari di terreni

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foto web- sito "Guidasicilia"

“E entrata in azione oggi la prima delle due pompe di sollevamento del lago Biviere di Lentini, nel Siracusano”. A dirlo il presidente della Regione Sicilia Renato Schifani il quale ha evidenziato che con questa soluzione l’impianto permetterà un prelievo di circa 400 litri al secondo che consentiranno di distribuire acqua per usi irrigui a circa mille ettari di terreni agricoli della Piana di Catania.

Nei prossimi giorni, sarà attivata una seconda pompa con la stessa capacità. I fondi per gli impianti, 600 mila euro, sono stati stanziati dalla Regione Siciliana attraverso un contributo straordinario al Consorzio di bonifica 9. “L’attivazione delle due linee di pompaggio – dice il presidente della Regione siciliana Renato Schifani – risolve il paradosso di un invaso in cui l’acqua c’è ma non era possibile utilizzarla per un guasto agli impianti. Adesso possiamo garantire l’approvvigionamento idrico agli agricoltori del territorio in difficoltà per il perdurare dell’emergenza siccità in Sicilia.

Il mio governo è impegnato quotidianamente nella risoluzione, da un lato, delle questioni più urgenti ma, allo stesso tempo, nella definizione di una strategia globale di miglioramento delle infrastrutture, al fine di migliorare la sostenibilità a lungo termine del sistema idrico locale”.

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