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Cronaca

S. M. di Licodia, la vicenda del maresciallo Castro raccontata da Carmelo Abbate

Si è spento a soli 69 anni dopo aver subito un lungo processo che gli ha cambiato l’esistenza

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Da giornalista non ho seguito la cronaca giudiziaria del maresciallo dei carabinieri di origine licodiese, Orazio Castro. Nel 2001 quando venne ingiustamente indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, non scrivevo, ero ancora all’Università. Nel 2014 venne poi definitamente assolto, ma la ferita inferta al suo corpo e alla sua anima era ormai troppo profonda. Non conoscevo questa storia, l’ho appresa solo in questi giorni  e la notizia della sua morte a soli 69 anni, in un momento in cui non ha potuto nemmeno essere salutato con l’onore che meritava, mi ha profondamente colpito. Siamo di fronte a una di quelle vicende umane, prima ancora che giudiziarie, che devono uscire dal silenzio, che hanno bisogno di una profonda riflessione da parte di tutti, perché rappresentano l’immagine paradig­ma di una giustizia ingiusta capace di ucci­dere. La mia riflessione è nata dopo aver letto il messaggio carico di dolore del fratello Francesco, nella pagina dei necrologi del quotidiano “La Sicilia” e poi il racconto del giornalista Carmelo Abbate che vi riporto integralmente.

Leggete per non dimenticare e per riportare giustizia alla memoria di un uomo che ha dedicato la sua vita all’Arma dei Carabinieri.

Da “Le Storie degli Altri” di Carmelo Abbate

“Lui è Orazio. Nasce a Santa Maria di Licodia, in provincia di Catania, nel 1951. Il cugino e lo zio sono carabinieri. Orazio guarda la fiamma sul cappello, sogna a occhi aperti. È un bambino responsabile, si occupa del fratellino Francesco. Cresce. Prende il diploma, chiama a raccolta la famiglia. Niente università, farò il carabiniere. Orazio ha 18 anni. Entra nell’Arma. Fa la scuola allievi, diventa appuntato. Torna a casa, Francesco vuole sapere tutto, lui è così stanco che si addormenta con la divisa. È felice. Passano gli anni. Orazio diventa maresciallo, comanda la caserma di Aci Sant’Antonio. In paese lo rispettano tutti, anche i criminali. Un giorno sente degli spari, si precipita sul posto. C’è un uomo per terra, è stato ucciso. Orazio si butta sotto una macchina, estrae la pistola, urla. Abbassate le armi. I sicari lo riconoscono, alzano le mani, si arrendono. Orazio riceve la medaglia al valore militare, e quella al valore civile. È il 1993. Orazio entra a far parte della Direzione investigativa antimafia di Catania. Partecipa a diverse azioni, si guadagna il rispetto dei colleghi. È il 2001. Riceve una lettera. Un fulmine a ciel sereno. È indagato per concorso esterno in associazione mafiosa. Contro di lui, le parole di un pentito. Orazio sarebbe una talpa al soldo di un clan mafioso. La procura di Catania non ha dubbi, ottiene il processo. Orazio finisce alla sbarra. Il giudice emette la sentenza. Assolto. Orazio è estraneo alle accuse. La procura fa ricorso e lo trascina in appello. Orazio è incredulo. Attorno a lui è terra bruciata, amici e colleghi girano alla larga. Orazio accusa il colpo, gli viene un infarto. L’Arma dei Carabinieri gli volta le spalle. Viene dichiarato non più idoneo al servizio. La fiamma sul cappello si è spenta, Orazio appende la divisa al chiodo. Viene assolto anche in appello, ma la procura non molla il colpo. Si va in Cassazione. La sua salute peggiora. È il 2014. Orazio Castro viene assolto da tutte le accuse. È innocente, ma dopo 13 anni è un uomo distrutto e malato. Muore il 3 aprile del 2020″.
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Cronaca

Biancavilla, fiamme all’istituto Salesiano di via Mongibello

Distrutta un’automobile parcheggiata in un cortile. In fiamme anche i cavi elettrici che costeggiano l’istituto

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Momenti di panico e fuggi fuggi, intorno alle 12:00 di questa mattina nell’istituto Salesiano di via Mongibello a Biancavilla. Ad essere avvolte dalle fiamme un’automobile in uso alle suore di “Don Bosco” che si trovava in sosta nel cortile adiacente l’Istituto e i cavi elettrici del prospetto esterno della struttura. Probabilmente, l’incendio, dopo essersi sviluppato autonomamente a partire dal vano motore del veicolo, si sarebbe poi propagato ad un contatore dell’energia elettrica facendo andare in corto circuito ed in fiamme i fili esterni che costeggiano l’intero Istituto Salesiano. Sul posto, sono giunti i Vigili del Fuoco che hanno proceduto a domare le fiamme e alla messa in sicurezza del veicolo andato completamente distrutto. Ad intervenire per la verifica di eventuali danni agli impianti del Metano, anche la ditta che si occupa della gestione della fornitura Gas in città. L’area interessata dal rogo è stata transennata dalla Polizia Municipale biancavillese nell’attesa dell’intervento dei tecnici dell’Enel che dovranno procedere alla messa in sicurezza e ripristino dei cavi andati in fumo. Non si registrano feriti a seguito dell’incendio.

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Cronaca

Catania, operazione “Alto Impatto” dei carabinieri del NIL, controllate diverse aziende

I militari del Nucleo Ispettorato Lavoro hanno ispezionato 14 aziende, trovandone 11 irregolari, scoperti 12 lavoratori in nero, effettuate 6 sospensioni di attività, denunciate 11 persone ed elevate sanzioni per oltre 55 mila euro

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I carabinieri del NIL, nell’ambito dell’attività di vigilanza “ad alto impatto” disposta in ambito nazionale dal Comando Carabinieri Tutela del lavoro ed in particolare nel territorio della provincia etnea, negli ultimi giorni hanno intensificato i controlli nei settori imprenditoriali più a rischio come il commercio, gli esercizi pubblici e l’edilizia.

All’esito dei controlli ispettivi presso 14 aziende ben 11 sono risultate irregolari e per 6 è stato adottato il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale per “lavoro nero”, avendo superato il 10% dei lavoratori in nero rispetto ai presenti in azienda. In totale sono state verificate 44 posizioni lavorative ed individuati 12 lavoratori sommersi alla pubblica amministrazione.

Sono stati deferiti all’Autorità Giudiziaria competente, 11 soggetti responsabili in materia di sicurezza sul lavoro per omesse visite mediche preventive e formazione dei lavoratori, ponteggi inidonei, attrezzature di lavoro ed impianti elettrici non conformi, aree di cantiere non ben delimitate ed altro.

Sono state irrogate ammende e sanzioni amministrative pari ad euro 55.786 euro con il recupero contributivo previdenziale e assistenziale pari ad euro 10.000.

 

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