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S.M. di Licodia, Mirella Rizzo su audio: “Provo indignazione. Molti interrogativi su come continuare questa esperienza politica”

La nota del vicesindaco Mirella Rizzo

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Prima forte reazione, quella del vicesindaco di Santa Maria di Licodia Mirella Rizzo, a seguito della notizia relativa ad un audio diffusosi in queste settimane in paese che sta facendo “tremare” le fondamenta del palazzo di città e della politica licodiese (rileggi la notizia). Ad intervenire è la stessa Rizzo con una propria nota che pubblichiamo integralmente.

La nota integrale

A questo punto la situazione pone molti interrogativi su come continuare questa esperienza politico- amministrativa e soprattutto se continuarla a queste condizioni. Non posso, non voglio, non debbo distogliere la mia persona dai valori che ispirano e accompagnano il mio agire quotidiano nell’attività pubblica, a fianco delle ragioni e delle speranze dell’amata Licodia. I valori sono stati i presupposti della mio essere donna al servizio delle istituzioni. Adesso provo la giusta indignazione per le miserie, che infastidiscono ma non deprimono, ma ho la forza consapevole del mandato ricevuto, la resilienza sperimentata.

Le difficoltà, contrarietà oggettive e volute, le cattiverie e le menzogne per scoraggiare, interrompere un percorso virtuoso sono state tante! Ma eccomi, con la forza e la determinazione che mi viene dal rispetto che ho verso ogni concittadino, per ogni elettrice ed elettore ai quali devo la fedeltà nel rappresentarli. Il fango, la maldicenza (idiota del resto) non mi appartengono né mi lascerò mai travolgere. Ciò mi consente di avere comportamenti meditati e temprati, il coraggio delle mie azioni sempre… non incline al gossip. Il clamore creato, ricercato, voluto di questi giorni non mi consente di rimanere in silenzio, seppur con il distacco di sempre e che merita questa ennesima “uscita”. La signorile dignità impone di percorrere vie civili, e perché no, anche legali, evitando volgarità e bassezze, perché ne abbiamo viste e udite fin troppe e disgustano!
Esprimo la mia gratitudine per quanti, tanti, mi hanno mostrato solidarietà.

amministrazione

Belpasso, saranno realizzate 47 opere pubbliche, investimento storico

Circa 33 milioni di euro provenienti dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), statali, regionali e dalle casse comunali

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Scuola, cultura e servizi collegati, rigenerazione urbana,  sicurezza, viabilità, efficientamento energetico, sport. Sono questi i settori chiave che interesseranno progetti ed opere pubbliche a Belpasso. Sono, infatti, 47 le opere in fase di realizzazione per circa 33 milioni di investimento, provenienti dai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), statali,  regionali e dalle stesse casse del comune.

Alcune di queste opere pubbliche, per 9 milioni di euro, sono il patrimonio che il comune ha ereditato dalla scorsa amministrazione.  Un programma ambizioso per un investimento che assume connotati storici per i quali l’amministrazione belpassese, con in testa il primo cittadino, Carlo Caputo,  va certamente orgogliosa.

Dunque, progetti, cantieri e finanziamenti che sicuramente richiederanno del tempo per una concreta realizzazione ma che proiettano la scacchiera dell’Etna verso un futuro dalle basi solide. Concretamente, sono ai nastri di partenza tre progetti di regimentazione delle acque meteoriche, due asili nido, due scuole per l’infanzia, una mensa scolastica nonché l’ampliamento del cimitero.

Poi ancora un’altra  notizia, la più importante: Belpasso avrà una rete fognaria i cui lavori prenderanno il via fra circa sei mesi. Tale intervento, tanto importante quanto necessario come richiesto dalla Unione Europea, tarderà l’avvio dei lavori di manutenzione del manto stradale, un ritardo motivato ,per l’appunto, dalla necessità di non dover ripetere poco dopo, lo stesso intervento di posa dell’asfalto.

“Sembra tutto molto ambizioso-ha dichiarato il sindaco di Belpasso, Carlo Caputo – e non voglio nascondere le difficoltà nella gestione di tanti progetti, soprattutto in un contesto di carenza di tecnici. Sono comunque molto felice del lavoro che stiamo portando avanti, dell’impegno che ci stiamo mettendo, io insieme alla mia squadra di assessori, consiglieri e collaboratori. Belpasso sarà una cittadina rigenerata, una cittadina nuova”.

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In Primo Piano

Bronte e quell’ospedale i cui lavori restano irrealizzati.

Il sindaco Firrarello pretende spiegazioni sul perché i lavori sull’ospedale cittadino, per un valore di 8 Mln, siano rimasti fermi da quasi vent’anni.

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E’ l’ennesima storia di denaro destinato a finanziare opere pubbliche la cui gestione sprofonda in un dedalo di intricate lungaggini di cui si perdono le tracce.

Già negli scorsi giorni, Firrarello aveva indirizzato proteste verso una programmazione della rete sanitaria dell’isola che vede penalizzato il nosocomio brontese a favore degli ospedali di Catania. Ieri, il sindaco di Bronte torna sulla “questione ospedale” affrontando il problema da un altro punto di vista e chiede lumi sull’inspiegabile interruzione di lavori sulla struttura sanitaria:“I lavori sono stati consegnati il 9 giugno del 2022. Dovevano essere completati in 18 mesi. Bene, dell’appalto di circa 8 milioni di euro sono stati spesi, si e no, circa 20 mila euro”. Sarebbero, dunque, dovuti essere ultimati nel dicembre 2023 e invece, a tutt’oggi, l’ormai famoso “Corpo C” è rimasto un cantiere fantasma, senza che nessuno realmente sappia i motivi del perché l’impresa non realizzi i lavori.

Varrà la pena precisare che la storia inizia nell’ormai lontanissimo 2007, allorché i lavori furono consegnati  alla ditta aggiudicataria che però poi finì in amministrazione controllata e che perciò non terminò l’opera.
Dopo una lunghissima procedura burocratica con l’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, l’Asp ha poi riaffidato i lavori nel giungo del 2022.
Ma da allora niente. Non sono bastate le proteste del territorio che ha anche chiesto l’intervento del Prefetto.
Si arriva, così, all’ottobre 2024, quando l’Asp 3 di Catania, approva una nuova delibera con la quale recepiva ed approvava un accordo transattivo per concedere all’impresa nuovi termini per la conclusione dei lavori.
Ma sono già passati più di 2 mesi e mezzo ed il cantiere è rimasto sempre deserto.
Non è ipotizzabile – afferma il sindaco di Bronte, Pino Firrarello – che l’Agenzia per i Beni confiscati alla criminalità, quindi lo Stato, sequestri il cantiere di un appalto di 8 milioni di euro ed il territorio rimane per 20 anni privo dell’opera che si doveva costruire.
Ancor più grave se l’opera è un ospedale al servizio di un Territorio come il nostro distante dai grandi ospedali.
Io non so di chi sia realmente la colpa, ma provo vergogna al suo posto, visto che si tratta certamente di un ente pubblico.
Le amministrazioni pubbliche devono funzionare. – continua – L’intero territorio attende questi lavori da anni. La gente ha sopportato, suo malgrado, l’interruzione dei lavori ed ha atteso il tempo necessario affinché tutto venisse definito. Io stesso mi sono recato presso l’Agenzia dei beni confiscati di Reggio Calabria, titolare del provvedimento di sequestro, per accelerare un iter che stava per diventare troppo lungo. Non possiamo accettare ulteriori ritardi. Qualcuno deve spiegarci perché i lavori non sono iniziati. Qualcuno deve vigilare affinché inizino e vengano realizzati bene”.

Alle proteste del sindaco Firrarello fanno da eco le parole di Angelica Prestianni, assessore alla Salute del Comune: “Già 2 anni fa avevamo lanciato l’allarme.  Purtroppo non siamo stati ascoltati. Adesso pretendiamo di sapere perché con la ridefinizione dei termini da parte dell’Asp il cantiere è ancora fermo. Lo impone l’obbligo di trasparenza nei confronti d cittadini detentori anche loro, fino a priva contraria, del diritto alla Salute”.

 

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