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Cronaca

S.M. di Licodia, parla il legale di Grazia Ranno: “Determinati a trovare la verità”

Su commenti al vicesindaco e richieste di lavoro l’avvocato Francesco Biondi chiarisce: “Su questo aspetto non abbiamo bisogno di difenderci, perché non esiste nessun reato”

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Ha rilasciato una lunga intervista ad Etna News24 l’avvocato Francesco Biondi, legale dell’assessore e consigliere Grazia Ranno, che nelle ultime ore ha visto accendere su di se (insieme al primo cittadino Giovanni Butto) i riflettori della cronaca locale a seguito di un audio diffusosi in maniera capillare tra i cittadini frutto di una registrazione privata tra i due. “La signora Ranno è assolutamente determinata a trovare la verità e non si fermerà davanti a niente. Questa è una cosa che le fa onore e che probabilmente permetterà di arrivare al colpevole”, ha esordito il legale.  L’assessore – ricordiamo – ha presentato una denuncia al Nucleo Investigativo dei Carabinieri di Catania al fine di poter procedere con l’esame del contenuto di una chiavetta contenente il video incriminato. Diversi i reati ipotizzati dall’avvocato Biondi, che la Magistratura potrebbe iscrivere a carico di uno o più soggetti presunti responsabili di tale gesto. Tra questi la diffamazione, l’estorsione e probabilmente quello di accesso abusivo a sistemi informatici. Sarebbe infatti quest’ultima ipotesi, quella della presenza di qualche trojan installato nel cellulare di qualcuno presente durante quelle discussioni carpite fraudolentemente (le registrazioni sarebbero infatti frutto di più incontri) l’ipotesi che la difesa starebbe seguendo in maniera privilegiata rispetto ad altre.

“Su questo aspetto, non abbiamo bisogno di difenderci, perché non esiste nessun reato”, ha poi commentato il legale in merito ai commenti rivolti al vicesindaco Mirella Rizzo e alle questioni legate ai posti di lavoro. “La questione è una dialettica politica, la signora Ranno è stata osteggiata nell’ingresso in giunta ma non rappresentava un’offesa diretta e nemmeno un’offesa fatta in pubblico. Sui posti di lavoro, è un obbligo degli amministratori segnalare al Sindaco qualsiasi situazione di disagio di una famiglia in difficoltà. Non si stava chiedendo di falsificare un concorso ma la Ranno segnalava la situazione degradata di una famiglia che si trovava in una situazione di disagio. Questo le fa onore.” Azioni legali, infine, potrebbero apparire all’orizzonte nei confronti di alcuni siti che hanno pubblicato in maniera più o meno integrale il contenuto dell’audio.

Cronaca

Trecastagni, due fratelli svaligiano cassa di un ristorante, uno arrestato e l’altro denunciato

Si tratta di due fratelli di Viagrande, un 34enne che è stato arrestato per furto aggravato ed un 30enne che è stato denunciato a piede libero

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Hanno forzato la finestra di un ristorante ed una volta dentro, si sono diretti verso il registratore di cassa per rubarne il contenuto.

Ad intralciare il piano di una coppia di malviventi è stato l’impianto fumogeno installato dal titolare. I ladri infatti disturbati dalla fitta nebbia emessa sono riusciti a rubare una somma irrisoria di circa 30 euro.

Dopo qualche secondo è scattato l’antifurto installato nell’attività commerciale e i due si sono dati alla fuga. Il  fatto si è verificato nella notte  a Trecastagni.

I carabinieri giunti immediatamente sul posto, a seguito del segnale d’antifurto trasmesso alla centrale operativa, si sono messi sulle tracce dei ladri, avviando le indagini e acquisendo le immagini registrate dalle telecamere di videosorveglianza.

I due sono stati bloccati dopo qualche minuto mentre tentavano di allontanarsi dal luogo del furto.

Identificati si tratta di due fratelli di Viagrande, un 34enne che è stato arrestato per furto aggravato ed un 30enne che è stato denunciato a piede libero.

Dopo essere stati bloccati, i due sono stati perquisiti. Il bottino rubato è stato interamente recuperato.

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Cronaca

S.Gregorio di Catania, arrestato un corriere della droga, in auto aveva 2,5 kg di cocaina

Ad operare i militari delle Fiamme Gialle del capoluogo etneo, i quali hanno trovato in possesso del conducente un tirapugni e 250 euro in contanti

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I Finanzieri del comando provinciale del capoluogo etneo hanno arrestato, a San Gregorio di Catania, per trasporto di sostanza stupefacente, un corriere che, a bordo di un’autovettura, trasportava circa 2,5 chilogrammi di cocaina.  La droga, che aveva un valore di mercato stimato in 500 mila euro, è stata sequestrata, assieme a un tirapugni e a 250 euro in contanti, da militari del nucleo di Polizia economico-finanziaria etneo e da unità della compagnia Pronto impiego di Catania.

In particolare i finanzieri hanno controllato l’autovettura condotta da un soggetto calabrese di origini reggine. I militari i si sono insospettiti per l’andatura anomala dell’auto che, alla vista dei finanzieri, ha prima rallentato e poi tentato di cambiare strada. Fermato per un controllo, la reazione nervosa del guidatore ha convinto le fiamme gialle a effettuare una perquisizione. Le attività di ricerca, dopo un preliminare e generale esame del veicolo, si sono concentrate nella zona della portiera posteriore interna del veicolo, per il fatto che vi erano segni di possibili operazioni di smontaggio-montaggio.

I militari hanno individuato un doppiofondo accessibile dalla portiera al cui interno sono stati rinvenuti 2 panetti del peso complessivo di circa 2,5 kg contenenti una sostanza biancastra che, da analisi speditiva tramite narcotest, è risultata essere cocaina. In aggiunta, il conducente è stato trovato in possesso di un tirapugni e di 250 euro in contanti.

I finanzieri etnei hanno quindi proceduto al sequestro di iniziativa della sostanza stupefacente, verosimilmente destinata a rifornire le piazze di spaccio della provincia, dell’auto utilizzata per il relativo trasporto, dell’arma e del denaro nonché all’arresto, in flagranza di reato, del guidatore per i reati di detenzione e traposto di sostanze stupefacenti e di porto abusivo di armi.  Il GIP presso il Tribunale etneo, su richiesta della locale Procura, ha convalidato i sequestri e l’arresto dell’uomo che è stato ristretto presso la casa circondariale di Catania Piazza Lanza.

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