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In Primo Piano

S.M. di Licoida, al via le VIII Licodisiadi

Ieri la cerimonia di apertura

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Seppur bagnata dalla pioggia, ha preso il via ieri, a Santa Maria di Licodia, l’ottava edizione delle Licodisiadi, competizione sportivo-culturale che porterà tra le strade e le piazze del paese centinaia di cittadini a sfidarsi su diversi fronti.  In pieno stile olimpionico, dopo l’accensione della fiamma consegnata al primo tedoforo dal gruppo scout Licodia 1,  il corteo con i diversi tedofori e le squadre partecipanti hanno condotto il “sacro fuoco” dalla chiesa della Consolazione a piazza Umberto I dove è stato poi acceso il braciere simbolo dei giochi. Ad accompagnare il corteo, la junior band dell’associazione musicale “G. Pacini”.

Ma le Licodisiadi non sono solo sfide all’ultimo punto ma anche inclusione. È questa la vera novità dell’edizione 2023 i cui organizzatori hanno voluto inserire diversi momenti di inclusione di alcuni ragazzi disabili licodiesi, partire dalla conduzione della fiamma olimpica.  Gimkana in bici, corsa con i copertoni, tiro a segno, calcio a 5, basket, atletica (lancio del vortex, 400 metri piani, staffetta 4×100, 100 metri piani, maratonina), volley, gara dei “carrioli” e le immancabili prove culturali sono le principali specialità dove i circa 80 partecipanti si sfideranno già a partire da oggi per cercare di battere gli avversari in un clima di sana competizione.

Ad allietare la cerimonia su piazza Umberto I sono state le note di “Licodisiadi fanfare”, inno composto per l’occasione dal maestro Yuri Furnari ed eseguito dalla banda “Giovanni Pacini” di Santa Maria di Licodia. A conclusione della serata, la dimostrazione di Karate da parte di diversi atleti di una associazione sportiva licodiese. I giochi si concluderanno  il 9 luglio prossimo con la cerimonia di chiusura e la premiazione dei partecipanti.

LA STORIA

Le Licodisiadi sono state recuperate negli ultimi anni grazie ad un gruppo di cittadini che hanno voluto ripresentare una manifestazione ormai appartenente solamente alla memoria storica del paese. I giochi, trovarono terreno fertile intorno alla metà degli anni 60 nell’ambito delle attività oratoriali della Chiesa Santissimo Crocifisso di Santa Maria di Licodia, su idea di Nino Sambataro, affiancato da collaboratori quali Luigi Distefano, Franco Ragusa, Pippo Costa e Giuseppe Furnari. I partecipanti venivano chiamati a gareggiare per circa 20 giorni consecutivi fra luglio ed agosto in competizioni di calcio, basket, pallavolo, tamburelli, ping-pong, atletica leggera, pattinaggio, dama, scacchi nonché in prove prove culturali. Sono state 6 le edizioni che si sono svolte tra il 1965 e il 1976 che furono poi interrotte – fino al 2019– a causa della morte a soli 33 anni del suo ideatore, Nino Sambataro. Per l’organizzazione dei giochi è stata costituita nel 2020 l’omonima associazione con presidente Don Santino Salamone.

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Apre la bocca dopo 16 anni, operazione straordinaria al San Marco

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Grande risultato per i medici del San Marco di Catania che grazie ad un intervento eccezionale di chirurgia maxillo facciale hanno dato nuova vita ad Aurora (nome di fantasia) che fin dalla nascita per 16 lunghi anni non aveva potuto aprire la bocca e svolgere le funzioni normali della sua età. Adesso può cominciare una nuova vita fatta di parole, sorrisi, cibi solidi e tutto quello a cui ha dovuto rinunciare nel corso della sua vita. Si tratta del primo caso in Sicilia di questo genere, sei in tutta Italia, straordinariamente complicato, che ha richiesto mesi di studio preventivo affinché tutto andasse per il meglio, dicono dall’ospedale. La forma della sindrome genetica di Nager di cui soffre Aurora dalla nascita è tra le più rare. In questo caso, già nel feto si era sviluppato un ammasso osseo che aveva fuso la mandibola al cranio non consentendo l’articolazione necessaria ad aprire la bocca. Il successo dell’operazione, durata circa dieci ore, è stato il frutto di un lavoro multidisciplinare, tra le varie équipe aziendali. Oltre ai chirurghi maxillo-facciali, in sala operatoria erano presenti in venti tra colleghi chirurghi anestesisti della Rianimazione sale chirurgiche e della Chirurgia toracica. “Tuttavia – dice l’ospedale – l’intervento non si sarebbe potuto realizzare senza la piena disponibilità del direttore generale dell’azienda ospedaliero universitaria etnea, Gaetano Sirna, che ha stanziato le risorse per la realizzazione della protesi in titanio impiantata nella giovane paziente, una vera e propria opera di bioingegneria tra le più moderne. A guidare le equipes di medici e paramedici, è stata la collaborazione tra alcuni dei chirurghi maxillo facciali più esperti in Italia che ha dato vita ad una perfetta sinergia tra Nord e Sud del Paese. In particolare Alberto Bianchi, professore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo-facciale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria “Policlinico “G. Rodolico – San Marco” e Massimo Robiony, direttore della Clinica maxillo facciale dell’ospedale universitario di Udine e il suo professore associato Salvatore Sembronio.

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Cronaca

Adrano, arrestato un 32enne per atti persecutori nei confronti della ex fidanzata

La relazione tra i due giovani sarebbe terminata perché la donna ha scoperto che il fidanzato avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti, ma anche il ragazzo sarebbe stato concorde con la ex, per poi pentirsene provando a riconquistarla

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Ad Adrano un uomo di 32 anni è stato arrestato dai carabinieri della locale stazione per atti persecutori nei confronti della ex fidanzata di 31 anni.  L’uomo è finito agli arresti domiciliari con dispositivo elettronico di controllo e con il divieto di comunicare con la persona offesa e con i suoi familiari.  Le indagini hanno fatto luce sulle condotte abituali e reiterate che sarebbero state poste in essere dal giovane, spesso sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, dallo scorso mese di marzo fino a qualche giorno fa, nei confronti della ragazza.

La relazione tra i due giovani sarebbe terminata perché la donna ha scoperto che il fidanzato avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti. Da parte sua il 32enne avrebbe posto fine alla loro relazione, per poi pentirsene dopo qualche settimana e cercare di riconquistarla. In tale contesto sarebbero iniziati i tentativi di contattare la ex mediante telefonate, messaggi e attraverso l’uso di tutti i canali social; il giovane avrebbe anche provato ad approcciare la ex contattando i suoi amici e familiari ma, dallo scorso mese di marzo, la donna ha deciso di non rispondere all’ex fidanzato. Nello scorso mese di luglio il 32enne si sarebbe appostato presso la casa di villeggiatura della ragazza per due ore, impedendole così di uscire. Due giorni dopo l’avrebbe nuovamente raggiunta e, aggrappatosi al cancello di ingresso, l’avrebbe sbattuto con forza.  Infine la notte successiva, sarebbe riuscito ad aprire il cancello della villetta di campagna e ad entrare in casa.

La ragazza, terrorizzata, si sarebbe nascosta al piano superiore dell’abitazione e sarebbe stata sua madre a bloccare il giovane all’ingresso e impedirgli di raggiungere la figlia.  Lo stalker si sarebbe allontanato, minacciando che “Non sarebbe finita qui” solo dopo l’arrivo del fratello della ex, il quale gli avrebbe detto con tono piuttosto deciso che avrebbe contattato le forze dell’ordine qualora lui non fosse andato via.  La documentazione prodotta dalla vittima in sede di querela ha dimostrato gli ossessivi tentativi praticati dall’indagato – coinvolgendo anche terze persone- di imporre un canale comunicativo alla ex compagna. La giovane, inoltre, ha più volte manifestato di essere consapevole della personalità dell’uomo e delle problematiche derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti e ha manifestato il timore che l’ex potesse farle del male, aggiungendo anche di avere avuto la necessità di rivolgersi ad uno specialista “affinchè potesse curarla dall’ansia legata alla situazione che stava vivendo”.

 

 

 

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