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Cronaca

S. Pietro Clarenza, truffa ad una anziana, evitata grazie agli “incontri” coi carabinieri

Vittima una donna che ricevuto una telefonata da un uomo che si è qualificato come militare dell’Arma, informandola che il figlio sarebbe stato l’autore di un incidente ed era finito in carcere, per evitarlo era necessaria una cauzione

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Sventato un tentativo di truffa ai danni di un’anziana nei giorni scorsi a San Pietro Clarenza.  L’episodio si è verificato in via Roma, dove un’anziana signora ha ricevuto una telefonata da un uomo che si è qualificato come militare dell’Arma. L’uomo le ha riferito che il figlio, poco prima, aveva causato un incidente stradale e che, per questo motivo, si trovava in carcere.

Il truffatore ha poi spiegato alla donna che, per aiutare il figlio a uscire di prigione, avrebbe dovuto pagare una ‘cauzione’ in contanti a un presunto ‘avvocato’, che si sarebbe recato a breve presso la sua abitazione per riscuotere il denaro. Questa volta però ai truffatori è finita male, perché la donna, manco a farlo apposta, proprio qualche giorno prima, aveva preso parte alla campagna informativa e di sensibilizzazione allestita dal Comando Provinciale dell’Arma dei Carabinieri proprio relativa al fenomeno delle truffe, spesso rivolte ai danni degli anziani, ed ha immediatamente intuito che qualcosa di strano.

Grazie alla prontezza e alla collaborazione della signora il piano dei truffatori infatti è stato bloccato sul nascere. Senza farsi prendere dal panico ha contattato immediatamente i carabinieri informandoli di quanto le stava accadendo. I militari dell’Arma sono intervenuti con tempestività presso l’abitazione della donna ed hanno iniziato a raccogliere ogni elemento utile per avviare le indagini e identificare i responsabili del tentativo di truffa.

I consigli si sono, evidentemente, rivelati utili alla donna per smascherare i truffatori, ma si sono rivelati importati anche per tante altre vittime degli stessi raggiri (quasi 100 dall’inizio dell’anno ad oggi) che insospettiti da bizzarre modalità di richiesta di denaro hanno interrotto ogni forma di conversazione con il truffatore rivolgendosi ai carabinieri.

Cronaca

Catania, sgominata piazza di spaccio nel rione Librino, arrestato un 20enne

Il giovane, all’interno dello stabile dove è stato fermato, disponeva di un monitor collegato alle telecamere installate in strada per monitorare i movimenti all’esterno

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Un’importante operazione di contrasto allo spaccio di droga in città è stata eseguita, nei giorni scorsi, dalla Polizia di Stato che ha messo fine ad una fiorente attività criminale di un giovane pusher.

L’intervento degli agenti della squadra volanti della Questura di Catania ha permesso di scoprire una piazza di spaccio in via del Piccone, nel quartiere Librino, interrompendo la vendita di sostanze stupefacenti da parte di un giovane catanese di appena 20 anni.

Nel corso di un’attività di pattugliamento del territorio, i poliziotti si sono imbattuti in un via-vai di persone nei pressi di un condominio e, per questo motivo, hanno voluto vederci chiaro. Effettuando un servizio di osservazione i poliziotti hanno notato una serie di auto che, a turno, stazionavano vicino all’ingresso dell’edificio giusto il tempo per permettere ad alcune delle persone a bordo di entrare nello stabile e uscire dopo pochi minuti.

A quel punto i poliziotti hanno deciso di intervenire. Alla vista della volante, le diverse persone presenti in quel momento sono risalite a bordo delle auto e in sella agli scooter per cercare di dileguarsi in tutta fretta. Una volta dentro allo stabile, gli agenti hanno individuato nel terrazzo il 20enne il quale, spiazzato dalla presenza dei poliziotti, non ha potuto far altro che consegnare due barattoli con all’interno della marijuana per un peso di circa 55 grammi.

La perquisizione dell’area ha permesso di trovare tutto il materiale utilizzato in genere per il confezionamento della sostanza stupefacente, oltre ad un bilancino di precisione e a 360 euro in contanti. Addosso al giovane sono state trovate le chiavi di accesso al terrazzo e un’ulteriore somma di denaro di circa 40 euro.

Inoltre, i poliziotti hanno notato come i punti d’accesso e di uscita dello stabile fossero controllati da un sofisticato sistema di videosorveglianza, a testimonianza del ruolo chiave dell’attività del pusher nello spaccio di droga nel quartiere. Il 20enne disponeva di un monitor collegato alle videocamere installate in strada per monitorare i movimenti all’esterno e per eludere eventuali controlli delle forze di Polizia.

Quanto rinvenuto è stato posto sotto sequestro, mentre il pusher è stato arrestato per detenzione di sostanze stupefacenti ai fini di spaccio e, su disposizione dell’Autorità Giudiziaria, è stato posto agli arresti domiciliari,

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Cronaca

Piedimonte Etneo, tentata truffa ai danni di un’anziana, denunciate 5 persone

Una signora di 85 anni ha ricevuto un SMS sul proprio cellulare da parte di un soggetto che si è spacciato per il figlio, dicendole che aveva bisogno mille euro per ricomprare telefonino che aveva smarrito

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Una 66enne di Piedimonte Etneo, vittima di un raggiro telefonico, ha deciso di raccontare tutto ai carabinieri del paese i quali hanno denunciato cinque uomini originari del napoletano, di età compresa tra i 24 ed i 61 anni, con l’accusa di truffa in concorso.

La truffa, in realtà, è stata architettata per colpire la madre della donna, una signora di 85 anni che ha ricevuto un SMS sul proprio cellulare da parte di un interlocutore che si era spacciato per suo figlio: “Mamma sono io, ho perso il telefono, contattami su questo numero”. 

Tuttavia, l’anziana donna ha interpellato la figlia, riferendole delle presunte difficoltà del fratello; quest’ultima ha deciso di contattare quell’utenza, convinta si trattasse davvero di un numero in uso al loro congiunto. Mediante uno scambio di messaggi, quindi, il truffatore le ha fatto credere che il parente avesse perso il telefono e, trovandosi fuori città, aveva impellente necessità di un prestito di mille euro per poterne comprare uno nuovo, aggiungendo anche di non poter adoperare la propria carta bancomat perché, essendo collegata al telefono smarrito, è stata precauzionalmente bloccata.

Il malintenzionato, infine, ha fornito alla vittima anche un Iban sul quale la donna ha effettuato un bonifico urgente convinta di aiutare suo fratello in un momento di necessità. La truffa, però, è stata presto svelata perché la donna ha contattato altri parenti per informarli dell’accaduto e questi le hanno riferito di aver visto suo fratello in paese poco prima. Difatti l’uomo ha raggiunto a casa madre e sorella nel giro di alcuni minuti e, assieme a loro, si è recato in caserma per denunciare l’accaduto.  

Immediate le indagini dei carabinieri che hanno effettuato accertamenti sia sull’utenza telefonica adoperata dal truffatore che sulla carta prepagata con iban ricaricata dalla vittima.  Proprio gli accertamenti relativi al mezzo di pagamento adoperato per il raggiro, hanno consentito ai militari dell’Arma di accertare che il denaro ricevuto dalla 66enne e anche da altre vittime, sarebbe stato spostato su altri conti correnti e, infine, prelevato dai malviventi.

L’incrocio dei dati tra i diversi movimenti bancari effettuati ha consentito così agli investigatori di risalire ai veri titolari e utilizzatori di quei conti correnti, identificando 5 truffatori, tutti originari della provincia di Napoli e tutti pregiudicati per i medesimi reati.

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