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Cronaca

Terrorizzavano l’Ecs Dogana con pestaggi, estorsioni ed intimidazioni

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Un giovane gruppo criminale si è reso protagonista di pestaggi, estorsioni ed intidimidazioni, perpetrate all’intetno del locale catanese Ecs Dogana. Su delega della Direzione Distrettuale Antimafia della Procura della Repubblica di Catania e della Procura della Repubblica per i Minorenni, militari del Comando Provinciale Carabinieri di Catania, supportati dallo Squadrone Eliportato Cacciatori di Sicilia e dal Nucleo Cinofili, hanno dato esecuzione a due ordinanze applicative di misure cautelari personali emesse dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale e dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale per i Minorenni, nei confronti di 7 soggetti, tra cui un quindicenne stretto congiunto di uno dei responsabili del gruppo Nizza, appartenente alla famiglia catanese di cosa nostra, attualmente detenuto e sottoposto al regime differenziato di cui all’art. 41 bis Ord. Pen. Il gruppo criminale è indagato per estorsione, lesioni personali commesse in più persone riunite con utilizzo di armi, violenza privata, il tutto con l’aggravante del metodo mafioso.

L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania Piazza Dante, parte dal un violento pestaggio commesso nel febbraio 2023 all’interno del locale ECS Dogana e si è sviluppata consentendo di ricostruire, attraverso l’acquisizione di sommarie informazioni e dei filmati estrapolati dal sistema di videosorveglianza della discoteca, diversi ulteriori episodi criminosi avvenuti nell’arco temporale compreso tra febbraio e giugno 2023.

avrebbero posto in essere una serie di condotte di violenza e minaccia nei confronti del titolare, dei dipendenti e degli avventori dell’ECS Dogana, in modo da creare un timore costante di nuove aggressioni o disordini violenti al fine di ottenere ingressi e consumazioni gratuite e costringere il proprietario e i suoi dipendenti a tollerare tali comportamenti aggressivi, assoggettandoli a una vera e propria condizione di succubanza. Gli indagati, agendo con le modalità del “branco”, avrebbero ingaggiato finte risse per creare disordini e pericolo per clienti e dipendenti, minacciato e percosso barman e buttafuori per estorcere entrate e consumazioni gratuite, rivolgendosi a questi con frasi del tipo se non mi fai un cocktail giro e ti sfondo tutto”, “stai zitto altrimenti ti taglio le mani”; intimidito clienti e causando, in una circostanza, l’interruzione di una festa privata. Uno dei fatti più gravi sarebbe accaduto la sera del 27.02.2023, quando, ostentando la disponibilità di pistole, avrebbero attuato un violento pestaggio nei confronti di due giovani coetanei, procurando ad uno di essi lesioni guaribili in dieci giorni. In particolare, una delle vittime, dopo essere stata accerchiata dal branco, avrebbe ricevuto da uno degli indagati un colpo alla testa con il calcio della pistola e, immediatamente dopo, una sequenza di calci e pugni dal gruppo. Il clima di intimidazione instaurato con tali reiterati comportamenti avrebbe permesso alla gang di spadroneggiare nel locale, costringendo il titolare e i dipendenti, fortemente intimoriti dalla parentela del minore con i Nizza, a capo di uno dei gruppi operanti nell’associazione mafiosa Santapaola – Ercolano, a farli entrare e consumare bibite senza pagare. Inoltre a causa dello scompiglio creato dal gruppo criminale faceva sì che diminuisse la clientela del locale in quanto locale non ritenuto sicuro in ragione delle continue azioni del gruppo. Erano divenuti l’incubo dei dipendenti: alcuni dei quali, intimoriti, preferivano cambiare turni di lavoro o addirittura licenziarsi.

Le indagini sono in corso per accertare il coinvolgimento di altri soggetti allo stato non destinatari di misure cautelari.

Cronaca

Aci Catena, arrestato 43enne per minacce, lesioni personali e maltrattamenti

Per l’uomo sono stati i domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico e non può più avvicinarsi alla moglie, una 30enne, vittima da tempo di vessazioni e violenze psicologiche.

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L’ha riempita di calci e pugni anche davanti alle figlie di 2 e 7 anni. Il   gip del tribunale di Catania ha convalidato il provvedimento d’allontanamento da casa e l’emissione degli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico nei confronti di un 43enne di Aci Catena. L’uomo non può più avvicinarsi alla moglie, una 30enne, vittima da tempo di vessazioni, maltrattamenti e violenze psicologiche.

L’ultima violenza  nei confronti della moglie si è verificata lo scorso 30 settembre, quando morbosamente geloso l’energumeno avrebbe per l’ennesima volta picchiato pesantemente la donna con calci e pugni. La vittima dell’aggressione, approfittando di un momento di allontanamento del marito, ha prodotto un video sul suo profilo di un noto social network, così documentando le ferite riportate nell’aggressione.

Al ritorno a casa, il 43enne, dopo aver visto il video pubblicato dalla donna, ha ripreso a malmenarla con ancora più violenza ed irruenza davanti alle figlie.  La vittima è riuscita ad avvertire i carabinieri della Stazione di Aci Catena che, subito accorsi, hanno trovato il marito ancora in casa. Allertato il 118 i medici hanno prestato le prime cure del caso alla donna ed i militari hanno allontanato l’uomo dall’abitazione.

Una casa divenuta solo covo di sberle, calci, violenze e terrore non solo per la moglie ma anche per le due bambine costrette ad un clima invivibile da anni. A seguito delle dichiarazioni della donna è venuto fuori uno scenario aberrante: una gelosia malata. Un’ossessione che vedeva la donna vittima di suo marito che l’avrebbe privata di ogni iniziativa e libertà impedendole anche di vedere le proprie sorelle, di uscire da casa ed addirittura accompagnare le figlie a scuola, in particolare negli ultimi quattro anni. Quattro anni in cui quasi quotidianamente la donna sarebbe stata  vessata e picchiata.

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Cronaca

Catania, controlli in una trattoria, irregolarità e sanzioni per oltre 60 mila euro

Una task force coordinata dalla Polizia di Stato per verificare il rispetto delle regole di settore e la qualità dei prodotti alimentari nelle attività di ristorazione della provincia etnea

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Mancata tracciabilità delle retribuzioni dei dipendenti e lavoratori in nero. Sono queste le maggiori irregolarità riscontrate dalla task force coordinata dalla Polizia di Stato, nell’ultimo fine settimana, per verificare il rispetto delle regole di settore e la qualità dei prodotti alimentari nelle attività di ristorazione della provincia di Catania, come disposto dal questore, Giuseppe Bellassai. L’intervento ha visto impegnati congiuntamente gli agenti della Divisione Anticrimine, dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico e della Divisione Polizia Amministrativa e Sociale, unitamente al personale dell’Ispettorato del Lavoro, del Servizio Veterinario dell’Asp, dello Spresal, del Corpo Forestale e della Polizia Locale “Annona”.

L’attenzione dei poliziotti si è concentrata, in questo caso, in una nota trattoria equina di via Plebiscito dove sono state rilevate alcune irregolarità soprattutto dal punto di vista della posizione di alcuni dipendenti dell’attività commerciali e sulla tracciabilità delle retribuzioni. Nello specifico, come comunica la Questura, è scattata una sanzione amministrativa di 40 mila euro in quanto è emerso che alcuni lavoratori sono stati retribuiti in contanti, senza, quindi, garantire una tracciabilità nelle paghe dei dipendenti. Due lavoratori, invece, sono risultati sprovvisti di documentazione di assunzione, comportamento una sanzione di 2500 euro con il provvedimento di sospensione dell’attività imprenditoriale, fino a quando non verranno regolarizzate le posizioni.

Inoltre, è stata elevata la sanzione massima prevista di 4 mila euro per la presenza di lavoratori in nero. Il personale dello Spresal ha controllato i locali riscontrando irregolarità nello spogliatoio dei dipendenti, unico anziché distinto per genere, come previsto dalla norma vigente. Per questa infrazione, è stata contestata una sanzione di 7500 euro. Attenzione particolare sulla genuinità dei prodotti ed in particolare il Corpo Forestale e il servizio Veterinario dell’Asp hanno constatato come otto chili di pesce e preparati alimentati sono risultati privi di tracciabilità, mentre quasi un chilo di salumi è risultato scaduto, con sanzione di 1500 euro. Il materiale alimentare è stato sequestrato come pure l’olio servizio privo di anti rabbocco, con sanzione di 2 mila euro. La Polizia Locale, infine, ha elevato sanzioni per poco più di 3400 euro legate all’accensione di fuochi non autorizzata, all’installazione abusiva di una tenda e alla mancanza di scia sanitaria relativa al deposito attiguo al locale commerciale.

 

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