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Cronaca

Uccise due rapinatori a Nicolosi, gioielliere invoca la legittima difesa

Arringa dei legali di Guido Gianni nel processo davanti alla Corte d’assise di Catania

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La sua azione va inquadrata in un intento di legittima difesa, avendo agito in stato di grave turbamento per una situazione di pericolo. È la linea difensiva degli avv. Orazio Gulisano e Michele Liuzzo, legali di Guido Gianni, il gioielliere di Nicolosi che nel febbraio del 2008 uccise due rapinatori e ferì un terzo, che avevano assaltato il suo negozio.

Il commerciante –hanno sostenuto i suoi legali nella loro arringa davanti alla Corte d’assise di Catania– in quegli attimi ha temuto per la propria vita e soprattutto per quella della moglie, minacciata dai banditi con una pistola (poi risultata a salve e senza tappo rosso).

Per queste ragioni, i due penalisti hanno chiesto di riconoscere la legittima difesa e, in subordine, le attuanti generiche e della provocazione. Nel procedimento sono presenti come parti civili i familiari delle due persone uccise, Davide Laudani e Sebastiano Catania, e del ferito, Fabio Pappalardo.

Nella precedente udienza, il pubblico ministero ha chiesto la condanna a 17 anni di reclusione per i gioielliere. Il processo è stato aggiornato al prossimo 11 dicembre: dopo eventuali repliche la corte si ritirerà in camera di consiglio.

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