Connect with us

In Primo Piano

Viabilità etnea, potenziare la sicurezza delle Statali 121 e 284

Resta in rianimazione il 40enne vittima di un incidente avvenuto lungo la SS 284, in territorio di Paternò.

Pubblicato

il

Resta ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale “Cannizzaro” di Catania, il 40enne catanese vittima di un incidente stradale avvenuto giovedì pomeriggio, lungo la Statale 284, la Paternò- Randazzo, in contrada Scalilli. Per lui uno scontro frontale contro un’altra vettura che proveniva in senso di marcia opposto, con alla guida un 24enne di Santa Maria di Licodia, le cui condizioni non sono gravi.

Intanto, sul fronte della sicurezza viabile, intervento del deputato nazionale, Francesco Ciancitto che in una nota stampa evidenzia: «Migliorare la sicurezza delle Statali 121 (Paternò-Catania) e 284 (nel tratto Paternò-Adrano) è un obiettivo non più rinviabile. Da alcune settimane ormai – afferma Ciancitto – seguo l’iter di due interventi in particolare, con costanti contatti con gli ingegneri Musco e Celia di Anas Sicilia. Si tratta di lavori attesi da anni, relativi all’adeguamento e messa in sicurezza dello svincolo in ingresso e d’uscita da Paternò, lungo la Statale 121 e il raddoppio di corsia della bretella viaria, nel tratto Paternò-Adrano della SS 284. Dopo l’incidente avvenuto ad inizio dello scorso mese di maggio lungo la SS 284, in cui ha perso la vita un 45enne di Santa Maria di Licodia, ho avviato serrate interlocuzioni. Bisogna intervenire con azioni concrete. Non si può e non si deve morire in questo modo.»

E i risultati dell’attività del deputato Ciancitto non si sono fatti attendere.

Per quanto riguarda lo svincolo su Paternò lungo la Statale 121, si è alle fasi conclusive dell’iter burocratico. L’Anas ha completato le fasi di esproprio e si attende ora la “verifica di ottemperanza” da parte dell’assessorato regionale Territorio ed ambiente. Il parere dovrebbe arrivare entro qualche settimana, con gli interventi da consegnare alla ditta entro il mese di giugno.

In dettaglio si tratta di un finanziamento da 1,8 milioni di euro per migliorare le condizioni di sicurezza e funzionalità dello svincolo, raccordo di ingresso e d’uscita per Paternò e proseguimento lungo la Statale 284 verso Adrano.

L’altra questione riguarda poi la SS 284. In questo caso il problema è legato all’insufficienza di fondi per il progetto di raddoppio di corsia da Paternò fino ad Adrano. Al momento sono disponibili 181 milioni di euro, per completare tutta l’opera ne occorrono ulteriori 300 milioni.

«L’obiettivo del Governo è quello di realizzare l’intervento – evidenzia il deputato nazionale, Francesco Ciancitto -, non a caso è stato nominato un commissario straordinario e ad inizio maggio è arrivata la Valutazione d’impatto ambientale. Si cercano i fondi. In questo momento c’è un’interlocuzione tra il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e il Ministero per gli Affari europei, il sud, le politiche di coesione e il Pnrr. I fondi mancanti per il progetto della Statale potrebbero arrivare dal Fondo per lo Sviluppo e la coesione sociale 2021-2027. Per capire se ciò sarà possibile bisogna però aspettare ancora qualche settimana. Se malauguratamente non dovrebbe esserci la disponibilità economica in questa fase, non resta che mandare in gara il primo stralcio e, successivamente, la restante parte.»

Infine un appello di Ciancitto alle comunità locali perché installino gli autovelox. «Fa riflettere che nel tratto di Scalilli, in territorio di Paternò – evidenzia ancora Ciancitto – ci siano stati due incidenti gravissimi, uno dei quali mortali, in appena un mese. Cosa non accaduto quando, proprio su Scalilli, c’era installato un autovelox.»

 

 

In Primo Piano

Apre la bocca dopo 16 anni, operazione straordinaria al San Marco

Pubblicato

il

Grande risultato per i medici del San Marco di Catania che grazie ad un intervento eccezionale di chirurgia maxillo facciale hanno dato nuova vita ad Aurora (nome di fantasia) che fin dalla nascita per 16 lunghi anni non aveva potuto aprire la bocca e svolgere le funzioni normali della sua età. Adesso può cominciare una nuova vita fatta di parole, sorrisi, cibi solidi e tutto quello a cui ha dovuto rinunciare nel corso della sua vita. Si tratta del primo caso in Sicilia di questo genere, sei in tutta Italia, straordinariamente complicato, che ha richiesto mesi di studio preventivo affinché tutto andasse per il meglio, dicono dall’ospedale. La forma della sindrome genetica di Nager di cui soffre Aurora dalla nascita è tra le più rare. In questo caso, già nel feto si era sviluppato un ammasso osseo che aveva fuso la mandibola al cranio non consentendo l’articolazione necessaria ad aprire la bocca. Il successo dell’operazione, durata circa dieci ore, è stato il frutto di un lavoro multidisciplinare, tra le varie équipe aziendali. Oltre ai chirurghi maxillo-facciali, in sala operatoria erano presenti in venti tra colleghi chirurghi anestesisti della Rianimazione sale chirurgiche e della Chirurgia toracica. “Tuttavia – dice l’ospedale – l’intervento non si sarebbe potuto realizzare senza la piena disponibilità del direttore generale dell’azienda ospedaliero universitaria etnea, Gaetano Sirna, che ha stanziato le risorse per la realizzazione della protesi in titanio impiantata nella giovane paziente, una vera e propria opera di bioingegneria tra le più moderne. A guidare le equipes di medici e paramedici, è stata la collaborazione tra alcuni dei chirurghi maxillo facciali più esperti in Italia che ha dato vita ad una perfetta sinergia tra Nord e Sud del Paese. In particolare Alberto Bianchi, professore dell’Unità Operativa Complessa di Chirurgia Maxillo-facciale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria “Policlinico “G. Rodolico – San Marco” e Massimo Robiony, direttore della Clinica maxillo facciale dell’ospedale universitario di Udine e il suo professore associato Salvatore Sembronio.

Continua a leggere

Cronaca

Adrano, arrestato un 32enne per atti persecutori nei confronti della ex fidanzata

La relazione tra i due giovani sarebbe terminata perché la donna ha scoperto che il fidanzato avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti, ma anche il ragazzo sarebbe stato concorde con la ex, per poi pentirsene provando a riconquistarla

Pubblicato

il

Ad Adrano un uomo di 32 anni è stato arrestato dai carabinieri della locale stazione per atti persecutori nei confronti della ex fidanzata di 31 anni.  L’uomo è finito agli arresti domiciliari con dispositivo elettronico di controllo e con il divieto di comunicare con la persona offesa e con i suoi familiari.  Le indagini hanno fatto luce sulle condotte abituali e reiterate che sarebbero state poste in essere dal giovane, spesso sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, dallo scorso mese di marzo fino a qualche giorno fa, nei confronti della ragazza.

La relazione tra i due giovani sarebbe terminata perché la donna ha scoperto che il fidanzato avrebbe fatto uso di sostanze stupefacenti. Da parte sua il 32enne avrebbe posto fine alla loro relazione, per poi pentirsene dopo qualche settimana e cercare di riconquistarla. In tale contesto sarebbero iniziati i tentativi di contattare la ex mediante telefonate, messaggi e attraverso l’uso di tutti i canali social; il giovane avrebbe anche provato ad approcciare la ex contattando i suoi amici e familiari ma, dallo scorso mese di marzo, la donna ha deciso di non rispondere all’ex fidanzato. Nello scorso mese di luglio il 32enne si sarebbe appostato presso la casa di villeggiatura della ragazza per due ore, impedendole così di uscire. Due giorni dopo l’avrebbe nuovamente raggiunta e, aggrappatosi al cancello di ingresso, l’avrebbe sbattuto con forza.  Infine la notte successiva, sarebbe riuscito ad aprire il cancello della villetta di campagna e ad entrare in casa.

La ragazza, terrorizzata, si sarebbe nascosta al piano superiore dell’abitazione e sarebbe stata sua madre a bloccare il giovane all’ingresso e impedirgli di raggiungere la figlia.  Lo stalker si sarebbe allontanato, minacciando che “Non sarebbe finita qui” solo dopo l’arrivo del fratello della ex, il quale gli avrebbe detto con tono piuttosto deciso che avrebbe contattato le forze dell’ordine qualora lui non fosse andato via.  La documentazione prodotta dalla vittima in sede di querela ha dimostrato gli ossessivi tentativi praticati dall’indagato – coinvolgendo anche terze persone- di imporre un canale comunicativo alla ex compagna. La giovane, inoltre, ha più volte manifestato di essere consapevole della personalità dell’uomo e delle problematiche derivanti dall’uso di sostanze stupefacenti e ha manifestato il timore che l’ex potesse farle del male, aggiungendo anche di avere avuto la necessità di rivolgersi ad uno specialista “affinchè potesse curarla dall’ansia legata alla situazione che stava vivendo”.

 

 

 

Continua a leggere

Trending