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Palagonia, incidente sulle strada 385

Lo schianto di un veicolo all’alba di oggi fa perdere la vita a due giovani

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E’ di due morti e due feriti il bilancio del tragico incidente autonomo avvenuto questa mattina  in territorio di Palagonia.

Il sinistro, avvenuto intorno  alle 5.30, ha causato la morte di due giovani. Altri due sono rimasti feriti. Sul posto intorno alle 6.00 sono arrivati i vigili del fuoco di Palagonia, i carabinieri e l’ Anas.

Secondo quanto riportato dall’ANAS, ci sono rallentamenti nel traffico in direzione innesto strada statale 124, sulla strada statale 385 di Palagonia al km 36,935 all’altezza di Mineo (Catania).

 

amministrazione

Adrano, inizio lavori di regimentazione delle acque, chiusa al traffico via V. Emanuele

La chiusura della strada potrebbe causare disagi alla circolazione e per alleviare i disagi agli studenti pendolari l’Amministrazione metterà a disposizione dei pulmini dal terminal della Circumetnea di contrada Naviccia per raggiungere il centro città

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A partire da lunedì 10 febbraio, via Vittorio Emanuele ad Adrano sarà chiusa al traffico veicolare per consentire i lavori di regimentazione delle acque la cui durata è di 90 giorni. L’interdizione al transito riguarda anche i pullman del servizio pubblico. E’ consigliato l’utilizzo del servizio di trasporto della littorina per raggiungere i centri extraurbani.

La chiusura di via Vittorio Emanuele potrebbe causare disagi alla circolazione, soprattutto nelle ore di punta. Pertanto si invitano i cittadini a prestare attenzione alla segnaletica e a seguire le indicazioni di percorsi alternativi. Per alleviare il più possibile i disagi agli studenti pendolari l’Amministrazione comunale metterà a disposizione, nelle ore mattutine, dei pulmini dal terminal della Circumetnea di Contrada Naviccia per raggiungere il centro di Adrano.

I lavori di regimentazione delle acque, che fanno seguito agli interventi già effettuati nel quartiere Cappellone, sono necessari per risolvere i problemi di allagamento che si verificano in via Vittorio Emanuele in occasione di forti piogge.

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Associazionismo

Paternò, l’ANPI ricorda Mohamed, vittima del capolarato, la città “no”

La commemorazione ieri pomeriggio, per ricordare ad un anno dal suo omicidio il 27enne cittadino marocchino ucciso dal suo “caporale”, perchè aveva chiesto di essere retribuito per il suo lavoro svolto nelle campagne

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La città di Paternò sembra già di aver dimenticato eppure è trascorso solo un anno. Nella commemorazione di ieri pomeriggio, in via Verga, per ricordare ad un anno dal suo omicidio Mohamed Mouna, il 27enne cittadino marocchino ucciso a coltellate in via Giovanni Verga dal suo “caporale”, peraltro connazionale, solo perché aveva chiesto a quest’ultimo di essere retribuito per il suo lavoro svolto nelle campagne, erano presenti circa 35 persone.

I componenti dell’A.N.P.I. sezione “Carmelo Mio” di Paternò (l’associazione che ha organizzato la commemorazione) il sindaco Nino Naso e un assessore, la FLAI CGIL rappresentata dal suo segretario provinciale Pippo Glorioso, i componenti dell’ANPAS, i rappresentanti del gruppo politico “Voce” e dell’associazione “Penelope” nonche un gruppo di studenti. Nessun altro. Ci si chiede dove erano i rappresentanti delle altre associazioni del terzo settore, i partiti politici nonche i consiglieri comunali?  Nei mesi seguenti all’omicidio la comunità paternese decise di dedicargli una targa “a testimonianza che non si può rimanere indifferenti davanti all’ingiustizia e allo sfruttamento disumano del lavoro- hanno scritto sui social  i componenti dell’A.N.P.I.- Quella di ieri era una commemorazione per non dimenticare che ogni essere umano ha diritto a condurre una vita dignitosa e libera dallo sfruttamento”.

Andrea Maione dell’ANPI ha ricordato come “Mohamed Mouna fosse un lavoratore stagionale e che viveva in condizioni disumane. E’ stato ucciso perchè chiedeva di esser pagato quel poco nonostante il lavoro durissimo nelle campagne. Deve essere un monito per tutti. La nostra è una Repubblica fondata sul lavoro e quest’ultimo riguarda tutti non solo italiani ma anche stranieri. La necessità è quella di garantire il diritto al lavoro per tutti”.

Il sindaco di Paternò Nino Naso ha specificato che la sua presenza alla commemorazione non è stato “solo un momento formale ma anche sostanziale. Ne sono una testimonianza la nostra partecipazione a tutti i tavoli organizzati dalle associazioni contro il caporalato, abbiamo inviato tutte le richieste alla Regione e agli enti sovrastanti con cui c’è una continua interlocuzione per avere i finanziamenti necessari per sviluppare una civile convivenza e dare alloggi dignitosi ai lavoratori stranieri regolari. Noi siamo per l’inclusività e chi viene qua deve rispettare le regole”.

Per il sindaco Nino Naso la baraccopoli di Ciappe Bianche “è una indecenza. Abbiamo e continueremo a farlo con tutti gli enti per aver una sinergia comune . L’importante è che nessuno speculi dal punto di vista politico”.

Pippo Glorioso segretario provinciale della FLAI CGIL ha sostenuto che a “distanza di un anno i problemi non sono stati risolti. Bisogna ripartire dall’intesa di massima uscita fuori dalla riunione in prefettura: era stato dato mandato al sindaco di trovare alloggi provvisori per questi lavoratori. Chiederemo come FLAI CGIL di ripartire dal quel tavolo. Ognuno di noi deve ripartire dalle responsabilità che gli competono. Chiamiamo la Prefettura e ripartiamo da lì”.

La Flai e la Cgil di Catania, per bocca di Glorioso e del segretario generale della Camera del Lavoro, Carmelo De Caudo, chiederanno alla Prefettura quali sono stati gli esiti del “tavolo” attivato nel 2024 a Palazzo Minoriti. “La baraccopoli è ancora lì. Eppure questi lavoratori sono essenziali per l’economia dei nostri territori agricoli. Bisogna dunque ripartire dai permessi di soggiorno e dalla dignità del lavoro di queste persone. – commentano Glorioso e De Caudo- Chiederemo alla Prefettura a che punto è il “tavolo”’ e cosa abbia prodotto fino a ora. Nei giorni scorsi, 8 lavoratori che vivono a Ciappe Bianche sono stati contrattualizzati da un’azienda grazie al progetto “BreakFree-Spezza le catene dello sfruttamento” dell’associazione del Patto del Simeto che vede partner la Regione Sicilia, l’Anpas, e la Flai Cgil, Progetto finanziato da Action Aid e Fondazione Realizza il Cambiamento che prova anche a mettere insieme. la domanda e l’offerta lavorativa. È dunque possibile operare se si ha la volontà di fare le cose”.

Intanto la baraccopoli- tendopoli di Ciappe Bianche è tornata a ripopolarsi. Almeno 130 persone(lavoratori stranieri per lo più tunisini e marocchini), secondo i dati forniti dalle associazioni di volontariato, sarebbero presenti allo stato attuale all’interno di una “struttura” i cui residenti vivono in condizioni disumane.

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