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In Primo Piano

S.M. di Licodia, presentate due interpellanze su cimitero e Belvedere

I documenti sono stati presentati a firma congiunta tra i consiglieri di opposizione e i quattro consiglieri dichiaratisi indipendenti

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Continuano a cadere sull’amministrazione Buttò di Santa Maria di Licodia, come spade di Damocle affilatissime, le interpellanze a firma dei consiglieri del gruppo di opposizione “Ideale Comune” ai quali si sono aggiunti anche i 4 consiglieri neo-indipendenti da poco fuoriusciti dal gruppo di maggioranza “Uniti per Licodia”. È delle scorse ore, infatti, la presentazione al protocollo del Comune di 2 interpellanze attraverso le quali i consiglieri chiedono al sindaco licodiese e alla sua giunta delle risposte certe su due argomenti storicamente spinosi: Belvedere e Cimitero. Comune denominatore delle due istanze è il nome del primo firmatario, il consigliere Antonino La Delfa, che fino a poco tempo fa poteva essere considerato uno storico alleato del sindaco Giovanni Buttò.

La prima interpellanza, a firma dei tre consiglieri di opposizione (Gurgone, Pinzone e Spalletta) insieme ai 4 indipendenti (La Delfa, Patti, Ranno, Caruso), è indirizzata all’Assessore ai servizi cimiteriali Pippo Nicolosi e mira a chiedere delucidazioni in merito all’affidamento e al relativo svolgimento dei lavori di manutenzione dell’impianto di illuminazione votiva lato est, alla sistemazione di una stradella mediante pozzetto acque a perdere ed altri lavori di manutenzione. Nello specifico, ad essere posta sotto la lente di ingrandimento, è una determina settoriale di affidamento dei lavori datata 31 dicembre 2022 per un importo totale di 21500 euro. “Nonostante siano passati oltre 9 mesi” si legge nel documento, “i lavori risultano in via di completamento solo adesso; il protrarsi dei lavori ha sicuramente creato forti disagi per tutti i cittadini che in questi mesi si sono recati presso il civico cimitero per visitare i propri cari. La natura dei lavori non necessitava di un tempo così importante per la realizzazione e consegna degli stessi”. Altro aspetto contestato all’amministrazione, la carente pulizia del camposanto e la presenza di erbacce dovuta alla mancanza assoluta di scerbamento periodico.

Altra spinosa questione sollevata questa volta dai soli consiglieri La Delfa, Gurgone e Spalletta ed indirizzata al sindaco Giovanni Buttò, è quella relativa allo stato di degrado della Villa Belvedere inaugurata il 31 luglio scorso e che già a pochi giorni dal taglio del nastro ha fatto parlare di sé in negativo per inciviltà e vandalismo. “Nonostante siano passati meno di 3 mesi dall’inaugurazione” scrivono i firmatari, “la villa comunale Belvedere si trova in uno stato di totale abbandono. È evidente per chi frequenta la villa, come sia del tutto assente la manutenzione ordinaria, non vi sia traccia di verde curato ma erbacce e spazzatura ad ogni angolo. Ad oggi non c’è nessuna custodia e cura del Belvedere né da parte del personale dell’Ente comunale né tantomeno un affidamento a privati. Gli ultimi episodi di danneggiamento verificatisi, hanno ulteriormente evidenziato come sia urgente pensare alla sorveglianza del Belvedere”.

Ma il fiume in piena dei consiglieri che chiedono “trasparenza” sulle attività portate avanti dall’amministrazione, non sembrerebbe arrestarsi con le interpellanze presentate in questi giorni e con quelle già messe all’ordine del giorno del consiglio comunale di martedì prossimo. Secondo alcune voci di corridoio accreditate, opposizione e indipendenti sarebbero già pronti a presentare una serie di istanze di accesso agli atti per verificare la correttezza di alcuni lavori eseguiti dall’amministrazione Buttó durante questo suo primo anno di vita. Tempi molto duri, dunque, per il primo cittadino e per il suo entourage sopravvissuto al terremoto politico di inizio settembre, i quali dovranno difendersi dal fuoco di coloro che fino a qualche settimana fa gli furono amici e che potrebbero ben conoscere i punti deboli e i nervi scoperti di questa amministrazione licodiese.

Cronaca

Ragalna, solo un ATM in città, in estate oltre 20 mila abitanti, disagi

“C’è solo un bancomat, tutto ciò provoca forti disagi ai cittadini ragalnesi e ai turisti dato che in estate la popolazione di quadruplica”. A dirlo è il consigliere comunale Andrea Corsaro

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“Ragalna si ritrova con un solo sportello ATM, quello postale, tutto ciò provoca  forti disagi ai cittadini ragalnesi e ai turisti”. A dirlo è Andrea Corsaro, il consigliere comunale di opposizione, il quale nel corso dell’ultimo consiglio comunale ha portato a “conoscenza” dell’assise civica e dell’amministrazione comunale, presente in aula,le richieste e le difficoltà segnalate da numerosi cittadini, dopo la chiusura dello sportello bancomat dell’istituto di credito “Credito Etneo” in Piazza Santa Barbara”.

L’ ATM, visto che la banca non ha operatori da diversi mesi, garantiva alla nostra comunità un minimo, ma essenziale servizio” ha detto Corsaro. La filiale da quasi un anno non è operativa, ma i vertici della banca avevano lasciato in funzione solo il bancomat. Tutto ciò consentiva a commercianti, professionisti, artigiani, semplici cittadini, ma soprattutto a coloro che non sono molto “afferrati” nell’operare con smartphone o pc, di effettuare tutte le operazioni che fosse possibile eseguire via ATM: versamenti denaro, pagamenti F23 e F24, bonifici e altro ancora.

Ma soprattutto per il semplice cittadino c’era la possibilità di effettuare prelievi di denaro in contante. Adesso nel piccolo comune pedemontano, che nel periodo estivo quadruplica la sua popolazione, da oltre 4 mila si passa a circa 20 mila abitanti, è attivo solo un ATM, quello in dotazione all’ufficio postale. I correntisti dell’istituto di credito per effettuare tutte le operazioni bancarie devono spostarsi a Paternò, Belpasso, Mascalucia o Misterbianco.

“Ho chiesto al Sindaco, in rappresentanza della amministrazione comunale, se abbiano intrapreso eventuali azioni politiche e amministrative, per poter promuovere la presenza di un istituto bancario nel nostro Comune o, quantomeno, ripristinare la presenza del servizio bancomat” ha detto il consigliere Corsaro.

Da parte sua l’assessore Enzo Messina ha specificato che sulla vicenda c’è la massima attenzione da parte dell’amministrazione comunale e che si sta lavorando per il bando relativo alla tesoreria comunale. Nel bando è specificato che l’istituto di credito che dovesse aggiudicarsi il compito di tesoreria comunale deve prevedere la presenza di un ATM e di uno sportello con relativo personale.

 

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In Primo Piano

Catania, aeroporto Fontanarossa out per una gru, rabbia e amarezza tra i passeggeri

“È inammissibile che possa accadere quello che è avvenuto ieri mattina” ha detto l’assessore regionale Alessandro Aricò. Mentre Giovanni Lo Schiavo della Cisal Catania chiede agli “organi competenti di accertare eventuali omissioni e responsabilità”

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Rabbia e amarezza per i tantissimi utenti dello scalo aereo Fontanarossa che ieri mattina sono stati costretti a subire lo stop dei voli in partenza e in arrivo per la presenza di una gru che si trovava nell’area esterna e adiacente all’aeroporto la quale per un guasto è rimasta bloccata. Si tratta di una gru di Italfer che stava eseguendo lavori di prolungamento della pista, nel cantiere di Rfi.

Ci sono volute delle ore prima di smontarla e ripristinare le necessarie condizioni di sicurezza. Tutto ciò ha provocato la sospensione momentanea dell’operatività di Fontanarossa con diversi voli cancellati o dirottati in altri scali.

Una situazione che ha provocato un vespaio di polemiche. “È inammissibile che nel primo aeroporto della Sicilia possa accadere quello che è avvenuto ieri mattina- ha detto l’assessore regionale alle Infrastrutture e alla mobilità, Alessandro Aricò- Per ore i voli da e verso Catania sono stati messi sotto scacco da una gru guasta accanto a una pista, costringendo a dirottare voli, anche provenienti da New York, e causando enormi disagi ai passeggeri, in un periodo di traffico intenso. Faremo sentire le nostre ragioni ai vertici di Rfi e confidiamo che episodi del genere non si debbano più verificare”.

Sulla stessa lunghezza d’onda i sindacati: “Quanto accaduto all’Aeroporto di Catania ha dell’inverosimile. Una situazione gravissima, che ha provocato enormi disagi a viaggiatori, turisti, lavoratori e lavoratrici, costretti a servirsi dell’aereo come unico mezzo di trasporto efficiente in Sicilia orientale”.  A parlare è Giovanni Lo Schiavo, responsabile provinciale della Cisal Catania, intervenuto con fermezza dopo l’interruzione totale dei voli in arrivo e in partenza dallo scalo etneo a causa della presenza di una gru edile lungo le direttrici di volo.  Una anomalia, che ha determinato lo stop delle operazioni di volo e il dirottamento di numerosi aerei su altri scali, come Palermo, Comiso e perfino Roma.

“Come Cisal Catania – prosegue Lo Schiavo- riteniamo doveroso e urgente prendere una posizione netta, ferma e inequivocabile: non è accettabile che una negligenza di questa portata possa mettere a repentaglio la sicurezza dei passeggeri e paralizzare uno snodo strategico per l’intera regione”.

I passeggeri, nonostante il disagio subito, non potranno richiedere alcun risarcimento alle compagnie aeree. Il tutto perché quanto accaduto rientra tra le circostanze eccezionali previste dal Regolamento UE 261/2024: “Oltre il danno, la beffa” commenta amaro Lo Schiavo.

“È importante che su quanto accaduto venga compartecipato anche il Presidente della Regione Siciliana, nella sua qualità di massima autorità politica e istituzionale del territorio. Serve un atto di responsabilità istituzionale per tutelare l’immagine della Sicilia e per garantire che episodi simili non si ripetano, soprattutto in un periodo cruciale per il turismo e per la mobilità dei cittadini siciliani- dice Lo Schiavo-  La Cisal Catania chiede con forza che gli organismi competenti facciano immediata chiarezza sull’accaduto e pretende che vengano accertate eventuali omissioni e responsabilità.

Se vi sono dirigenti, tecnici o soggetti istituzionali che hanno contribuito o non impedito una simile situazione, ne chiediamo le dimissioni immediate. Quanto accaduto non può passare sotto silenzio. Non è solo un disagio logistico, è il segnale di una gestione approssimativa e irresponsabile che, se confermata, va radicalmente corretta. A pagarne il prezzo, ancora una volta, sono i cittadini”, conclude Lo Schiavo.

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