Connect with us

Cronaca

Catania, smantellate tre piazze di spaccio ubicate in una palazzina di Viale Nitta

Complessivamente 32 le persone indagate, 14 delle quali finite in carcere: un gruppo dedito al traffico di cocaina, crack e marijuana con un giro d’affari calcolato in 15 mila euro al giorno

Pubblicato

il

da sx il tenente Alfonso De Stefano e il capitano Beatrice Casamassa

Con l’operazione antidroga “Sottosopra”, scattata all’alba di oggi, circa 300 carabinieri del comando provinciale di Catania, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emesse nei confronti di 13 indagati in quanto ritenuti responsabili a vario titolo dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico e allo spaccio di sostanze stupefacenti, ricettazione ed invasione di terreni o edifici. Contestualmente è stata eseguita un’ulteriore ordinanza applicativa di custodia cautelare in carcere emessa dal GIP presso il Tribunale per i Minorenni di Catania, su richiesta della Procura della Repubblica per i Minorenni, nei confronti di un indagato, minorenne all’epoca dei fatti, che sarebbe stato parte integrante dell’associazione. Inoltre è stato notificato l’avviso di conclusione indagini preliminari ad altri 18 soggetti nei confronti dei quali è stata riconosciuta la sussistenza di gravi indizi di colpevolezza per gli stessi reati. I particolari dell’operazione sono stati spiegati in una conferenza stampa al Comando provinciale dei Carabinieri dal capitano Beatrice Casamassa, comandante della compagnia di Fontanarossa, e dal tenente Alfonso De Stefano, comandante del Nucleo operativo della stessa compagnia.

L’indagine, coordinata dalla DDA etnea e condotta dai carabinieri del nucleo operativo della compagnia di Catania Fontanarossa nel periodo intercorrente tra settembre 2021 e ottobre 2022, ha permesso di acquisire elementi che dimostrerebbero l’esistenza di un’organizzazione criminale dedita al traffico di cocaina, crack e marijuana, con un giro d’affari calcolato in 15 mila euro al giorno, operante in “regime di monopolio” nel complesso di edifici del civico 12 di Viale Nitta, nel quartiere di Librino. Complessivamente sarebbero stati circa 350 clienti che quotidianamente sarebbero arrivati da Catania o dai paesi limitrofi per rifornirsi di droga al civico 12 di Viale Nitta.L’associazione, organizzata su base piramidale, con ruoli ben definiti, avrebbe gestito contemporaneamente 3 distinte “piazze di spaccio”. Secondo la procura ai vertici dell’associazione ci sarebbero i fratelli Santo e Federico Giosue Livoti nonché Carmelo Antony Spampinato, i quali avrebbero mantenuto costantemente i contatti con un catanese (legato al clan Santapaola- Ercolano) che nonostante fosse già detenuto in carcere per associazione per delinquere di tipo mafioso, si sarebbe interessato al traffico di stupefacenti. L’attività degli investigatori ha anche consentito di decifrare il linguaggio in codice utilizzato dai scomponenti del gruppo  per richiedere lo spostamento delle sostanze stupefacenti dai depositi alle piazze di spaccio. In molti casi, infatti, si sono utilizzati termini apparentemente insospettabili come “pacchetto di sigarette” o “cibo per cani” per indicare dosi di marijuana, o ancora “una birra”, “mezza birra” o “una lampadina da 40 Watt” per indicare cocaina e la relativa quantità. Quanto alle piazze di spaccio, due dei siti di smercio della droga avrebbero avuto come base logistica alcuni appartamenti, riservati alla più rischiosa attività di cessione di cocaina e crack; una piazza di spaccio sarebbe stata gestita interamente su strada, nel piazzale interno del complesso condominiale, in quanto destinata alla compravendita di droghe leggere.

 

In pratica le cessioni di sostanze stupefacenti avvenivano sia su strada (sotto), che ai piani più alti del complesso di edifici (sopra). Tutti questi luoghi, inoltre, sarebbero stati presidiati da una fitta rete di vedette, pronte ad allertare i pusher in caso di interventi da parte delle forze dell’ordine. Inoltre  il gruppo criminale avrebbe offerto un servizio” aggiuntivo agli assuntori, mettendo a loro disposizione un intero appartamento (cd. Drug Room) in viale Nitta 12, accanto all’appartamento in cui spacciavano, per consentire di consumare la sostanza in tutta sicurezza, al riparo da occhi indiscreti.

I cinque appartamenti, di proprietà dello IACP, che sarebbero stati destinati ad ospitare le piazze di spaccio sono stati oggetto di sequestro preventivo perché abusivamente occupati.   Nel corso dell’attività d’indagine, a riscontro delle investigazioni, i carabinieri hanno arrestato 23 soggetti per condotte connesse a spaccio di sostanze stupefacenti, sequestrando oltre 4 chili di sostanze stupefacenti, tra cocaina, crack e marijuana, denaro contante per oltre 5 mila euro, oltre a 18 catalizzatori e 2 gruppi ottici di un’autovettura Smart, tutti provento di furto, che sarebbero stati utilizzati dagli acquirenti come metodo di pagamento in cambio delle dosi di stupefacente.  Le indagini hanno consentito altresì di registrare come l’associazione avesse più volte tentato di riorganizzare la dislocazione delle proprie piazze di spaccio, cambiando gli appartamenti dove avvenivano le cessioni, poiché messa alle strette dai continui arresti e sequestri operati dai carabinieri del nucleo operativo Catania Fontanarossa.

 

Cronaca

Adrano, 20enne girava con la droga negli slip, arrestato dalla polizia di stato

A seguito di ulteriori perquisizioni nell’abitazione e nell’auto sono state rinvenute 42 dosi di marijuana per un peso complessivo di 460 grammi e circa mille euro in banconote

Pubblicato

il

Ad Adrano durante un servizio di controllo  del territorio gli agenti del locale commissariato hanno arrestato un 20enne per detenzione di sostanze stupefacenti e detenzione illegale di munizioni.  Una volante del commissariato ha notato un uomo conosciuto dalle forze dell’ordine  transitare per vie del centro cittadino  a bordo di un’autovettura condotta da un’altra persona.

I  poliziotti hanno fermato il veicolo e durante l’accertamento  il conducente ha manifestato insofferenza e particolare nervosismo. Sospettando che potessero nascondere qualcosa, i due sono stati accompagnati presso gli uffici del commissariato per sottoporli a perquisizione personale, durante la quale il conducente dell’autovettura ha ammesso di nascondere negli slip un involucro contenente marijuana che ha consegnato ai poliziotti. Il passeggero, il soggetto  conosciuto dalle forze dell’ordine,  è stato rilasciato in quanto è stato appurata la sua estraneità ai fatti.

Gli agenti hanno effettuato, inoltre, un’accurata perquisizione dell’autovettura e soprattutto dell’abitazione del giovane conducente dell’auto, nonché, dei due garage di sua pertinenza.  A seguito delle perquisizioni, sono state rinvenute ulteriori 42 dosi di marijuana per un peso complessivo di 460 grammi, pronte per essere vendute, bilancini, tritura erba ed altro materiale utilizzato per realizzare e confezionare le dosi. Sono state inoltre recuperate 25 cartucce cal. 7,65, illegalmente detenute e circa mille euro in banconote di diverso taglio. L’uomo è stato arrestato ed è stato informato il Pubblico Ministero di turno,il quale, dopo gli adempimenti di rito,  ne ha disposto la liberazione trattandosi di persona incensurata.

Continua a leggere

Cronaca

Paternò, in atto chiusura di una parte del plesso Falconieri dove vivevano gli stranieri

Sulla vicenda sono intervenuti i componenti dell’ANPI sezione “Carmelo Mio” Paternò i quali sostengono che “l’occupazione del plesso scolastico di lavoratori stranieri riporta in evidenza la problematica abitativa in tutta la sua drammaticità”

Pubblicato

il

A Paternò sono in fase di ultimazione gli interventi di chiusura degli ingressi del plesso Falconieri (nella parte in disuso dell’immobile) presenti nel corpo “A” dell’edificio, con l’obiettivo di impedire l’accesso ai senza fissa dimora. Di recente all’interno della scuola avevano trovato alloggio alcuni cittadini extracomunitari impegnati, con molta probabilità, nei lavori in campagna. Ad effettuare i lavori di chiusura operai del comune paternese; a vigilare che l’intervento sia eseguito in sicurezza agenti della locale polizia municipale.

 

L’immobile al momento dell’avvio dei lavori di chiusura era vuoto anche se dentro sono stati trovati almeno quattro giacigli, mentre le condizioni igienico sanitario in cui vivevano i migranti sono davvero pessime. La  presenza degli stranieri dentro la scuola aveva provocato le preoccupazioni dei genitori degli alunni delle 14 classi (dieci della primaria e quattro dell’infanzia che si trovano nella parte riqualificata dell’immobile ) del comprensivo “G. Marconi”, i quali avevano manifestato, oltre alla dirigente dell’istituto Maria Santa Russo, le loro preoccupazioni  ad alcuni componenti dell’associazione “Andiamo Avanti”, il cui presidente Gianni Finocchiaro aveva avuto modo di confrontarsi, sulla questione, con la dirigente del “G. Marconi”. Quest’ultima, sulla vicenda, aveva inoltrato una nota alla Procura della Repubblica di Catania, al sindaco di Paternò, ai carabinieri e alla polizia municipale.

 

Sulla questione “Falconieri” sono intervenuti, con una nota stampa, i componenti dell’ANPI sezione “Carmelo Mio” Paternò. “L’occupazione del plesso scolastico dei Falconieri da parte di cittadini stranieri, presumibilmente lavoratori stagionali e vittime di sfruttamento del lavoro, riporta in evidenza la questione abitativa in tutta la sua drammaticità. Oltre alla baraccopoli di Ciappe Bianche, su cui pende ancora l’ordinanza incompiuta di sgombero, i lavoratori migranti sono alla disperata ricerca di qualsiasi sistemazione in città, anche in condizioni precarie e di fortuna- si legge nella nota stampa- Inoltre, appare sempre più evidente come la presenza di migranti a carattere “stagionale” sembra essere ormai superata. A quasi due mesi dalla fine della stagione agrumicola, a differenza di quanto avveniva negli anni passati, i lavoratori stranieri in città continuano ad essere numerosi. Questo è un chiaro segnale che dovrebbe far riflettere su come sia cambiata la gestione criminale e mafiosa del caporalato nel nostro territorio.  Alla luce di quanto riportato, crediamo che non si possa continuare a far finta di nulla. E non si possa nemmeno procedere con altri inutili sgomberi temporanei, che servono solo a spostare il problema con effetti disastrosi in termini di crescita della tensione sociale e dei disordini in città”.

 

Per la sezione ANPI di Paternò l’amministrazione comunale, con il coordinamento della Prefettura e il coinvolgimento dei sindacati e degli attori del Terzo settore, deve procedere “ad un progetto di accoglienza strutturato e controllato, capace di offrire dignitosa ospitalità, assistenza sanitaria e assistenza legale. Questo passo costituisce il presupposto ineludibile per un serio lavoro di contrasto allo sfruttamento disumano del lavoro nel nostro territorio. Per dare seguito a quanto dichiarato dal Sindaco durante la fiaccolata in favore di Mohamed Mouna, ossia che Paternò è la città dell’accoglienza, esortiamo lui e tutta l’Amministrazione comunale a dare un segnale inequivocabile in tale direzione, partendo dall’individuazione finalmente di un luogo pubblico idoneo ad accogliere tutti gli stranieri di Ciappe Bianche, a prescindere dalla loro condizione di regolarità sul territorio italiano”, si chiude cosi la nota stampa dell’ANPI Paternò.

Continua a leggere

Trending