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Cronaca

Mirabella Imbaccari, minaccia di dar fuoco al comune, denunciato dai carabinieri

Stanco di aspettare una somma di qualche centinaio di euro dall’ente comunale per aver svolto lavori socialmente utili ha finto di avere con se un bidone pieno di benzina, poi rivelatasi acqua

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A Mirabella Imbaccari un uomo di 59 anni, stanco di aspettare una somma di qualche centinaio di euro dal Comune per aver svolto lavori socialmente utili, fingendo di avere con se un bidone pieno di benzina – poi rivelatasi acqua – si è presentato negli uffici comunali ospitati temporaneamente nell’Istituto comprensivo ‘Edmondo de Amicis’ di piazza Aldo Moro, minacciando le persone presenti di appiccare il fuoco se non gli fossero stati dai i soldi.

Immediata la richiesta di intervento ai carabinieri che hanno avvicinato l’uomo facendosi consegnare il contenitore e accertando che conteneva acqua. I militari dell’Arma a questo punto, comprendendo lo stato di frustrazione del 59enne, lo hanno riportato alla calma ma lo hanno anche denunciato per minaccia a pubblico ufficiale ed esercizio arbitrario delle proprie ragioni con violenza alle persone.

Cronaca

Catania, arrestato 39enne, avrebbe aggredito moglie e figli

Tuttavia il maggiore dei cinque figli della coppia, tutti minorenni, ha chiesto aiuto con un messaggio alla nonna materna. Quest’ultima ha avvertito i carabinieri, i quali hanno fatto scattare le manette ai polsi.

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A Catania un uomo di 39 anni di origine nord africana è stato arrestato dai carabinieri del comando provinciale etneo in quanto avrebbe aggredito la convivente, una 36enne, afferrandola  per i capelli, trascinandola per terra, per poi colpirla al torace, tappandole anche la bocca con le mani e costringendo uno dei figli a salire al piano superiore, con la scusa di alzare il volume della televisione per coprire le urla. L’aggressione sarebbe proseguita anche in bagno, dove il marito violento l’avrebbe colpita alla testa con un oggetto in plastica, minacciandola dinanzi a tutti i figli intervenuti in aiuto della madre.

Tuttavia il maggiore dei cinque figli della coppia, tutti minorenni, ha chiesto aiuto con un messaggio alla nonna materna. Quest’ultima ha avvertito i carabinieri, i quali hanno fatto scattare le manette ai polsi.  La violenza sarebbe accaduta nell’abitazione della coppia. I carabinieri al loro arrivo hanno trovato la vittima per strada insieme ai suoi figli ed hanno bloccato l’uomo, che su disposizione dell’autorità giudiziaria è stato rinchiuso nel carcere di piazza Lanza. La donna è stata accompagnata nel pronto soccorso dell’ospedale Garibaldi, dove le sono stati diagnosticati vari traumi e contusioni, giudicati guaribili in 10 giorni.

I cinque figli sono stati affidati alla nonna materna in attesa di ulteriori provvedimenti da parte dell’autorità giudiziaria.  Ai militari dell’Arma la donna ha detto che le violenze duravano da sedici anni e di essersi accorta che il compagno faceva uso abituale di crack e cocaina. Era inoltre diventato aggressivo anche nei confronti dei figli, uno dei quali, spaventato, non gli parlava da oltre un mese.

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Cronaca

Catania, tablet rubato e ricatto al datore di lavoro: denunciato 26enne tunisino

I fatti si sono verificati a bordo di un peschereccio, l’uomo ha adottato la pratica del cavallo di ritorno

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Un cittadino tunisino di 26 anni, già noto alle forze dell’ordine, è stato denunciato dalla Polizia di Stato per furto aggravato e tentata estorsione. Secondo quanto ricostruito, l’uomo avrebbe sottratto un tablet di lavoro per poi cercare di ottenere del denaro in cambio della sua restituzione, mettendo in atto la pratica nota come “cavallo di ritorno”.

I fatti si sono verificati a bordo di un peschereccio dove il giovane era stato assunto a titolo di prova come aiutante. Al termine di una giornata di lavoro, il titolare del peschereccio, rientrato sull’imbarcazione, ha scoperto la scomparsa sia del collaboratore che del tablet, uno strumento essenziale per l’attività di pesca poiché equipaggiato con un software ministeriale per il “controllo pesca”.Poche ore più tardi, l’ex collaboratore si è ripresentato dal datore di lavoro, non per consegnaree il dispositivo, bensì per chiedere una somma di denaro in cambio della sua restituzione. Il pescatore, rifiutando ogni tipo di ricatto, si è rivolto immediatamente alla Polizia di Frontiera, dove ha denunciato l’accaduto fornendo tutti i dettagli utili.

Avviate le indagini, la squadra di Polizia Giudiziaria dello Scalo Marittimo ha analizzato le immagini delle telecamere di sorveglianza presenti nell’area portuale. Gli accertamenti hanno permesso di risalire all’autore del furto, che nel frattempo era già stato arrestato per un diverso reato, consentendo così di procedere alla denuncia a suo carico

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