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In Primo Piano

Adrano, sventato furto in un’abitazione del centro cittadino, denunciato un minorenne

Alla vista della Polizia di Sato i due presunti ladri sono poliziotti sono fuggiti, ma sul posto hanno lasciato uno scooter elettrico appartenente ad uno dei due, cosi è stato possibile identificare l’indagato

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Stavano per svaligiare un’abitazione del centro di Adrano, ma il loro piano è andato in fumo grazie all’intervento immediato della polizia di Stato del locale commissariato. I poliziotti hanno sorpreso i due ladruncoli durante un servizio di controllo del territorio finalizzato anche a prevenire la commissione di reati contro il patrimonio.

In particolare, gli agenti hanno notato una lunga scala in legno adagiata alla facciata dell’immobile con i due che stavano per scavalcare la ringhiera del balcone per introdursi nell’ edificio, al momento disabitato.  Alla vista della volante, i due hanno capito di essere stati scoperti e, frettolosamente, sono scesi in strada per fuggire, percorrendo due direzioni diverse e facendo perdere le loro tracce tra le viuzze del centro cittadino.

Oltre alla scala, i ladri hanno abbandonato anche lo scooter elettrico utilizzato per raggiungere l’abitazione presa di mira. Immediatamente, i poliziotti del commissariato hanno avviato gli accertamenti e così è stato possibile risalire all’utilizzatore del mezzo ed identificare una delle due persone fuggite dalla casa. I poliziotti hanno rintracciato il soggetto, un l4enne, che l’hanno denunciato al Tribunale per i Minorenni di Catania per tentato furto aggravato; dopo le formalità di rito, il giovane è stato riaffidato alla madre.

 

Cultura

Catania, la mostra “Revelare. Agata rivive Iulia”

Al centro dell’esposizione, la preziosa epigrafe di Iulia Florentina, “racchiusa in una microarchitettura concepita per evocare un dromos sepolcrale: come una pietra scavata, una soglia da attraversare, un passaggio tra stati dell’essere, proprio come tra due vagoni di un treno in corsa”

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Dopo anni di attesa, è maturata un’insaziabile curiosità. Se ne è parlato a tanto, per secoli, e ora finalmente, quell’oggetto tanto discusso è lì, ben visibile. Nessuno può toccarla, ma in quel piccolo riquadro di marmo si cela una storia avvolta nel mistero. L’epigrafe di Iulia Florentina è tornata casa.

Aperta il 18 luglio scorso, la mostra “Revelare. Agata rivive Iulia”, visitabile fino al prossimo 6 marzo, allestita nella sala principale del Museo Diocesano di Catania. Al centro dell’esposizione, la preziosa epigrafe, racchiusa in una microarchitettura concepita per evocare un dromos sepolcrale: come una pietra scavata, una soglia da attraversare, un passaggio tra stati dell’essere, proprio come tra due vagoni di un treno in corsa.

Tutto per far vivere una esperienza di un cammino, spirituale e simbolico, verso Iulia, verso il messaggio cristiano, verso la santità. Non se né parlato abbastanza, ma quella suggestione prodotta, è il frutto di un progetto condiviso che ricorda museografi europei. C’è la mano dell’architetto Francesco Finocchiaro di officina 21, ci fa piacere evidenziarlo perché paternese, un progetto condiviso con Giuseppe Amodore e Giovanna Cannata.

Nè a Louvre, Berna o Berlino, siamo nella sala grande del modesto museo diocesano di Catania. Ora chi vi entra ha l’occasione di indagare, aprire un processo cognitivo personale. Cos’è per me questa pietra? Oltre al fascino del mistero, si dispiega dunque una nuova narrazione scontinua, che si intreccia con un raffinato percorso architettonico.

Il ritorno dell’epigrafe a Catania — proprio dove fu ritrovata secoli fa — è il cuore di un progetto espositivo dal forte valore retrospettivo. Una struttura leggera, sospesa, ma al contempo imponente: una lama di luce ne scandisce il sentiero, direzione e prospettiva.

La cavità che la ospita richiama la caverna primordiale, le tombe etrusche e quelle paleocristiane. Un acceleratore prospettico che introduce il visitatore all’interno di un labirinto simbolico: il dromos, immerso nell’oscurità, conduce infine alla luce. A quella pietra scolpita da parole che raccontano una storia toccante della cristianità.

Sono giunti fino a noi due elementi fondamentali: la pietra e la storia che essa custodisce. Un racconto inciso, carico di forza e, forse, persino di fede. Una sacralità che trasforma questa lastra marmorea in una testimonianza inestimabile. La bambina Iulia diventa così il pretesto per affrontare grandi temi: la transizione dal paganesimo al cristianesimo, la conversione collettiva, il cammino di fede, l’avvicinamento alla luce, il passaggio simbolico dalla morte alla vita. È anche l’occasione per celebrare la profonda fede di una “famiglia romana” che segue i segni, che si immerge nel miracolo della bambina santa, divenendo testimone di fede.

Il testo dell’epigrafe ci restituisce dettagli preziosi: il nome Iuliae Florentinae, il battesimo a Hybla, le date di nascita e morte. La bambina rivive solo per poche ore, e una voce misteriosa, attribuita alla Maestà Divina.

E allora ci si chiede: perché Iulia non è sepolta a Hybla? Perché a Catania? Perché in un luogo dedicato ai martiri e non accanto al tempio pagano di Venere? E poi, nel ‘700, la lapide riaffiora e poi scomparire, iniziando il suo viaggio verso la Francia.

Questa pietra riemerge dal sottosuolo, dal cuore del tempo. Un’epigrafe funeraria che ricorda una bambina morta nel 320 d.C., ritrovata nel 1730. Con il tempo, la storia della lastra si carica di elementi enigmatici: contesa a Catania tra due nobili famiglie di collezionisti, nel 1793 viene trasportata a Parigi e acquistata dal Louvre nel 1825. Poi l’oblio: per anni dimenticata nei sotterranei del museo.

A Paternò, l’antica Hybla, la storia di Iulia non è mai stata dimenticata. La sua appartenenza a una famiglia del luogo era ben nota ai moderni abitanti. Nel 1958, in occasione dell’inaugurazione del salone conferenze presso la Biblioteca Comunale “G.B. Nicolosi”, lo storico Barbaro Conti riportò gli atti di una conferenza memorabile, organizzata dal prof. Emanuele Rapisarda con il patrocinio del Comune. Presenti anche il prof. Enzo Manganuco e il prof. Santo Mazzarino, che il 2 maggio 1958 tennero la conferenza “Una fanciulla dell’antica Paternò e i problemi del cristianesimo constantiniano”.

Nonostante il lungo oblio, la pietra continua a parlare, soprattutto al cuore degli studiosi. Mons. Gaetano Zito che volle realizzare una prima copia, ai giorni nostri la professoressa Cristina Soraci, ha dedicato ricerche approfondite alla vicenda. Al club service Kiwanis di Paternò, al suo presidente Angelo Corsaro, l’architetto Francesco Finocchiaro e padre Salvatore Patanè si deve l’iniziativa di aver posto una copia, nella chiesa Matrice di Paternò.   Il 17 novembre 2022, organizzata dalla locale sezione dell’Archeoclub d’Italia Ibla major, nella chiesa più antica di Paternò — un tempo appartenente ai benedettini — si è tenuto un importante convegno su Iulia Florentina, alla presenza dell’arcivescovo metropolita di Catania, Mons. Luigi Renna, appena giunto in diocesi, insieme alla stessa Soraci e al prof. Vittorio Rizzone e dello stesso Francesco Finocchiaro.

Il primo miracolo – dice soddisfatta Cristina Soraci – è già presente agli occhi di chi vuol vedere. L’epigrafe è tornata nella sua terra. Assistiamo dunque alla nascita di una nuova consapevolezza, frutto di un rinnovato e genuino interesse nei confronti di una verità storica che riemerge grazie alle fonti, nascoste, sopravvissute e ritrovate.

L’epigrafe di Iulia Florentina resta esposta a Catania, ma ridona anche un’anima autentica all’antica città di Hybla Maior, oggi Paternò.

 

 

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Cronaca

Catania, afferra l’ex compagna per il collo e le strappa del denaro dalle mani, denunciato 39enne

L’uomo , con precedenti di polizia giudiziaria, è stato denunciato per atti persecutori e rapina aggravata commessi in danno all’ex compagna.

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Ha chiesto aiuto al personale di un negozio per difendersi dalle violenze dell’ex fidanzato che, poco prima, l’aveva aggredita fisicamente, afferrandola per il collo, strappandole del denaro e rompendole il cellulare in modo da impedirle di chiedere aiuto. Il titolare dell’attività commerciale ha soccorso la ragazza e ha chiesto subito l’intervento della Polizia di Stato.

Il fatto è successo a Catania in via Marchese di Casalotto. I poliziotti raggiunta la zona hanno ascoltato la ragazza che si era rifugiata in preda al panico dentro il negozio. Agli agenti la giovane ha raccontato dell’irruzione in casa da parte dell’ex fidanzato che sarebbe piombato all’interno dell’abitazione con la pretesa di ricevere una somma di denaro.

Nonostante fosse riuscita a fuggire in strada, il 39enne l’avrebbe raggiunta e l’avrebbe scaraventata a terra per poi afferrarla per il collo, strappandole dalle mani una banconota da 50 euro. Non appena raggiunto il suo scopo, l’uomo sarebbe scappato, facendo perdere le sue tracce. Le volanti della Polizia di stato sono riuscite ad intercettare l’uomo proprio nei pressi dell’attività commerciale con l’obiettivo, probabilmente, di riavvicinarsi all’ex fidanzata.

Secondo quanto confidato dalla donna ai poliziotti, l’uomo sarebbe diventato ossessivo nei suoi confronti da quando, circa sei mesi fa, lei aveva messo fine alla relazione. Da quel momento, sarebbe cominciato l’incubo per la giovane con innumerevoli telefonate, appostamenti sotto casa e continue minacce di morte.

Il 39enne, con svariati precedenti per reati contro il patrimonio, è stato denunciato per atti persecutori e rapina aggravata commessi in danno all’ex compagna. L’intervento dei poliziotti ha consentito di procedere all’immediato allontanamento d’urgenza dalla casa familiare, disposto dal Pm di turno, per impedire all’uomo di riavvicinarsi nuovamente alla vittima della violenza che, dopo questa circostanza, ha trovato il coraggio di sporgere denuncia, fornendo i dettagli delle continue aggressioni subite e temendo seriamente per la propria vita.

 

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