E’ l’ennesima storia di denaro destinato a finanziare opere pubbliche la cui gestione sprofonda in un dedalo di intricate lungaggini di cui si perdono le tracce.
Già negli scorsi giorni, Firrarello aveva indirizzato proteste verso una programmazione della rete sanitaria dell’isola che vede penalizzato il nosocomio brontese a favore degli ospedali di Catania. Ieri, il sindaco di Bronte torna sulla “questione ospedale” affrontando il problema da un altro punto di vista e chiede lumi sull’inspiegabile interruzione di lavori sulla struttura sanitaria:“I lavori sono stati consegnati il 9 giugno del 2022. Dovevano essere completati in 18 mesi. Bene, dell’appalto di circa 8 milioni di euro sono stati spesi, si e no, circa 20 mila euro”. Sarebbero, dunque, dovuti essere ultimati nel dicembre 2023 e invece, a tutt’oggi, l’ormai famoso “Corpo C” è rimasto un cantiere fantasma, senza che nessuno realmente sappia i motivi del perché l’impresa non realizzi i lavori.
Varrà la pena precisare che la storia inizia nell’ormai lontanissimo 2007, allorché i lavori furono consegnati alla ditta aggiudicataria che però poi finì in amministrazione controllata e che perciò non terminò l’opera.
Dopo una lunghissima procedura burocratica con l’Agenzia nazionale per l’amministrazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, l’Asp ha poi riaffidato i lavori nel giungo del 2022.
Ma da allora niente. Non sono bastate le proteste del territorio che ha anche chiesto l’intervento del Prefetto.
Si arriva, così, all’ottobre 2024, quando l’Asp 3 di Catania, approva una nuova delibera con la quale recepiva ed approvava un accordo transattivo per concedere all’impresa nuovi termini per la conclusione dei lavori.
Ma sono già passati più di 2 mesi e mezzo ed il cantiere è rimasto sempre deserto.
“Non è ipotizzabile – afferma il sindaco di Bronte, Pino Firrarello – che l’Agenzia per i Beni confiscati alla criminalità, quindi lo Stato, sequestri il cantiere di un appalto di 8 milioni di euro ed il territorio rimane per 20 anni privo dell’opera che si doveva costruire.
Ancor più grave se l’opera è un ospedale al servizio di un Territorio come il nostro distante dai grandi ospedali.
Io non so di chi sia realmente la colpa, ma provo vergogna al suo posto, visto che si tratta certamente di un ente pubblico.
Le amministrazioni pubbliche devono funzionare. – continua – L’intero territorio attende questi lavori da anni. La gente ha sopportato, suo malgrado, l’interruzione dei lavori ed ha atteso il tempo necessario affinché tutto venisse definito. Io stesso mi sono recato presso l’Agenzia dei beni confiscati di Reggio Calabria, titolare del provvedimento di sequestro, per accelerare un iter che stava per diventare troppo lungo. Non possiamo accettare ulteriori ritardi. Qualcuno deve spiegarci perché i lavori non sono iniziati. Qualcuno deve vigilare affinché inizino e vengano realizzati bene”.
Alle proteste del sindaco Firrarello fanno da eco le parole di Angelica Prestianni, assessore alla Salute del Comune: “Già 2 anni fa avevamo lanciato l’allarme. Purtroppo non siamo stati ascoltati. Adesso pretendiamo di sapere perché con la ridefinizione dei termini da parte dell’Asp il cantiere è ancora fermo. Lo impone l’obbligo di trasparenza nei confronti d cittadini detentori anche loro, fino a priva contraria, del diritto alla Salute”.