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Famiglia

Paternò, IPAB “Salvatore Bellia”: rischio chiusura, operatori e ospiti nel limbo

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Situazione drammatica all’IPAB “Salvatore Bellia”, casa di ospitalità di Paternò.  Dal 20 marzo scorso, l’Agenzia delle Entrate ha pignorato il conto corrente della struttura, bloccando, di fatto, ogni attività amministrativa ed economica.

A renderlo noto è il commissario straordinario Giovanni Rovito, che ha spiegato come il provvedimento sia stato eseguito dall’Agenzia delle Entrate in qualità di ente esecutore dell’INPS, creditrice nei confronti dell’IPAB per il mancato versamento dei contributi risalenti al periodo antecedente alla gestione commissariale. Il blocco del conto impedisce  all’ente di far fronte alle spese essenziali, dal pagamento delle bollette all’acquisto di generi alimentari, beni di prima necessità e gestione ordinaria della struttura.

Situazione, questa, a dir poco critica e la struttura potrebbe essere costretta a chiudere da un momento all’altro, eventualità che metterebbe a rischio non solo l’assistenza degli attuali 41 ospiti, ma anche il posto di lavoro di circa una trentina di dipendenti.Il commissario Rovito ha già informato la Prefettura, ha convocato un’assemblea con i lavoratori e avvisato le famiglie degli ospiti, sottolineando l’urgenza e la gravità del momento. La mancanza di liquidità impedisce, infatti, qualsiasi margine operativo e rende incerto il futuro della casa di ospitalità, storicamente punto di riferimento per l’assistenza nel territorio.

L’IPAB Salvatore Bellia è sì un ente regionale, tuttavia, per noi, per la nostra comunità, è stata ed è da sempre una preziosa e importantissima realtà. Mi sono interfacciato con la deputazione regionale, ho sentito l’on. Giuseppe Lombardo affinché possa essere trovata una soluzione. In altri periodi di criticità mi sono sempre battuto ed ho sempre posto l’attenzione sulla questione. Speriamo, anche questa volta, di riuscire nel nostro intento. Convocherò i lavoratori e parenti degli ospiti che attualmente si trovano all’IPAB e cercheremo ogni strada possibile affinché la situazione possa rientrare”. Così il primo cittadino paternese, Nino Naso.

Sulla questione  è intervenuto anche il consigliere comunale Alfio Virgolini, che ha raggiunto la nostra redazione per rendere noto che, nella giornata di ieri, si è tenuto un incontro con operatori della struttura e parenti degli ospiti. Durante la riunione è emersa la volontà comune di trovare una soluzione che consenta di scongiurare l’eventualità di una chiusura dell’ente. A tal proposito, il consigliere ha fatto sapere di aver informato della situazione  l’onorevole Francesco Ciancitto, deputato alla Camera, affinché possa seguire da vicino l’evolversi della vicenda.

Associazionismo

Catania, progetto “Le mani in pasta”, per giovani con disturbo spettro autistico

“Il lavoro rappresenta un’importante occasione relazionale e di crescita, ma soprattutto dona loro dignità e senso”. A dirlo Federico Lupo, presidente di “Un futuro per l’autismo”

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Il progetto “Le mani in pasta”, indirizzato a soggetti con disturbo dello spettro autistico, ha formato come pizzaioli sei adulti, con età compresa tra i 20 e i 30 anni.

Il corso che li ha impegnati per quattro volte al mese da ottobre a maggio è stato tenuto da maestri della Nazionale italiana pizzaioli (Nip). Ad organizzarlo l’associazione ‘Un futuro per l’autismo’ in collaborazione con ‘Un altro modo’. Alla fine del corso i sei partecipanti sono stati premiati, nella sede dell’impresa sociale Cantine di Loreto di Acireale, con gli attestati che li dichiara ‘piazzaioli con le mani in pasta”.

“È un modo per dare il giusto merito ai nostri ragazzi per il percorso che hanno fatto, legato alla panificazione e alla pizzeria- ha detto Federico Lupo, presidente di “Un futuro per l’autismo” – l’inserimento lavorativo si coniuga perfettamente con il progetto di vita dei nostri ragazzi, da cui non può prescindere. Il lavoro rappresenta un’importante occasione relazionale e di crescita, ma soprattutto dona loro dignità e senso”.

Vera Caltabiano, componente dell’associazione ha spiegato  che ” il lavoro delle istituzioni è fondamentale  da quando si ha una diagnosi fino al momento dell’inserimento nella società, perché gli unici che possono garantire attività adeguate per i nostri ragazzi sono gli enti locali. Ma devono collaborare: con le associazioni di familiari e con le cooperative che offrono i servizi. Solo così si può garantire un futuro ai nostri ragazzi. Futuro che è la cosa che ci ha preoccupati – sottolinea – dal giorno in cui ci hanno detto ‘vostro figlio ha un disturbo dello spettro autistico’. Lì il pensiero che dobbiamo lasciare i nostri figli senza che abbiano uno spazio nella società è terribile”.

La consegna degli attestati è stata l’occasione di parlare di un percorso comune per costruire un progetto di vita che coinvolga famiglie e istituzioni. Un esempio arriva dal comune di Sant’Agata Li Battiati che al progetto di vita delle persone con autismo ha deciso di destinare un terreno confiscato alla mafia.

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Famiglia

Sicilia, contributo di solidarietà, l’ultimo step prima del pagamento per 8 mila famiglie

I fondi, complessivamente 30 milioni di euro, saranno destinati a 7.932 nuclei familiari, in base alla graduatoria definitiva pubblicata il 19 maggio scorso sul sito dell’Irfis. L’importo massimo previsto per ciascun contributo è di 5 mila euro.

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Da oggi prende  il via l’ultimo passaggio prima dell’erogazione del contributo di solidarietà una tantum destinato alle famiglie siciliane in condizione di grave disagio economico e sociale. Una misura varata dal governo Schifani che rappresenta l’atto conclusivo di un percorso partito il 25 febbraio con l’apertura dello sportello telematico e che ora si prepara a concretizzarsi con i primi pagamenti.

I fondi, complessivamente 30 milioni di euro, saranno destinati a 7.932 nuclei familiari, in base alla graduatoria definitiva pubblicata il 19 maggio scorso sul sito dell’Irfis. L’importo massimo previsto per ciascun contributo è di 5 mila euro, calcolato tenendo conto della situazione economica, della composizione del nucleo familiare, della presenza di minori o di situazioni di particolare vulnerabilità, come le famiglie monogenitoriali.

Prima dell’erogazione del contributo è richiesto agli aventi diritto un ultimo adempimento. La piattaforma digitale utilizzata per la raccolta delle domande sarà riaperta fino al 27 giugno: in questa finestra temporale, i beneficiari dovranno caricare un documento rilasciato dai servizi sociali del proprio Comune di residenza, che certifichi la possibilità (o meno) di essere impiegati in attività socialmente utili. Questo passaggio è previsto dall’avviso pubblico dell’assessorato regionale delle Politiche sociali e rappresenta una clausola di responsabilizzazione, che mira anche a promuovere l’inclusione attiva per chi si trova in condizioni di fragilità. Al termine di questa procedura si procederà con il pagamento.

Intanto, il governo Schifani, che ha gestito l’intera operazione attraverso l’Irfis, società finanziaria della Regione Siciliana, sta lavorando per reperire ulteriori risorse. L’obiettivo è quello di riuscire a finanziare tutte le ulteriori posizioni che rispondono ai parametri ma arrivate ex aequo o escluse dal sorteggio. Sono necessari poco più di 1,2 milioni di euro.

 

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