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Catania, un Primo Maggio nel segno del lutto e della denuncia

Un Primo Maggio segnato dal dolore e dalla lotta per la sicurezza sul lavoro quello vissuto quest’anno nel Catanese. Dai sindaci ai sindacati, le voci si uniscono per chiedere con forza che il lavoro torni a essere sinonimo di dignità, e non di rischio.

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foto LiveUniCT

La festa dei lavoratori quest’anno, a Catania, arriva proprio a ridosso di una serie di tragici eventi che hanno procurato alla provincia il triste primato sull’isola rispetto al numero di incidenti e morti sul posto di lavoro.

Ecco allora che, alla vigilia del giorno dei Lavoratori, il primo e più immediato pensiero di sindaci e sindacati è per le vittime che hanno scosso la comunità etnea.

Il sindaco di Adrano, Fabio Mancuso, ha voluto rendere omaggio, con una lettera aperta, ai tre lavoratori adraniti – Salvatore, Rosario e Salvatore – tragicamente deceduti in un incidente stradale mentre tornavano a casa dal lavoro, e a un altro operaio di Belpasso morto in un cantiere sulla Statale 284. “In questa giornata tradizionalmente dedicata alla celebrazione del lavoro, desidero rivolgere un pensiero profondo e commosso a coloro che non sono più con noi.
Il Primo Maggio è un momento per onorare i diritti dei lavoratori, le conquiste sociali e l’importanza di un lavoro dignitoso e sicuro. Il lavoro non può diventare una minaccia per la vita. Alle loro famiglie che sentono profondamente la perdita, va il mio affettuoso saluto e la vicinanza di tutta la comunità adranita“, ha affermato il primo cittadino, invitando a un impegno comune per rafforzare la cultura della sicurezza,  perché “Adrano non dimentica!”

Dello stesso tenore la protesta della Ugl di Catania, che ha simbolicamente listato a lutto le proprie bandiere nella sede di via Teatro Massimo. Il segretario territoriale, Giovanni Musumeci, ha denunciato una “strage infinita” di lavoratori, con 18 vittime e oltre 7.000 denunce di infortunio solo nel 2024, in crescita rispetto all’anno precedente. Nonostante i progressi in materia di controlli e prevenzione, secondo Musumeci “non basta più”: servono nuove misure urgenti e più personale per i controlli. Il sindacato ha infine ribadito il proprio impegno anche su altri fronti, come la lotta al lavoro povero e precario, e il sostegno alle vertenze aperte, in particolare STMicroelectronics e Pfizer.

Amare riflessioni giungono anche dalla CISAL

“La sicurezza nei luoghi di lavoro significa custodia delle risorse umane – dichiara Giovanni Lo Schiavo, responsabile CISAL Catania –. Ogni vita persa durante il compimento del proprio dovere professionale è una sconfitta per la società intera. Non possiamo distogliere lo sguardo da chi non ha più fatto ritorno a casa, da chi è caduto mentre esprimeva la propria dignità attraverso il lavoro“.

La CISAL di Catania lancia un appello forte alla responsabilità collettiva, denunciando il peggioramento della qualità del lavoro e le condizioni di crescente insicurezza che colpiscono in particolare giovani, donne e disoccupati.

Il sindacato chiede un approccio integrato alla prevenzione, che coinvolga istituzioni, aziende, scuole e cittadini, puntando su formazione, tecnologie e controlli mirati. “La cultura della sicurezza deve nascere sui banchi di scuola e consolidarsi nei luoghi di lavoro”, si legge nella nota.

Nel giorno dedicato ai lavoratori, la CISAL conclude: “Ricordiamo le vittime e ribadiamo il nostro impegno: il lavoro deve essere fonte di dignità, non di rischio. È una responsabilità che riguarda tutti”.

In questa cornice di dolore e riflessione, la Cisl etnea ha scelto di unirsi alla manifestazione nazionale di Cgil, Cisl e Uil a Casteldaccia (Palermo), città simbolo della lotta per la sicurezza dopo la tragedia del 6 maggio 2023, in cui persero la vita cinque operai. Il segretario Maurizio Attanasio ha ricordato anche la strage di Mineo del 2008, sottolineando che, a distanza di sedici anni, “la cultura della prevenzione fatica ancora a radicarsi”. Con lo slogan “Uniti per un lavoro sicuro”, la delegazione catanese sarà composta da circa 300 tra lavoratrici e lavoratori, dirigenti e rappresentanti sindacali, pensionati e giovani iscritti.

La Cisl etnea, in sintonia con la segretaria generale nazionale, Daniela Fumarola,  rilancia dunque la proposta di un “Patto della Responsabilità” tra sindacati, imprese, istituzioni, scuola e sanità, per rendere la sicurezza una prassi condivisa e quotidiana. “Solo attraverso la formazione continua e il rispetto delle regole – conclude Attanasio – potremo costruire un’economia più giusta, sostenibile e, soprattutto, un lavoro davvero sicuro per tutti. Da questo Primo Maggio, –la Cisl ribadisce con forza la propria determinazione a perseguire- un cambio di passo non più rinviabile: per una società più giusta, per un’economia più sostenibile, per un lavoro che sia davvero sicuro, inclusivo e dignitoso».

 

Eventi

Paternò, ultimo giorno di scuola per una maestra: quello di Lilli Grasso

Dal primo settembre, ufficialmente, Lilli dirà addio alla campanella. Ma in verità, da oggi, quella campanella suona per lei un’ultima volta. A salutarla, oltre i colleghi del comprensivo “Don Milani”, anche ex alunni

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Ogni anno, con la chiusura dell’anno scolastico, si chiude anche un capitolo importante per alcuni insegnanti. E per qualcuno, arriva il momento più atteso – e forse anche il più temuto – di una vita: la pensione. Oggi è il turno della maestra Lilli Grasso, dell’Istituto Comprensivo “Don Milani” di Paternò.

Non è un addio che arriva per età, ma per traguardo raggiunto, dopo tanti, tantissimi anni di servizio. Una carriera fatta di dedizione, pazienza, amore per i bambini e passione autentica per l’insegnamento.

Dal primo settembre, ufficialmente, Lilli dirà addio alla campanella. Ma in verità, da oggi – 1 luglio – quella campanella suona per lei un’ultima volta. E non c’è suono più dolce o più malinconico.

Dopo l’ultimo collegio docenti del 30 giugno, lungo e partecipato, l’Istituto ha voluto sorprenderla: oltre ai colleghi, sono arrivati anche ex alunni, richiamati da una voce amica che ha fatto il giro del cuore.

Sono venuti a salutarla, a ringraziarla, a dirle che – anche se il tempo è passato – la “maestra Lilli” resta lì, nei loro ricordi, intatta. Sempre gentile, sempre curata, con i capelli ricci e lo sguardo attento. Quasi una bambola, qualcuno ha detto, ma viva di quella vita che solo chi ha vissuto tra i banchi sa trasmettere.

Di lei nessuno ricorda un rimprovero ad alta voce, mai un tono sgarbato. Solo gesti misurati, parole gentili, una presenza educata ma ferma. Per cinque anni, ogni suo alunno ha avuto accanto una seconda mamma. Oggi è commossa, ed è giusto così. Perché lasciare la scuola non è solo chiudere una porta. È lasciare un pezzo di sé.

A lei, con gratitudine e affetto, un sincero augurio: buona vita, maestra Lilli. Che la campanella ora suoni solo per ricordarti quanto bene hai fatto.

 

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ARS

Palermo, ARS: Galvagno rompe il silenzio, “Non mi dimetto”

Il presidente dell’ARS interviene dopo l’indagine per corruzione: “Rispetto la magistratura e attendo l’esito dell’inchiesta”

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Galvagno ha scelto di non rassegnare le dimissioni, rivendicando la propria correttezza istituzionale e sottolineando come una scelta diversa equivarrebbe, a suo dire, a piegarsi alla pressione dell’opinione pubblica veicolata dai media e dai social. “C’è chi mi chiede un passo indietro e chi due avanti  – ha detto –  ma io non posso accettare che un messaggio digitale conti più della Costituzione”.

“Ho voluto rispondere presente” . Con  questa frase il presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana,  ha aperto il suo intervento, oggi pomeriggio, davanti all’aula di Palazzo dei Normanni, a seguito della notizia dell’indagine per corruzione condotta dalla Procura di Palermo in cui risulta principale indagato.

“Non mi sento diverso da un qualsiasi cittadino”

Durante la seduta, il presidente dell’Ars ha illustrato le proprie ragioni, ascoltando anche gli interventi dei capigruppo parlamentari, e ribadendo la sua posizione: “In assenza di elementi conclusivi, parlare oggi potrebbe alterare il senso dell’indagine in corso. Non mi sento e non voglio sentirmi diverso da qualsiasi altro cittadino”. Ha poi aggiunto di essere venuto a conoscenza di molti dettagli dell’inchiesta solo tramite la stampa.

Cracolici (Antimafia): “Serve chiarezza”

Il presidente della Commissione Antimafia, Antonello Cracolici, ha sollevato dubbi sulla modalità scelta da Galvagno: “Senza comunicazioni concrete da parte sua, non è chiaro di cosa dovremmo discutere”. Galvagno ha replicato sottolineando la delicatezza dell’indagine in corso e la volontà di non trasformare il Parlamento in una sede impropria di autodifesa pubblica.Mentre le indagini proseguono, il presidente dell’Ars ha dichiarato di voler affrontare il percorso giudiziario con il supporto dei propri legali, escludendo ogni forma di autosospensione o passo indietro dall’incarico istituzionale.

Le tappe dell’indagine

Galvagno ha ripercorso brevemente le tappe della vicenda: a gennaio la proroga delle indagini preliminari, senza alcuna imputazione provvisoria. A maggio l’invito a comparire, e infine l’interrogatorio del 7 giugno. “Mi sono subito messo a disposizione dei magistrati per fornire tutte le spiegazioni necessarie. Ma oggi questa non è e non può essere un’aula di tribunale”.

Dopo l’intervento, Galvagno ha lasciato la presidenza dell’aula al vicepresidente Nuccio Di Paola, prendendo posto tra i deputati.

Il presunto sistema di favori

Sotto la lente della magistratura vi sarebbe un presunto accordo corruttivo tra Galvagno e Marcella Cannariato, moglie dell’imprenditore Tommaso Dragotto, vicepresidente della Fondazione “Sicily by Car”, entrambi indagati. I sospetti ruotano attorno a finanziamenti pubblici concessi per due eventi: uno dedicato alla lotta contro la violenza sulle donne, e il “Magico Natale”, tenutosi tra Palermo e Catania con un contributo da 100 mila euro da parte dell’Ars.

Figura centrale sarebbe quella di Sabrina De Capitani, da ieri ex portavoce di Galvagno – anche lei indagata che si sarebbe posta come intermediaria tra i protagonisti della vicenda. Secondo gli inquirenti, oggetto del presunto scambio illecito sarebbe stato anche un incarico legale  per una cugina del presidente presso una società assicurativa legata al gruppo Dragotto, e il coinvolgimento dell’imprenditore Alessandro Alessi nell’organizzazione del Magico Natale.

Soldi, incarichi e regali

Tra le accuse mosse a Galvagno anche l’interessamento per la festa di Capodanno 2024 a Catania, per la quale sarebbero stati stanziati 200 mila euro. De Capitani avrebbe pattuito con l’impresario Nuccio La Ferlita un compenso di 10 mila euro, rimanendo però formalmente fuori dalla documentazione per via del suo ruolo istituzionale. Benefici economici sarebbero stati ottenuti anche da Salvatore Pintaudi, giornalista e addetto stampa del presidente.

Infine, tra gli elementi contestati, vi sarebbero regali e favori ricevuti da Galvagno: auto a noleggio, abiti, biglietti omaggio per concerti ed eventi – richiesti, secondo l’accusa, numerose volte anche per familiari e collaboratori.

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