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Chiesa

Città del Vaticano, Papa Leone XIV saluta i fedeli di Paternò

Regina Coeli, il Papa saluta i fedeli di numerose comunità siciliane: Sortino, Palagonia, Caltagirone, Palermo

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Per la prima volta dall’inizio del suo Pontificato, Papa Prevost si è affacciato dalla finestra del Palazzo Apostolico per guidare la preghiera del Regina Coeli in piazza San Pietro. Nell’occasione è stato esposto il tradizionale drappo rosso con il suo simbolo.

Durante il suo intervento, il Santo Padre ha rivolto un accorato appello a favore della pace, invocando “coraggio” e “perseveranza” per tutti coloro che sono impegnati nel dialogo e nella ricerca sincera della riconciliazione tra i popoli. “La nostra preghiera – ha dichiarato  – abbraccia tutti coloro che soffrono a causa della guerra”.

All’inizio del suo discorso, il Pontefice ha ringraziato i fedeli per l’affetto dimostrato nei suoi confronti: “Sono ancora all’inizio del mio ministero in mezzo a voi e desidero anzitutto ringraziarvi per l’affetto che mi state manifestando”. Ha poi chiesto di essere sostenuto nella missione affidatagli: “Accompagnatemi con la vostra preghiera e vicinanza, in ogni aspetto del nostro cammino di vita e di fede”.

Dopo la preghiera mariana, il Papa ha ricordato con commozione la beatificazione di Stanisław Streich, sacerdote diocesano polacco, ucciso nel 1938 in odio alla fede. Successivamente ha richiamato l’attenzione sulla memoria liturgica della Beata Vergine Maria, Aiuto dei Cristiani, celebrata ieri.

Menzionato il decimo anniversario dell’enciclica Laudato si’ di Papa Francesco, sottolineando il suo impatto globale. “Ha avuto una straordinaria diffusione, ispirando numerose iniziative e sensibilizzando l’umanità all’ascolto del duplice grido della terra e dei poveri.

Il Papa ha infine salutato, tra gli altri, i fedeli di  Sortino, Paternò, Caltagirone, Palagonia, i Bersaglieri di Palermo.

Chiesa

Paternò, compie 60 anni la Chiesa Parrocchiale di San Michele, un giorno da ricordare

La celebrazione della consacrazione fu presieduta dall’arcivescovo di Catania Guido Bentivoglio, che durante il rito murò nella pietra centrale dell’altare le reliquie di Santa Barbara, patrona di Paternò, di Sant’Agata, patrona di Catania, e di Sant’Euplio, tutti martiri catanesi

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Compie oggi 60 anni la Chiesa Parrocchiale di San Michele Arcangelo di Paternò. Trascorsi 60 anni dal giorno della sua consacrazione, e ancora oggi essa svolge il proprio apostolato nel territorio.

Era il 25 maggio 1965 quando, nel tardo pomeriggio, una solenne processione eucaristica- con la partecipazione di autorità politiche, civili e militari, appartenenti ai vari ordini religiosi, alle associazioni cattoliche e numerosi fedeli- partì dalla chiesa del Monastero. In religioso raccoglimento, la processione sfilò lungo via Vittorio Emanuele, attraversando i Quattro Canti, fino a giungere in via G.B. Nicolosi, dove una folla numerosa attendeva con emozione il suo arrivo.

La celebrazione della consacrazione fu presieduta dall’arcivescovo, Sua Eccellenza Mons. Guido Bentivoglio, che durante il rito murò nella pietra centrale dell’altare le reliquie di Santa Barbara, patrona di Paternò, di Sant’Agata, patrona di Catania, e di Sant’Euplio, tutti martiri catanesi.

La costruzione della chiesa fu resa possibile grazie alla generosa munificenza del Comm. Michelangelo Virgillito. L’edificio fu realizzato su progetto dell’architetto Carmelo Borzì : con il suo snello campanile che domina il quartiere, la chiesa è oggi considerata un vero gioiello di arte moderna.

Alle spalle dell’altare, campeggia un grandioso dipinto raffigurante l’Arcangelo San Michele, opera del pittore catanese Archimede Cirinnà.

Quel fine maggio del 1965 fu un momento di grande gioia per tutta la popolazione, che visse con emozione la presenza del Comm. Virgillito, tornato da Milano per condividere l’evento con i suoi concittadini. In quell’occasione venne inaugurato anche il salone parrocchiale.

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Chiesa

“Fumata bianca” in Vaticano: il mondo ha un nuovo Papa

Tra pochi minuti si affaccerà dalla Loggia delle Benedizioni il Cardinale Protodiacono, il quale annuncerà il nome del nuovo Papa

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Un fragoroso applauso è esploso in Piazza San Pietro, in Vaticano, nell’istante in cui dal comignolo posto sul tetto della Cappella Sistina si è levata la tanto attesa fumata bianca. Un segnale chiaro e antico che annuncia al mondo che uno dei cardinali riuniti in conclave ha ottenuto i due terzi dei voti necessari per essere eletto Papa. La scelta è arrivata alle 18:00 di oggi da parte dei 133 cardinali elettori riuniti in sotto il “Giudizio Universale” di Michelangelo dal pomeriggio del 7 maggio scorso. Adesso, l’attesa si concentra sulla Loggia delle Benedizioni della Basilica, da cui il cardinale Protodiacono si affaccerà per proclamare il nome del 267º successore di Pietro.

All’interno della Cappella Sistina, poco prima che il mondo venisse informato dell’elezione, il cardinale decano si è rivolto al nuovo pontefice con la tradizionale domanda: «Acceptasne electionem de te canonice factam in Summum Pontificem?» (Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?). Alla risposta affermativa, è seguita la seconda domanda rituale: «Quo nomine vis vocari?» (Con quale nome desideri essere chiamato?). Proprio in questi minuti, il nuovo Papa è stato condotto nella cosiddetta “Stanza delle Lacrime”, una piccola anticamera annessa alla Cappella Sistina, così chiamata per l’intensità emotiva del momento che vi si vive. Qui ha trovato tre taglie di vesti papali – grande, media e piccola – tra cui scegliere per il primo abito da pontefice. Insieme a esse, anche sette paia di scarpe e paramenti sacri già indossati da suoi predecessori.

LEGGI L’ARTICOLO SULL’ELEZIONE DEL PAPA

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