“Nonostante le piogge dello scorso inverno siamo preoccupati per le possibili carenze idriche a danno delle campagne siciliane e della piana di Catania in particolare”. A parlare è il presidente di Confagricoltura Catania, Giosué Arcoria.
“Dopo un incontro con l’assessore regionale all’Agricoltura, Salvatore Barbagallo – continua Arcoria – abbiamo avuto un quadro chiaro degli interventi realizzati e programmati per il rifacimento delle reti idriche, oltre alle azioni messe in campo per il potenziamento delle infrastrutture e degli invasi della Regione.
Ribadiamo il nostro apprezzamento per il grande lavoro svolto dall’Ente regionale, ma purtroppo non basta. Se da un lato l’attività messa in atto ci conforta, dall’altro non ci può lasciare sereni rispetto al problema della siccità che incombe sempre sulle nostre teste” Purtroppo sono ancora tanti, troppi, i problemi da risolvere. A cominciare dalla rete idrica, da rifare per chilometri attraverso la piana di Catania che, nelle condizioni attuali, resta una nota dolente.
A questo problema si affianca quello degli invasi. “Se guardiamo con favore al grande lavoro che sta svolgendo la Regione per sostenere gli investimenti per la realizzazione di invasi privati, nelle singole aziende e all’impegno per il rifacimento di invasi pubblici, guardando ad esempio alla diga di Pozzillo – continua Arcoria –, non possiamo non denunciare, come risvolto negativo della medaglia, a quanto accade per la traversa di Ponte Barca, in territorio di Paternò, già oggi a secco e con i lavori di sistemazione delle paratoie che, come comunicatoci dalla Regione, non potranno essere eseguiti, almeno per quest’anno”.
Se, dunque, a Pozzillo, vanno avanti i lavori di manutenzione straordinaria dello scarico di fondo, promossi dalla Regione ed eseguiti da Enel green power, che permetteranno di recuperare gran parte della capacità di raccolta idrica del più grande bacino artificiale della Sicilia, a bloccare gli interventi a Ponte Barca, fino ad oggi, è stata una diatriba esplosa lo scorso anno, con le associazioni ambientaliste. Questa parte di territorio è, infatti, un’area naturale protetta, indicata nel 2009 dalla Regione, come “oasi di protezione e rifugio della fauna selvatica”. Questo, già dallo scorso anno, ha bloccato l’intervento previsto.
Anche per quest’anno, dunque, la soluzione che si prospetta è quella di fermare quella poca acqua che attraversa il fiume Simeto, determinata soprattutto dall’abbassamento del livello idrico delle affluenze, con i sacchi di sabbia.
A far ben sperare arriva, però, la notizia di un progetto in fase di definizione che avrebbe anche le coperture finanziarie necessarie per circa 2 milioni di euro, da parte della Regione Siciliana. Un progetto del quale non si conoscono i dettagli ma che, utilizzando tecniche innovative, permetterebbe di non incorrere in problematiche ambientaliste.
“Attendiamo di conoscere i dettagli di questo progetto e quando si potrà concretamente intervenire sulle paratoie – continua il presidente Arcoria -. È comprensibile come il quadro che abbiamo davanti non può lasciare sereno il mondo agricolo. Come organizzazione abbiamo ribadito all’assessore Barbagallo, nel corso dell’incontro, che oltre a continuare sulla strada degli interventi per eliminare le inefficienze del sistema, non si possono tassare gli agricoltori per servizi non resi. Ribadiamo che le cartelle esattoriali, inviate per conto dei Consorzi di bonifica, per acqua mai fornita agli agricoltori, non possono essere accettate. Non perché gli agricoltori vogliono evadere le tasse, ma perché non si può essere tassati per servizi mai resi”
In questo caso la querelle ruota attorno a cartelle esattoriali, in alcuni casi per decine di migliaia di euro, richieste agli agricoltori per acqua mai arrivata in campagna. La Regione Siciliana, grazie ai continui e incessanti solleciti di Confagricoltura, per venire incontro alla categoria agricola, ha coperto, con propri fondi, la voce in bolletta relativa ai “costi variabili”, ma agli agricoltori restano da pagare i costi fissi che, come detto, possono incidere considerevolmente.
Una richiesta, quella del pagamento dei costi fissi, per Confagricoltura non legittima, alla luce anche della Sentenza della Corte di Cassazione sezione tributaria, del 19 dicembre del 2023, che ribadisce come il contributo ai Consorzi di bonifica è dovuto solo se i proprietari di immobili all’interno del perimetro consortile, traggono un vantaggio diretto e specifico delle opere eseguite.