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Catania, CGIL e FP CGIL: “La nuova rete ospedaliera ignora i bisogni reali dei territori”

In particolare, la CGIL e la FP evidenziano una grave carenza di attenzione verso le aree interne della provincia etnea – tra tutti Bronte, Biancavilla e Acireale- già pesantemente penalizzate dai processi di razionalizzazione passati

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“La bozza della nuova rete ospedaliera siciliana non risponde alle esigenze di salute delle cittadine e dei cittadini, ma sembra orientata a logiche che nulla hanno a che vedere con il diritto alla cura e con la tutela del lavoro sanitario”. È questa la denuncia della CGIL e della FP di Catania, che per bocca dei rispettivi segretari generali, Carmelo De Caudo e Concetta La Rosa, esprimono forte preoccupazione per l’impianto del piano presentato dalla Regione, giudicato inadeguato, sbilanciato e in contrasto con i principi del Decreto Ministeriale 77.

In particolare, la CGIL e la FP evidenziano una grave carenza di attenzione verso le aree interne della provincia etnea – tra tutti Bronte, Biancavilla e Acireale- già pesantemente penalizzate dai processi di razionalizzazione passati. La riduzione dei posti letto e il focus sulla lunga degenza, a scapito della gestione delle fasi acute, vanno nella direzione opposta rispetto a quanto stabilito dalla riforma nazionale della sanità territoriale.

“Siamo davanti a una visione distorta – dichiarano De Caudo e La Rosa – che privilegia l’ospedalizzazione, senza investire sulla medicina di prossimità, sulla presa in carico del paziente e sull’integrazione sociosanitaria. Tutto ciò rappresenta l’esatto contrario di quanto previsto dal DM 77, che impone una riorganizzazione centrata sulla prevenzione, l’assistenza territoriale e la continuità delle cure”.

Il sindacato sottolinea inoltre la totale assenza di un piano di potenziamento dei Pronto Soccorso, oggi tra i settori più critici del sistema sanitario regionale, colpiti da gravi carenze di organico e strutture inadeguate. “Non si può continuare a ignorare il collasso del primo presidio d’emergenza. Manca personale, mancano risposte, e ora manca anche una strategia”.

A rendere ancora più allarmante la bozza è l’assenza di una articolazione chiara delle strutture sanitarie: non vengono indicati i numeri delle strutture complesse, semplici o dipartimentali. “Questo – affermano i due segretari – rischia di aprire la porta a decisioni discrezionali e politiche, non basate su criteri oggettivi di salute pubblica, ma su dinamiche territoriali e spartizioni di potere”.

Il piano, così com’è stato redatto, viola apertamente quanto previsto dal DM 77, che impone la comunicazione della distribuzione del personale tra le varie articolazioni. Una violazione che potrebbe persino aprire la strada a una impugnazione da parte del Governo nazionale.

Per tutte queste ragioni, la CGIL Catania è FP CGIL chiedono l’immediata sospensione del piano e l’apertura urgente di un tavolo di confronto con le parti sociali e con le rappresentanze dei territori. “Non si costruisce il futuro della sanità pubblica calando dall’alto un modello sbagliato. Il diritto alla salute non è una variabile di bilancio né uno spazio di manovra politica. È un diritto costituzionale che va rispettato, garantito e costruito insieme a chi ogni giorno lo difende nei reparti, nei territori e nelle istituzioni”.

 

In Primo Piano

Mascalucia, se sei disabile hai meno diritto al voto

Nella sede elettorale di via Case Nuove i seggi si trovano ai piani superiori senza ascensore e l’espressione delle scelte democratiche diventa un’impresa

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Disabilità e diritti, sembra tutto scontato, ma a volte anche le cose più semplici diventano complicate. Parliamo di un fatto antico che richiama la nostra civiltà. Siamo a Mascalucia e più esattamente in via Case Nuove, 51 dove si trova un plesso dell’I.C. “Federico II”, che è sede elettorale. Al recente referendum entriamo puntualmente nell’edificio e, ligi al diritto-dovere di votanti, ci imbattiamo in un grande e annoso problema che riguarda gli elettori disabili, ma non solo loro, anche i nostri cari anziani che nonostante tutto vogliono partecipare al voto, ed ancora le mamme con un passeggino, o semplicemente chi ha avuto la sventura di rompersi una gamba ed è al momento ingessato e cammina con le stampelle o, nel caso più grave, su una sedia a rotelle.

Il seggio elettorale 10, dove dovremmo esprimere il nostro voto, si trova al primo piano e l’ascensore non c’è: esiste un montacarichi ma non funziona. È da anni, e lo ribadiamo, che questo problema si ripresenta ad ogni tornata elettorale anche se fra il presidente del seggio 10 e gli iscritti non deambulanti s’è raggiunto un accordo fittizio, che, tuttavia, non rappresenta la soluzione: cioè, scomodare puntualmente il presidente del seggio incriminato e farlo scendere al piano terra alla sezione 9, con tutte le conseguenze che questo comporta.

Ci chiediamo: cosa accade qualora il presidente del seggio 10 – che non è mai lo stesso – per un motivo o l’altro non scendesse in tempi ragionevoli? Il presidente del seggio come si comporterà nel caso di un’alta affluenza nella sua sezione o nell’imminenza della chiusura? Oltretutto l’elettore disabile (o in altra condizione descritta sopra) è costretto ad attendere inevitabilmente del tempo, rispetto ad un normale votante. Entriamo dentro l’urna e le problematiche non si esauriscono. Difatti, ci accorgiamo che l’urna non è stata concepita per accogliere l’elettore disabile: è, infatti, stretta, e accoglie con difficoltà il votante e il suo accompagnatore non garantendo la segretezza del voto.

Vogliamo suggerire all’amministrazione comunale di prendere a cuore questo problema e di allestire sin dalla prossima tornata elettorale un seggio per disabili, o impediti temporaneamente, al piano terra, evitando al disabile o alla persona con difficoltà di rinunciare a quel diritto per il quale i nostri avi hanno combattuto e, anche, perso la vita. D’altronde la legge lo prevede già: “Nel caso in cui un elettore debba votare in una sezione nella quale sono presenti barriere architettoniche, è un suo diritto poter esercitare il diritto di voto in altra sezione dello stesso Comune, che sia accessibile. Lo prevede l’articolo 1 della LEGGE 15 gennaio 1991, n. 15”. Le sezioni al piano terra di via Case Nuove non rispondono a queste caratteristiche e la mancanza di ascensore è un grave problema per tutta la popolazione di Mascalucia.
L’espressione del voto è un motivo per manifestare la propria libertà di cittadini e il principio resta sempre quello nonostante la decadenza della politica italiana. Garantiamo, per favore, che questo atto di decisione sia sempre libero di barriere architettoniche, come libere ed emancipate dovrebbero essere le menti.

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Cronaca

Catania, in manette 31enne svedese colpito da un mandato di arresto europeo

L’uomo era ricercato da tempo in quanto ritenuto responsabile dei reati di truffa e spaccio di sostanze stupefacenti, secondo quanto previsto dalla normativa svedese

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La Polizia di Stato di Catania ha arrestato un cittadino svedese di 31 anni in esecuzione di un mandato di arresto europeo.  L’uomo era ricercato da tempo in quanto ritenuto responsabile dei reati di truffa e spaccio di sostanze stupefacenti, secondo quanto previsto dalla normativa svedese.

Al riguardo, tra il 2019 e il 2020, l’uomo avrebbe truffato decine di acquirenti di orologi di lusso vendendo e scambiando orologi risultati falsi, con un giro di guadagni illeciti per svariate migliaia di euro.

Per sostenere le proprie proposte commerciali, nelle fasi di trattativa con i clienti, l’uomo avrebbe mostrato alle ignare vittime delle truffe dei certificati, nel tentativo evidentemente di rafforzare la convinzione di acquistare orologi ricercati e appartenenti ad un’alta fascia commerciale. In realtà, secondo quanto è emerso, i certificati erano del tutto contraffatti. Nel 2023, invece, il 31enne svedese si è reso autore del reato di spaccio di stupefacenti e, in particolare, di cocaina.

Nei giorni scorsi, la sua presenza è stata registrata a Catania grazie alla segnalazione giunta alla Sala Operativa della Questura tramite il portale “Alloggiati”.

Infatti, l’uomo ha prenotato in un b&b del centro storico, in via Antonino di Sangiuliano, e non appena il gestore ha comunicato i dati anagrafici, è scattato l’allert. A quel punto, i poliziotti della squadra volanti l’hanno rintracciato nella struttura ricettiva e l’hanno condotto negli Uffici di Polizia per i relativi rilievi dattiloscopici. A conclusione degli adempimenti di rito, il 31enne svedese è stato condotto dai poliziotti in carcere, a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.

 

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