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Cronaca

Etna, riunione in Prefettura per definire le modalità di accesso alle aree sommitali

Intanto prosegue l’attività effusiva alla bocca situata a circa 3200 metri, sul fianco meridionale del cratere di sud-est, la quale alimenta un flusso lavico che si propaga verso sud-ovest

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Incontro questa mattina in Prefettura per definire le modalità di fruizione e accesso alle aree sommitali dell’Etna. Il Prefetto Pietro Signoriello ha presieduto una riunione convocata d’intesa con Salvo Cocina, Dirigente del Dipartimento Regionale della Protezione Civile della Regione Sicilia, in quanto sul vulcano è in atto uno stato di preallarme; quest’ultimo è stato emesso dal Dipartimento regionale di Protezione Civile sulla base della nota del Dipartimento nazionale della Protezione Civile dell’11.08.2025 che ha confermato per il Vulcano Etna il livello “GIALLO – attività eruttiva da bassa a media”, e ha, altresì, invitato “gli Enti e Amministrazioni territoriali, ciascuna per quanto di propria competenza, a voler adottare le opportune fasi operative locali e misure di mitigazione del rischio, soprattutto in relazione alla presenza di escursionisti in quota”.

L’incontro ha visto la partecipazione di tutte le componenti tecniche interessate, in particolare del Dipartimento regionale e provinciale della protezione civile, del direttore dell’INGV di Catania, del dirigente del servizio rischio sismico e vulcanico di Nicolosi, del Commissario straordinario dell’Ente Parco dell’Etna, del Presidente del collegio regionale delle guide alpine e vulcanologiche in Sicilia, dei vertici delle Forze dell’Ordine, della Polizia Stradale, del dirigente del Corpo forestale e del Corpo Nazionale del Soccorso alpino e speleologico e del dirigente dell’ANAS.

Alla riunione hanno preso parte, altresì, rappresentanti della Città Metropolitana di Catania e i Sindaci o loro delegati dei Comuni i cui territori afferiscono l’area a più alta pericolosità sismica (area gialla), e in particolare, Adrano, Biancavilla, Belpasso, Bronte, Castiglione di Sicilia, Linguaglossa, Milo, Nicolosi, Maletto, Piedimonte etneo, Sant’Alfio, Ragalna, Pedara e Zafferana Etnea e da un componente della Commissione straordinaria di Randazzo.

Data l’attività effusiva in atto sul vulcano Etna come da bollettini emanati dall’INGV si è reso necessario effettuare un punto di situazione sull’attuale evoluzione dello stato dell’eruzione e i suoi potenziali rischi, nonché si è posto in essere un utile confronto tra le parti interessate in ordine alla disciplina operativa prevista nella specifica situazione di preallarme con particolare riferimento all’area di interdizione permanente.

E’ stato ricordato nella circostanza che la violazione delle disposizioni che in funzione delle specifiche condizioni di rischio inibiscono l’accesso all’area gialla, come in atto consegue alla condizione di preallarme, costituisce specifico reato perseguibile penalmente, e proprio per questo dal tavolo è stata condivisa la più convinta necessità del pieno rispetto delle limitazioni escursionistiche discendenti dal vigente impianto ordinamentale di protezione civile.

Per quanto in futuro potranno svolgersi altri approfondimenti, in atto le disposizioni sono chiare ed esplicite e muovono dall’ottica di garantire la massima tutela possibile dell’incolumità pubblica, anche tenuto conto che le condizioni di rischio relative al Vulcano Etna sono suscettibili di variazioni improvvise e non sempre prevedibili che rischiano di coinvolgere quei fruitori escursionistici delle aree sommitali che non si fossero strettamente attenuti alle limitazioni previste.

Nell’occasione il Prefetto ha ricordato che “i Sindaci che rappresentano gli interessi delle proprie comunità locali, e che sono anche autorità comunali di protezione civile, si trovano a dover garantire il principio base della tutela dell’incolumità pubblica, che lo scenario di una eruzione in costante, repentina e non prevedibile evoluzione può compromettere e lo devono fare adottando le opportune ordinanze per assicurare la doverosa distanza dalle aree a pericolosità permanente, come è d’altra parte già contemplato nelle linee guida fornite dal Dipartimento regionale di protezione civile e dall’ordinanza prefettizia a suo tempo adottata”. “Ogni eventuale specificità e peculiarità dei singoli territori comunali coinvolti, potrà essere oggetto di approfondimento nell’ambito dei piani comunali di protezione civile di cui ciascun comune deve essere dotato”.

Ognuna delle componenti del sistema di protezione civile e di pubblica sicurezza dovrà prestare la massima attenzione all’evoluzione dei fenomeni assicurando nell’ambito delle rispettive competenze ogni possibile sforzo operativo volto a garantire il rispetto delle ordinanze di interdizione della zona gialla, via via che queste vengono adottate dai sindaci coinvolti.

Il Capo Dipartimento della Protezione Civile regionale ha dato piena disponibilità a supportare i sindaci impegnandosi a esaminare propositivamente le urgenti revisione dei piani comunali e delle procedure locali di protezione civile e a esaminare, altresì, sulla base di valutazioni scientifiche di scenario dell’INGV, specifiche proposte di fruizione in sicurezza delle aree.

Intanto l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia ha comunicato che dalle osservazioni vulcanologiche effettuate dal personale INGV presente in area sommitale e dall’analisi delle immagini acquisite dalla rete di videosorveglianza, prosegue l’attività effusiva alla bocca situata a circa 3200 m s.l.m., sul fianco meridionale del cratere di sud-est, la quale alimenta un flusso lavico che si propaga verso sud-ovest. Prosegue inoltre l’attività effusiva alla bocca situata a 3100 m s.l.m., debolmente alimentata, il cui fronte più avanzato ha raggiunto in mattinata una quota 3050 m s.l.m., e alla bocca posta a 2980 m s.l.m., il cui fronte più avanzato è stato stimato intorno a 2500 m s.l.m.

Continua anche l’attività stromboliana al Cratere di Sud-Est, con lanci di prodotti piroclastici che oltrepassano l’orlo craterico. Dal punto di vista sismico, nelle ultime 24 ore, l’ampiezza media del tremore vulcanico si è mantenuta sui valori elevati, talvolta con ampie fluttuazioni; la localizzazione del centroide delle sorgenti del tremore risulta nell’area del cratere di sud-est, ad una profondità di circa 3000 metri al di sopra del livello medio del mare. La presenza di forte vento in area sommitale ha condizionato il rilevamento e la localizzazione automatica degli eventi infrasonici. Ciononostante, sulla base delle localizzazioni disponibili e dall’analisi dei sismogrammi si rileva la presenza di attività infrasonica con eventi di ampiezza bassa, localizzati al cratere di sud-est.

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