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Etna, dal cratere di nord-est forti esplosioni nel tardo pomeriggio di oggi

La colata lavica emessa da una bocca alla base orientale della voragine segnalata alle 11.30 di oggi è tuttora alimentata; da immagini satellitari riprese in mattinata si è potuto calcolare che aveva percorso circa 1.8 km in direzione est, verso la Valle del Bove.

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Sono migliorate le condizioni meteo sull’Etna che permettono adesso una visione completa del teatro eruttivo. Lo comunica l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Catania. Alle 18:48 è iniziata una serie di forti esplosioni al cratere di nord-est, che hanno lanciato materiale piroclastico grossolano su tutto il cono e ben oltre la sua base. Allo stato attuale stanno avvenendo sporadiche esplosioni stromboliane, alcune molto forti, al cratere di nord-est. Nel frattempo si è intensificata l’attività alla bocca ubicata sull’alto fianco del cratere voragine, che in questo momento sta producendo una costante fontana alta alcune decine di metri. La colata lavica emessa da una bocca alla base orientale della voragine segnalata alle 11.30 di oggi è tuttora alimentata; da immagini satellitari riprese in mattinata si è potuto calcolare che aveva percorso circa 1.8 km in direzione est, verso la Valle del Bove.

L’ampiezza media del tremore vulcanico, si è stabilizzata, pur se su valori alti, fino alle ore 19:45  quando si è verificato un nuovo repentino aumento durato sino alle 20:15 circa. Successivamente l’ampiezza si è riportata su valori comparabili a quelli osservati prima di quest’ultimo breve fenomeno. La localizzazione del centroide delle sorgenti del tremore vulcanico non è attualmente disponibile per motivi tecnici. L’ultima localizzazione disponibile alle ore 18 mostrava il centroide permanere in un’area leggermente a nord-ovest del cratere di nord-est ad una elevazione di circa 2800 – 3000 m s.l.m. Gli eventi infrasonici, dopo un decremento temporalmente associato alla diminuzione dell’ampiezza del tremore vulcanico, si sono riportati su valori molto elevati. Gli eventi continuano ad essere localizzati principalmente al Cratere di Nord-Est e subordinatamente alla Bocca Nuova.

“Alla fine ce l’ha fatta, questo vecchietto di cratere di Nord-Est, e ha fatto un po’ di fontane di lava, vere fontane di lava, quindi un parossismo, il suo primo dopo quasi 28 anni”. Così il vulcanologo dell’Ingv, Boris Behncke, su Facebook, parla del ritorno sulla scena del cratere nord-est, il più ‘anziano’ dei quattro crateri sommitali dell’Etna, protagonista oggi due parossismi: fontane di lava ed emissione di nube eruttiva.  “Per molti anni – ricorda Boris Behncke – era quello che non faceva altro che brontolare un po’ in profondità, alcune volte faceva anche un’attività stromboliana un po’ più intensa sul fondo craterico, ma niente di più. Due volte sembrava volesse partire – il 18 maggio 2016 e il 12 settembre 2019 – ma poi è partita la Voragine e lui si è arreso. Mi piaceva dire ‘tanto ormai il Nord-Est non riesce più a fare parossismi’, giusto per stuzzicarlo. Nel frattempo il suo fratello minore, il Sud-Est, ha fatto più di 100 parossismi solo negli ultimi 15 anni, la Voragine si è pure data da fare alla grande, e persino la Bocca Nuova è riuscita a farne uno – purtroppo invisibile causa maltempo – il 10 novembre 2024”.

Il Nord-Est, ricorda Boris Behncke è il più anziano dei quattro attuali crateri sommitali dell’Etna e per oltre 40 anni è stato il punto più alto del vulcano, prima di essere superato, nell’estate del 2021, dal cratere di Sud-Est. Nato nel 1911 alla base nord-orientale dell’allora cono centrale (quello che ospitava il Cratere Centrale), il Nord-Est ha fatto la sua prima attività eruttiva a giugno 1917 con una fontana di lava, poi un’altra l’anno successivo. Il 16 luglio del 1977 comincia un’attività di fontane di lava con colate. Ne seguono altri ad agosto, novembre e dicembre e poi a gennaio e marzo 1978, una ventina in totale.

Così il cratere di Nord-Est introduce nel repertorio dell’Etna i “parossismi a raffica”, un tipo di attività considerato eccezionale dai vulcanologi di quei tempi, oramai diventata l’attività più tipica dell’Etna. Poco dopo l’ultimo parossismo della serie del 1977-1978 il cratere di Sud-Est si erge a protagonista e da allora ha prodotto centinaia e centinaia di parossismi. Il Nord-Est invece si calma un po’, fa tre parossismi a settembre 1980 e un quarto a febbraio 1981. Ancora una volta si risveglia a settembre 1986, prima con una decina di giorni di attività stromboliana, poi con uno dei più potenti parossismi del secolo scorso, il 24 settembre del 1986.Un ultimo isolato parossismo avviene al cratere di Nord-Est nella notte del 27-28 marzo del 1998.

 

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